Banca Commerciale Italiana

Comitfrance - Milano, 1904 - 1998

segnatura
 5 Comitfrance-MI
consistenza
83 faldoni
storia istituzionale e biografia

La Banca Commerciale Italiana France (Comitfrance) fu costituita il 7 dicembre 1918 con un capitale di 10 milioni di franchi francesi. Come riportato nella riunione del Consiglio di Amministrazione della BCI del 27 febbraio 1919, l'istituzione della banca - che era stata peraltro deliberata nella seduta del 19 ottobre 1918 - seguì alle difficoltà di carattere fiscale che ostacolarono l'insediamento di una sede della BCI a Marsiglia (verbale del Consiglio di Amministrazione, vol. V, ff. 63-64).
Il senatore Luigi Canzi (1839-1922), che era allora presidente della BCI, fu nominato anche presidente della nuova banca, mentre Giuseppe Toeplitz ne fu vicepresidente, e Pietro Fenoglio, Luigi Marsaglia e Cesare Saldini consiglieri di amministrazione. Dal 1929, la presidenza fu affidata a francesi: Henri Giraud, dal 1929 al 1936; Paul Gauthier, dal 1937 al 1953; Henry Jahan, dal 1954 al 1971; Frédéric Berbigier, dal 1972 al 1978; Robert Chatin, dal 1978. Alla vicepresidenza invece furono nominati italiani: dal 1937, Silvio Crespi; nel 1941 Alberto D'Agostino; dal 1942 al 1962 Antonio Rossi; dal 1963 Luigi Lupo, succeduto nel 1976 da Carlo Gragnani.

Comitfrance ebbe come fine sociale lo svolgimento di tutte le operazioni bancarie (sia per proprio conto che per conto terzi), incluse quelle relative ai depositi, ai riporti e alle commissioni su operazioni in merci. Essa aveva anche l'incarico di gestire i magazzini generali e poteva avere interessi in società finanziarie, industriali, estrattive, immobiliari e commerciali.
La sede sociale fu stabilita a Parigi (rue de la Chuassée d'Antin, n. 9 e dal 1949 a rue Halévy, n. 14) mentre a Marsiglia fu posta la sede della Direzione Generale.
L'espansione di Comitfrance iniziò nel sud-est della Francia. Oltre a Marsiglia, dove aveva preso il seguito di un ufficio di Sudameris là esistente, aprì filiali in Costa Azzurra, rilevando gli sportelli dell'Union Franco-Italienne de Crédit Coopératif (allora in liquidazione) a Mentone, Bealieu e Beausoleil; gli sportelli dell'Union della riviera italiana (Ventimiglia, Bordighera e Sanremo) furono invece assorbiti dalla BCI e posti alle dipendenze della sede di Genova. Nel 1920 Comitfrance si insediò a Nizza, Monte Carlo e Monaco, formando insieme alle precedenti, il gruppo delle Alpi Marittime
Lo sviluppo iniziale della banca fu favorito dalla conclusione degli accordi commerciali tra Italia e Francia nel 1922. Gli accordi infatti portarono ad una intensificazione dei traffici tra i due paesi e permisero alla banca di allargare la cerchia della clientela alle case di commercio interessate all'import-export con l'Italia. Fino allo scoppio della Grande Crisi del 1929 l'attività di Comitfrance fu legata soprattutto a quella della casa madre e delle sue affiliazioni balcaniche, con operazioni in divisa.
L'apertura di nuove agenzie in Costa Azzurra proseguì dalla seconda metà degli anni '20: a Cannes nel 1927, a Cagnes sur Mer nel 1928, a Juan les Pins nel 1932 e a Villefranche nel 1937. A queste si aggiunse nel 1932 l'acquisizione della filiale di Sudameris a Tolosa, dove era presente una cospicua comunità di italiani; la filiale fu sottoposta alle dipendenza di quella di Marsiglia.
A causa della loro modesta attività, tuttavia, varie agenzie furono chiuse tra gli anni '30 e l'inizio degli anni '40: Cagnes sur Mer nel 1933; Beausoleil nel 1936; Beaulieu nel 1937; Juan les Pins, Tolosa e Villefranche nel 1939; Mentone nel 1944.

Comitfrance si insediò anche a Casablanca, con l'apertura di una filiale nel 1928. Il Marocco, che era parte dell'impero coloniale francese, rappresentava infatti un importante mercato sia di approvvigionamento delle città francesi per alcuni prodotti tradizionali che di assorbimento per le esportazioni francesi, in quanto la maggior parte di questo movimento commerciale passava per i porti di Marsiglia e di Casablanca.

