Multimedia
"Giochi perché", 1982
segnatura
VID01567
tipologia
audiovisivo
genere
Documentario
date
1982
luogo di produzione
Italia
distribuzione
Comitato Olimpico Nazionale Italiano/Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane
responsabilità enti e persona
Quilici, Folco ( autore )
Comitato Olimpico Nazionale Italiano ( produttore )
Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane ( produttore )
Moana s.r.l. ( produttore )
Comitato Olimpico Nazionale Italiano ( produttore )
Associazione fra le Casse di Risparmio Italiane ( produttore )
Moana s.r.l. ( produttore )
credits
Fotografia: Riccardo Grassetti, Vittorio Dragonetti; montaggio: Rosetta Avola.
sinossi
Il documentario, incentrato sui Giochi della Gioventù, manifestazione sportiva nazionale promossa dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e patrocinata dalle Casse di Risparmio e Banche del Monte, non si limita a promuovere tale kermesse, ma indaga le origini dello sport e soprattutto i mutamenti e le somiglianze (non solo di tecniche e regole, ma anche di "filosofia"), tra i moderni sport e le gare, i giochi e le sfide, di un passato più o meno remoto, che possano esserne considerati gli antenati.
È il regista stesso, Folco Quilici, a narrare il documentario, apparendo all'inizio in prima persona, tra una folla che si reca ad assistere a una partita di calcio, sottolineando come, in un mondo in cui lo sport è diventato un fenomeno di massa, il film, pur realizzato "con l'aiuto di appassionati sportivi, specialisti e campioni", vuole comunque tenere conto di tale realtà corale del fenomeno, sul quale bisognerebbe riflettere per scoprirne le radici lontane.
Il documentario passa così ad esplorare tali radici, cercando il nesso tra l'attività sportiva e le sue origini. Gare popolari come quelle che vengono mostrate in Sardegna erano per esempio, in origine, sfide tra popolazioni antiche perennemente in lotta, ma invero per quasi tutti i giochi e gli sport è possibile ritrovare origini antichissime e in questa direzione il documentario non si limita ad esplorare Italia ed Europa, ma porta esempi dei cinque continenti (Polinesia, Sud America, Cina, ecc.). Si sottolinea inoltre il carattere educativo e di iniziazione al lavoro dello sport, oltre alle origini strettamente legate alla sopravvivenza. Quest'ultima è a sua volta legata al rapporto dell'uomo con la natura, che può essere cercato e parzialmente ritrovato oggi grazie allo sport, come gioco se non più come necessità (esempio dello sci o del surf come comunione con la natura): il gioco viene insomma letto come una chiave insostituibile nel rapporto fondamentale tra uomo e natura.
Il documentario sottolinea anche le reciproche influenze, nello sport, tra nazioni e culture diverse: "mode, regole e passioni superano nello sport confini e continenti".
La seconda parte del documentario si incentra invece più specificatamente sui Giochi della Gioventù, organizzati annualmente da CONI e scuola, con immagini di alcune competizioni (una selezione a Roma; una finale di atletica allo Stadio dei Marmi della capitale; una finale di sci di fondo in Valzoldana). Si sottolinea il "senso dell'amicizia" come più importante dello spirito agonistico della manifestazione, il "gareggiare e confrontarsi" come più importanti del vincere: il gioco è insomma svago e fonte di salute. E' tale "finalità sociale" ad avere indotto le Casse di Risparmio e le Banche del Monte ad affiancare il CONI sia con il patrocinio delle finali nazionali sia con il sostegno delle fasi locali.
È il regista stesso, Folco Quilici, a narrare il documentario, apparendo all'inizio in prima persona, tra una folla che si reca ad assistere a una partita di calcio, sottolineando come, in un mondo in cui lo sport è diventato un fenomeno di massa, il film, pur realizzato "con l'aiuto di appassionati sportivi, specialisti e campioni", vuole comunque tenere conto di tale realtà corale del fenomeno, sul quale bisognerebbe riflettere per scoprirne le radici lontane.
Il documentario passa così ad esplorare tali radici, cercando il nesso tra l'attività sportiva e le sue origini. Gare popolari come quelle che vengono mostrate in Sardegna erano per esempio, in origine, sfide tra popolazioni antiche perennemente in lotta, ma invero per quasi tutti i giochi e gli sport è possibile ritrovare origini antichissime e in questa direzione il documentario non si limita ad esplorare Italia ed Europa, ma porta esempi dei cinque continenti (Polinesia, Sud America, Cina, ecc.). Si sottolinea inoltre il carattere educativo e di iniziazione al lavoro dello sport, oltre alle origini strettamente legate alla sopravvivenza. Quest'ultima è a sua volta legata al rapporto dell'uomo con la natura, che può essere cercato e parzialmente ritrovato oggi grazie allo sport, come gioco se non più come necessità (esempio dello sci o del surf come comunione con la natura): il gioco viene insomma letto come una chiave insostituibile nel rapporto fondamentale tra uomo e natura.
Il documentario sottolinea anche le reciproche influenze, nello sport, tra nazioni e culture diverse: "mode, regole e passioni superano nello sport confini e continenti".
La seconda parte del documentario si incentra invece più specificatamente sui Giochi della Gioventù, organizzati annualmente da CONI e scuola, con immagini di alcune competizioni (una selezione a Roma; una finale di atletica allo Stadio dei Marmi della capitale; una finale di sci di fondo in Valzoldana). Si sottolinea il "senso dell'amicizia" come più importante dello spirito agonistico della manifestazione, il "gareggiare e confrontarsi" come più importanti del vincere: il gioco è insomma svago e fonte di salute. E' tale "finalità sociale" ad avere indotto le Casse di Risparmio e le Banche del Monte ad affiancare il CONI sia con il patrocinio delle finali nazionali sia con il sostegno delle fasi locali.
BN/colore
colore
lingua
Italiano
formato
16 mm
durata
43'59''
copyright
Intesa Sanpaolo, ente conservatore