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"Una storia italiana", 2011
si trova in
segnatura
VID00408
tipologia
audiovisivo
genere
Documentario
date
2011
luogo di produzione
Italia
responsabilità enti e persona
Varchetta, Alessandro ( regista )
Intesa Sanpaolo ( produttore )
Archivio Storico Intesa Sanpaolo ( produttore )
Intesa Sanpaolo, Relazioni Esterne ( produttore )
Intesa Sanpaolo, Formazione ( produttore )
Intesa Sanpaolo ( produttore )
Archivio Storico Intesa Sanpaolo ( produttore )
Intesa Sanpaolo, Relazioni Esterne ( produttore )
Intesa Sanpaolo, Formazione ( produttore )
cast
Stefano Mondini, Lilly Busin Vici (voci narranti).
credits
Consulenza storica di Giandomenico Piluso e Francesca Pino; materiale di repertorio: Teche RAI e Istituto Luce; ringraziamenti: Archivio Storico della Compagnia di San Paolo.
sinossi
Il filmato ripercorre la storia delle banche confluite nel Gruppo Intesa Sanpaolo, ricordandone le tappe più importanti in relazione alla storia italiana, presentate da una voce narrante su immagini storiche quali fotografie, documenti e materiale audiovisivo di repertorio.
La storia del Gruppo viene introdotta come "una storia, tante storie [...:] è quella di una grande banca plurale". Le radici più antiche sono rappresentate dal Banco di Napoli e dall'Istituto Bancario San Paolo di Torino, nati rispettivamente nel 1539 e 1563 come enti per arginare povertà e usura. Agli inizi del XIX secolo risalgono invece le prime casse di risparmio: nel 1822 quelle di Venezia, Padova, Rovigo e Udine; nel 1823 la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde. Il loro scopo era fare fronte alla miseria delle classi più bisognose ed educarle al risparmio come previdenza.
Gli ultimi anni dell'Ottocento vedono cambiamenti radicali nella società. Imprese e innovazioni tecnologiche necessitano finanziamenti e la Banca Commerciale Italiana, creata da Otto Joel nel 1894, accompagnerà l'Italia verso il decollo industriale, diventando modello di una banca il cui credito promuova lo sviluppo economico di un Paese. Nell'età giolittiana crescono l'agricoltura e le piccole imprese: le banche locali, spesso di ispirazione religiosa, come il Banco Ambrosiano e la Banca Cattolica Vicentina, hanno un ruolo fondamentale nel loro sviluppo.
Durante l'epoca fascista, la Cariplo, affidata a Giuseppe De' Capitani d'Arzago, è tra le casse di risparmio più grandi del mondo e avvia le proprie attività nel settore esattoriale. Nel 1926 il Banco di Napoli diventa istituto di diritto pubblico, mentre in tutto il Paese banche locali solide assorbono molti istituti minori: la Banca Cattolica Vicentina diviene così una potente banca regionale. La Comit, sotto Giuseppe Toeplitz, è intanto tra i protagonisti dell'economia nazionale: è una banca mista, che tende a diventare azionista delle imprese che finanzia e assiste.
Nel 1929, però, il crollo della borsa colpisce industrie e banche: interviene lo stato con la nascita dell'IMI nel 1931, specializzato nel credito agli investimenti industriali di lungo e medio termine. Casse di risparmio e San Paolo (che nel 1932 diventa istituto di diritto pubblico), invece, grazie a una gestione prudente superano indenni la crisi. Raffaele Mattioli diventa l'amministratore delegato della Comit e da una sua proposta a Mussolini prende l'avvio quello che diventerà l'IRI. Dalla legge bancaria del 1936 escono potenziate le banche di diritto pubblico e in particolare il Banco di Napoli che amplia la rete e diventa leader sul territorio.
Negli anni della seconda guerra mondiale, Mattioli, antifascista, forma alla Comit la futura classe dirigente, inclusi Ugo La Malfa e Giovanni Malagodi.
Nel dopoguerra, Cariplo e San Paolo ricoprono un ruolo determinante per la ricostruzione mediante l'erogazione dei mutui fondiari.
Negli anni Cinquanta alla Cariplo Giordano dell'Amore dà impulso ai mediocrediti regionali, mentre la Banca Cattolica del Veneto diventa motore della crescita della terza Italia. Arrivano gli anni del boom economico, seguiti dalla stagnazione degli anni Settanta. Il San Paolo sviluppa i finanziamenti a medio-lungo termine per le opere pubbliche e prosegue la sua espansione: sono gli anni dell'espansione internazionale delle banche. Il tradizionale modello bancario si adegua ai molteplici mutamenti della finanza moderna.