Negli anni 1940-1945 l'attività delle filiali fu influenzata dalle vicende belliche.
Alla dichiarazione di guerra da parte dell'Italia, furono arrestati i funzionari e gli impiegati italiani delle filiali in Francia. La banca venne messa sotto sequestro: solo la sede di Nizza e l'agenzia di Cannes non interruppero il lavoro; la filiale del Principato di Monaco fu aperta solo per il servizio cassette e quella di Marsiglia rimase chiusa dal 10 al 14 giugno, riprendendo poi una ridottissima attività. Pochi giorni dopo la firma dell'armistizio (24 giugno 1940), il sequestro delle filiali fu revocato e ripresero regolarmente ad operare. Durante il conflitto le filiali non subirono gravi danni materiali ma diminuirono la loro attività. Nel 1944, con lo sbarco degli Alleati nel sud della Francia (operazione Dragoon), fu evitato il loro sequestro come bene nemico.
La filiale marocchina ebbe difficoltà a causa dei provvedimenti restrittivi presi dalle autorità locali (proibizione dell'esportazione di capitali, monopolio delle operazioni in cambi dell'Office Marocain des Changes e restrizioni nel commercio con l'estero) allo scoppio della guerra. Il Marocco, infatti, era sotto il protettorato francese (tranne la parte orientale legata alla Spagna) dalla metà degli anni '30 e durante la Seconda guerra mondiale fu legato al regime di Vichy, sebbene rimase non belligerante. In seguito allo sbarco alleato nel paese nel novembre 1942 (Casablanca fu conquistata l'11 novembre), la banca fu chiusa e messa sotto sequestro, posta in liquidazione e il suo personale internato.


Alla fine della guerra l'attività di Comitfrance riprese la sua espansione, in linea con quella degli affari e degli scambi commerciali, molto attivi soprattutto tra le colonie e la Francia. In Marocco furono aperte due agenzie a Casablanca e un'agenzia a Rabat. La BCI decise inoltre l'apertura di un Ufficio di Rappresentanza a Parigi (1949), affidata alla direzione di Luigi Lupo e Luigi Fratellini.
Nel 1948 l'Istituto procedette ad un primo aumento di capitale (da 10 milioni a 150 milioni di franchi), a cui ne fece seguire un altro nel 1953 (da 150 a 300 milioni di franchi). Successivi incrementi avvennero nel 1960 (da 3 milioni a 5 milioni di nuovi franchi), nel 1964 (da 5 a 10 milioni di nuovi franchi) e nel 1973 (a 15 milioni di nuovi franchi).
In Marocco, nel contesto del programma di nazionalizzazione del governo, il 31 maggio 1962 Comitfrance firmò (con effetto retroattivo dal 1° gennaio 1962) la cessione della filiale nel paese alla Banque Marocaine du Commerce Extérieur (Bmce). La Bmce era posseduta in maggioranza dallo Stato marocchino e al momento della sua costituzione aveva firmato una convenzione con il Governo che le garantiva un diritto di priorità nell'ambito del commercio estero. La BCI fu la prima banca straniera presente in Marocco ad agire in questa forma. Dal 1° settembre dello stesso anno, nei locali occupati sino ad allora da Comitfrance furono aperti gli sportelli della Bmce, che esercitarono la loro attività con buona parte del personale (in maggioranza di origine italiana) della banca italo-francese; quest'ultima, inoltre, si impegnava a fornire assistenza tecnica alla Bmce per due anni. In base agli accordi, infine, Comitfrance assunse una partecipazione del 16.66% della Bmce - risultante dall'aumento di capitale di quest'ultima -, che fu poi trasferita alla BCI. La BCI divenne così il più importante azionista straniero della Bmce (essendo gli altri: Banco di Roma, Bank of America, Bank of West Africa Ltd, Commerzbank A.G., Skandinaviska Banken, Banque Française pour le Commerce Exterieur, ciascuna con 2,77%; Gruppo Mouton Roger, 12,50%, privati marocchini, 4,22%). La banca italiana o Comitfrance mantenne la partecipazione nella Banque Nationale pour le Developpement Economique, creata dal Governo marocchino alla metà del 1959 con la partecipazione di varie società estere per il credito a medio termine e lo sviluppo industriale.

