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11 maggio 1946: la rinascita del Teatro alla Scala nei documenti e nelle fotografie dell'Archivio Storico

11 maggio 2021

E' la sera dell'11 maggio 1946. Milano porta ancora impressi i segni del conflitto, le macerie sono ovunque e la gente si aggira quasi un po' spaesata in questa città che stasera metterà in scena lo spettacolo della rinascita. Il Teatro alla Scala è quasi interamente ricostruito – si sono impegnati il governo italiano e il Comune di Milano con l’appoggio del governo alleato -, grazie anche al provvidenziale intervento del governo tedesco che, durante l’occupazione, ha fatto montare una copertura provvisoria che lo ha protetto durante gli ultimi due anni di guerra.

In molti si assiepano davanti all'ingresso del Teatro alla Scala, perché è qui che, dalle note di Rossini, Verdi, Boito, Puccini, risorgeranno Milano, la sua vita, la sua gente. Altra folla si raduna in piazza Duomo, dove grandi altoparlanti trasmetteranno in diretta quello che è il concerto di inaugurazione della stagione scaligera e del teatro stesso. Per tutti gli altri sarà la radio a portare musica nuova nelle case, non solo dei milanesi ma di tutti gli italiani.

Toscanini, convinto a tornare da oltreoceano con l’invio di una cartolina raffigurante un tricolore senza stemma sabaudo e con la scritta “Vogliamo Toscanini!”, ha scelto per il concerto un programma dedicato ai grandi operisti italiani, che alterna il dolore per gli eventi passati alla forza della ricostruzione. Inizia con Rossini, la Sinfonia della Gazza Ladra, il Coro dell'Imeneo dal Guglielmo Tell, le Danze Soldatesche sempre dal Guglielmo Tell, la Preghiera dal Mosè. Poi un tributo a Verdi, maestro e amico: la Sinfonia del Nabucco, la Sinfonia dei Vespri Siciliani, il Coro degli Schiavi sempre del Nabucco e il Te Deum. Segue Puccini, con l'Intermezzo dalla Manon Lescaut e il Terzo Atto sempre dalla stessa opera. A chiudere Arrigo Boito, con il Prologo del Mefistofele.

E’ un programma popolare, cioè per il popolo, perché deve essere per tutti, sinfonico-operistico, con solisti, coro e orchestra. Sul palcoscenico si alternano Mafalda Favero, Tancredi Pasero, Giovanni Malipiero, Jolanda Giardino, Mariano Stabile, Giuseppe Nessi, Carlo Forti. Tra loro anche la debuttante Renata Tebaldi, da questa sera detta “voce d’angelo” per la particolare interpretazione del Te Deum di Verdi.

L’atmosfera è palpabile già da giorni, tanto che durante le prove del concerto, molte persone hanno atteso Toscanini nei pressi del teatro per tributargli manifestazioni d’affetto e ringraziamenti.

Eppure non è una serata di gala, ma una serata dei milanesi, non c'è quindi l'obbligo dell'abito da sera. Tra gli spettatori i grandi nomi dell'industria lombarda, come Falck e Borletti e il Presidente del Consiglio Pietro Nenni, che ha appena tenuto un comizio in piazza Duomo. Il Presidente della Repubblica non c'è ancora, manca l'istituzione ma non la certezza che la repubblica ci sarà.

Viene spento il monumentale lampadario e la sagoma di Toscanini, alla soglia degli ottant'anni, si affaccia al podio. Stringe una bacchetta da direzione con il manico tricolore, scrosciano applausi, sventolano fazzoletti. Nel momento in cui si volge verso l'orchestra e alza la bacchetta inizia la musica: rinasce la Scala, rinasce Milano.

Dalle carte dell'Archivio Storico Intesa Sanpaolo emergono i longevi rapporti fra le nostre banche e la Scala, fin dall'anno 1902.

Tra i documenti di rilievo conservati vi è una lettera autografa di Toscanini all'allora amministratore delegato della Comit Giuseppe Toeplitz, datata 16 maggio 1920: nella quale Toscanini ringrazia la banca per il sostegno di ben 75.000 lire offerto per la tournée della Scala negli Stati Uniti (definita la "tournée del secolo"):  "Ella ha compreso giustamente - scriveva Toscanini -  la grande importanza di questa tournée all'estero... e ne ha apprezzato il suo alto valore artistico, conviviale e patriottico".

Il 16 gennaio 1958 la Scala ospitò una commossa commemorazione di Toscanini, a un anno dalla scomparsa. Camillo Giussani, allora presidente della Comit, ricordò il fondamentale ruolo del maestro nella rinascita del Teatro, in un appassionato intervento di cui l'Archivio conserva il testo. L'amicizia fra Toscanini e Giussani è testimoniata anche da una fotografia del 1936, scattata in occasione del 50° dal primo concerto del grande Maestro.

Infine nell'Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo si conservano alcune bellissime fotografie della prima del 1946, oltre alle immagini del Teatro danneggiato dai bombardamenti.