Nei primi anni Ottanta una stagione di riforme culmina nella privatizzazione delle banche pubbliche, a cominciare dall'IMI e dalle casse di risparmio. Successive aggregazioni e fusioni danno vita ai più importanti gruppi bancari italiani. BAV, Cariplo e Comit diventano Banca Intesa; San Paolo e IMI si fondono aggregando il Banco di Napoli e il Gruppo Cardine. Nel 2006 il Gruppo Intesa e il Gruppo Sanpaolo IMI si accordano per la fusione e il 1 gennaio 2007 nasce Intesa Sanpaolo, a cui nel 2008 si aggiunge la Cassa di Risparmio di Firenze.
Intesa Sanpaolo "è un protagonista di questa stagione, rimane un albero grande e forte che unisce in sé i molti modi di essere banca [...] pronta ad affrontare le sfide del futuro".
La storia del Gruppo viene introdotta come "una storia, tante storie [...:] è quella di una grande banca plurale". Le radici più antiche sono rappresentate dal Banco di Napoli e dall'Istituto Bancario San Paolo di Torino, nati rispettivamente nel 1539 e 1563 come enti per arginare povertà e usura. Agli inizi del XIX secolo risalgono invece le prime casse di risparmio: nel 1822 quelle di Venezia, Padova, Rovigo e Udine; nel 1823 la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde. Il loro scopo era fare fronte alla miseria delle classi più bisognose ed educarle al risparmio come previdenza.
Gli ultimi anni dell'Ottocento vedono cambiamenti radicali nella società. Imprese e innovazioni tecnologiche necessitano finanziamenti e la Banca Commerciale Italiana, creata da Otto Joel nel 1894, accompagnerà l'Italia verso il decollo industriale, diventando modello di una banca il cui credito promuova lo sviluppo economico di un Paese. Nell'età giolittiana crescono l'agricoltura e le piccole imprese: le banche locali, spesso di ispirazione religiosa, come il Banco Ambrosiano e la Banca Cattolica Vicentina, hanno un ruolo fondamentale nel loro sviluppo.
Durante l'epoca fascista, la Cariplo, affidata a Giuseppe De' Capitani d'Arzago, è tra le casse di risparmio più grandi del mondo e avvia le proprie attività nel settore esattoriale. Nel 1926 il Banco di Napoli diventa istituto di diritto pubblico, mentre in tutto il Paese banche locali solide assorbono molti istituti minori: la Banca Cattolica Vicentina diviene così una potente banca regionale. La Comit, sotto Giuseppe Toeplitz, è intanto tra i protagonisti dell'economia nazionale: è una banca mista, che tende a diventare azionista delle imprese che finanzia e assiste.
Nel 1929, però, il crollo della borsa colpisce industrie e banche: interviene lo stato con la nascita dell'IMI nel 1931, specializzato nel credito agli investimenti industriali di lungo e medio termine. Casse di risparmio e San Paolo (che nel 1932 diventa istituto di diritto pubblico), invece, grazie a una gestione prudente superano indenni la crisi. Raffaele Mattioli diventa l'amministratore delegato della Comit e da una sua proposta a Mussolini prende l'avvio quello che diventerà l'IRI. Dalla legge bancaria del 1936 escono potenziate le banche di diritto pubblico e in particolare il Banco di Napoli che amplia la rete e diventa leader sul territorio.
Negli anni della seconda guerra mondiale, Mattioli, antifascista, forma alla Comit la futura classe dirigente, inclusi Ugo La Malfa e Giovanni Malagodi.
Nel dopoguerra, Cariplo e San Paolo ricoprono un ruolo determinante per la ricostruzione mediante l'erogazione dei mutui fondiari.
Negli anni Cinquanta alla Cariplo Giordano dell'Amore dà impulso ai mediocrediti regionali, mentre la Banca Cattolica del Veneto diventa motore della crescita della terza Italia. Arrivano gli anni del boom economico, seguiti dalla stagnazione degli anni Settanta. Il San Paolo sviluppa i finanziamenti a medio-lungo termine per le opere pubbliche e prosegue la sua espansione: sono gli anni dell'espansione internazionale delle banche. Il tradizionale modello bancario si adegua ai molteplici mutamenti della finanza moderna.
Nei primi anni Ottanta una stagione di riforme culmina nella privatizzazione delle banche pubbliche, a cominciare dall'IMI e dalle casse di risparmio. Successive aggregazioni e fusioni danno vita ai più importanti gruppi bancari italiani. BAV, Cariplo e Comit diventano Banca Intesa; San Paolo e IMI si fondono aggregando il Banco di Napoli e il Gruppo Cardine. Nel 2006 il Gruppo Intesa e il Gruppo Sanpaolo IMI si accordano per la fusione e il 1 gennaio 2007 nasce Intesa Sanpaolo, a cui nel 2008 si aggiunge la Cassa di Risparmio di Firenze.
Intesa Sanpaolo "è un protagonista di questa stagione, rimane un albero grande e forte che unisce in sé i molti modi di essere banca [...] pronta ad affrontare le sfide del futuro".
BN/colore
misto
lingua
Italiano
formato
betacam SP
durata
17'36''
copyright
Intesa Sanpaolo