Gli espropri delle proprietà ebraiche, 1939-1943

Il 9 febbraio 1939 viene promulgato il Rdl n. 126 Norme di attuazione ed integrazione delle disposizioni sui limiti di proprietà immobiliare e di attività industriale e commerciale per i cittadini italiani di razza ebraica che porta alla nascita dell’EGELI. La normativa razziale obbliga gli ebrei italiani - e dal 1940 anche quelli stranieri e apolidi - a non possedere immobili e terreni di valore superiore a un limite prefissato: sono i cittadini stessi ad avere l’obbligo di autodenunciarsi, dichiarando le loro proprietà entro 90 giorni dall’11 febbraio 1939; le denunce devono essere presentate all’Intendenza di finanza, che suddivide i beni in quota consentita, decisamente minoritaria, che rimane al proprietario, e quota eccedente che viene espropriata dallo Stato attraverso l’EGELI. Questa prima parte di attività di spoliazione condotta dall’EGELI procede con una certa lentezza, anche per la comprensibile opposizione dei proprietari; in sette pratiche delle oltre quaranta presenti in Cariplo si arriva alla vendita del bene espropriato.


Pisa Fanny fu Ugo in Norsa Aldo, 1939 - 1940

Pisa Vittoria fu Senatore Ugo in Cantoni, 1939 - 1949

Sabbadini Elda Lea fu Salomone vedova Samaia [Samaja], 1939 - 1947

Segre Michele fu Marco, 1939 - 1945

Segre Salvatore fu Giacobbe, 1939 - 1947

Segré Allegra fu Riccardo, 1940 - 1947

Sinigaglia Aldo di Carlo, 1939 - 1943

Sinigaglia Arturo di Carlo, 1939 - 1943

Sinigaglia Bianca di Carlo, 1939 - 1944

Soavi Giulio fu Flaminio, 1939 - 1946

Strauss Lodovico o Ludovico di Maurizio, 1939 - 1941

Treves Ernesto fu Aron, 1939 - 1947

Veneziani Alberto fu Gabriele, 1939 - 1941

Verona Piero fu Pio, 1939 - 1941

Vitale Gioconda fu Leopoldo in Terni, 1939 - 1949