Gli espropri delle proprietà ebraiche, 1939-1943
Il 9 febbraio 1939 viene promulgato il Rdl n. 126 Norme di attuazione ed integrazione delle disposizioni sui limiti di proprietà immobiliare e di attività industriale e commerciale per i cittadini italiani di razza ebraica che porta alla nascita dell’EGELI. La normativa razziale obbliga gli ebrei italiani - e dal 1940 anche quelli stranieri e apolidi - a non possedere immobili e terreni di valore superiore a un limite prefissato: sono i cittadini stessi ad avere l’obbligo di autodenunciarsi, dichiarando le loro proprietà entro 90 giorni dall’11 febbraio 1939; le denunce devono essere presentate all’Intendenza di finanza, che suddivide i beni in quota consentita, decisamente minoritaria, che rimane al proprietario, e quota eccedente che viene espropriata dallo Stato attraverso l’EGELI. Questa prima parte di attività di spoliazione condotta dall’EGELI procede con una certa lentezza, anche per la comprensibile opposizione dei proprietari; in sette pratiche delle oltre quaranta presenti in Cariplo si arriva alla vendita del bene espropriato.