Multimedia
"L'Uomo del fiume", 1987
segnatura
VID00419
tipologia
audiovisivo
genere
Educational
date
1987
titolo collana/serie
Cariplo per la scuola; Arti, mestieri e tradizioni della nostra gente
luogo di produzione
Italia
distribuzione
Angelicum Film
responsabilità enti e persona
Martinelli, Renzo ( regista )
Martinelli, Renzo ( autore del soggetto )
Martinelli, Renzo ( sceneggiatore )
Barone, Dino ( autore del soggetto )
Barone, Dino ( sceneggiatore )
Studioemme ( produttore )
Cariplo, Servizio Propaganda e Sviluppo ( produttore )
Martinelli, Renzo ( autore del soggetto )
Martinelli, Renzo ( sceneggiatore )
Barone, Dino ( autore del soggetto )
Barone, Dino ( sceneggiatore )
Studioemme ( produttore )
Cariplo, Servizio Propaganda e Sviluppo ( produttore )
credits
Fotografia: Renzo Bertoni; montaggio: Alberto Moro.
sinossi
Il cortometraggio, prodotto dalla Cariplo e parte di una serie relativa ai mestieri e alle tradizioni italiane creata per la distribuzione gratuita nelle scuole, si focalizza sugli uomini che vivono sulle sponde del Ticino e sulle varie professioni legate al fiume. Una narrazione su immagini del fiume e fotografie d'epoca si alterna a testimonianze degli attuali "uomini del fiume", i "Tisinatt".
Il documentario inizia con una descrizione del percorso del fiume, che segue diversi bracci e collegamenti che cambiano anno dopo anno: gli uomini del fiume conoscono ogni diramazione e ne studiano il cambiamento giorno per giorno, conoscono le erbe e le piante medicinali che crescono sulle sponde, e per secoli hanno vissuto con quello che il fiume dona.
Vari i mestieri tradizionali legati al Ticino: la pesca; il trasporto di materiali quali sassi, sabbia e materiali ferrosi sulle grandi navi da carico dette "navi pavesi", manovrate da tre uomini e accompagnate da una barca più piccola, in cui venivano trasportati i cavalli che avrebbero trainato la nave durante le risalite; la ricerca dell'oro; la raccolta di erbe e arbusti quali l'erba "lisca", utilizzata dagli impagliatori di sedie, o della sabbia, o dei sassi bianchi utilizzati dalle fabbriche di ceramiche e di piastrelle.
Oggi il rapporto col fiume non è più necessariamente legato al lavoro, ma improntato per lo più "allo svago, al rispetto e alla conoscenza della bellezze del fiume": canoisti e appassionati del Ticino hanno per molti versi sostituito coloro che dal fiume hanno sempre ricevuto un mezzo di sostentamento. Ma l'uomo del fiume Gino "Capac" riflette: il fiume "mi ha messo qualche cosa nelle ossa e nel cuore e non son mai stato capace di potermi distaccare". Pur inquinato, per lui il Ticino è sempre "quello di una volta".
"Il fiume cambia, cambiano anche gli uomini", conclude il narratore, "ma c'è una categoria di persone per le quali il tempo sembra essersi fermato a qualche decennio fa, quando il Ticino era ancora un fiume azzurro: gente che vive in un mondo nel quale il fine settimana si chiama Ticino, gente che conosce ogni anfratto del fiume [...]: i 'Tisinatt'".
Il documentario inizia con una descrizione del percorso del fiume, che segue diversi bracci e collegamenti che cambiano anno dopo anno: gli uomini del fiume conoscono ogni diramazione e ne studiano il cambiamento giorno per giorno, conoscono le erbe e le piante medicinali che crescono sulle sponde, e per secoli hanno vissuto con quello che il fiume dona.
Vari i mestieri tradizionali legati al Ticino: la pesca; il trasporto di materiali quali sassi, sabbia e materiali ferrosi sulle grandi navi da carico dette "navi pavesi", manovrate da tre uomini e accompagnate da una barca più piccola, in cui venivano trasportati i cavalli che avrebbero trainato la nave durante le risalite; la ricerca dell'oro; la raccolta di erbe e arbusti quali l'erba "lisca", utilizzata dagli impagliatori di sedie, o della sabbia, o dei sassi bianchi utilizzati dalle fabbriche di ceramiche e di piastrelle.
Oggi il rapporto col fiume non è più necessariamente legato al lavoro, ma improntato per lo più "allo svago, al rispetto e alla conoscenza della bellezze del fiume": canoisti e appassionati del Ticino hanno per molti versi sostituito coloro che dal fiume hanno sempre ricevuto un mezzo di sostentamento. Ma l'uomo del fiume Gino "Capac" riflette: il fiume "mi ha messo qualche cosa nelle ossa e nel cuore e non son mai stato capace di potermi distaccare". Pur inquinato, per lui il Ticino è sempre "quello di una volta".
"Il fiume cambia, cambiano anche gli uomini", conclude il narratore, "ma c'è una categoria di persone per le quali il tempo sembra essersi fermato a qualche decennio fa, quando il Ticino era ancora un fiume azzurro: gente che vive in un mondo nel quale il fine settimana si chiama Ticino, gente che conosce ogni anfratto del fiume [...]: i 'Tisinatt'".
BN/colore
colore
lingua
Italiano
formato
16 mm
durata
22'20''
copyright
Intesa Sanpaolo