Dalla metà degli anni '60 Comitfrance allargò la sua presenza con l'apertura di nuove agenzie nelle città dove era già presente - Marsiglia (28 agosto 1969 e 3 settembre 1969), Nizza (6 agosto 1965, 25 giugno 1969 e 1 gennaio 1975), Cannes (29 gennaio 1973) Monte Carlo (25 aprile 1968) - o in città dove era stata prima presente - Cagnes sur Mer (12 giugno 1973) e Beaulieu-sur-Mer (30 giugno 1972) - o in città dove non si era ancora insediata - Saint-Laurent-du-Var (23 luglio 1973), Fréjus (16 maggio 1973), Antibes (12 febbraio e 16 maggio 1973), Saint Tropez (16 maggio 1973) e Draguignan (18 settembre 1973). A Parigi fu aperto uno sportello nel maggio 1978.
Inoltre iniziò ad assumere partecipazioni in società, soprattutto immobiliari (es. Sci Chemin Vert Popincourt), attività che proseguì soprattutto tra la fine degli anni '80 e gli anni '90 (es. Sophia Mur Comit Conseil).

Alla fine del 1978 Comitfrance fu fusa con le attività metripolitane di Sudameris (fatta eccezione dei Services Central des Changes e degli attivi immobiliari) e Crédit d'Escompte, banca già interamente controllata da Sudameris. L'operazione, che è da contestualizzarsi nella ristrutturazione delle attività di Sudameris in Francia, diede origine ad una nuova entità Banque Sudameris France. Nella relazione del Consiglio di Amministrazione per l'esercizio 1978 presentata all'Assemblea Generale di Comitfrance del 25 aprile 1979 (pp. 3-4), si indicarono tre principali ragioni alla base dell'operazione: complementarietà delle condizioni di attività di Comitfrance e Sudameris; necessità di una gestione più efficiente delle tre banche; necessità di dare al gruppo Sudameris una struttura più logica e più funzionale, separando giuridicamente e contabilmente le sue relazioni con la clientela francese dai suoi interventi nel mercato internazionale (operazioni in divise), le sue attività all'estero e il suo ruolo di holding di partecipazioni bancarie e finanziarie.
Da un punto di vista organizzativo si creò una Direction Centrale di Comitfrance, distinta dalla Direction Générale della società madre, Sudameris, sebbene le funzioni di Président- Directeur Général e di Directeur Général fossero svolte dalle medesime persone. Al momento della costituzione della nuova entità, Président-Directeur Général fu Jacques Vincenot, mentre Directeur Général Vincenzo Sozzani; a quest'ultimo furono affiancati due Directeur Généraux Adjoints, G. Baudouin e Tommaso Taddonio. La banca disponeva di un capitale azionario di 51,7 milioni di franchi francesi. La sede sociale fu quella di Sudameris, a Parigi in 12 rue Halévy.
Nel 1981 Chatin, fino ad allora vicepresidente della banca, assunse la presidenza mantenendola fino al 1990.
Al momento della fusione, il capitale di Banque Sudameris France risultò diviso tra Banque Sudameris per l'84.9%, e la BCI per il 15.1%. Negli anni successivi si modificò, giungendo nel 1990 ad essere per il 90.04% in possesso di Sudameris e per il 9.96% della BCI.
La perdita di interesse strategico per la partecipazione in Sudameris France da parte del gruppo Sudameris, condusse il gruppo alla scelta della sua dismissione all'inizio del 1990 e all'avvio della ricerca di un'acquirente, con la limitazione - richiesta dalla BCI - di escludere azionisti italiani. Data la contestuale intenzione da parte della BCI di rafforzare la sua presenza in Europa e l'opportunità di presidiare un mercato come quello francese che era strutturalmente non dissimile a quello italiano e che presentava con quest'ultimo un volume di interscambio commerciale rilevante, la BCI scartò l'ipotesi iniziale di aprire una filiale a Parigi - dove era già presente con un Ufficio di Rappresentava dal 1949, orientandosi all'acquisizione del controllo di Banque Sudameris France. Pur comportando un onere finanziario maggiore, l'operazione si riteneva presentasse "migliori garanzie in merito al conseguimento nell'immediato di risultati economici soddisfacenti" e "un maggiore grado di penetrazione nel mercato francese" (Consiglio di Amministrazione della BCI del 20 settembre 1990). In seguito alla firma di intenti tra la BCI e Sudameris l'11 ottobre 1990, la BCI acquisì il 90% del capitale e contestualmente procedette ad un aumento del capitale fino a 500 milioni di franchi francesi da attuarsi in due tranche in due anni (Consiglio di Amministrazione della BCI del 25 ottobre 1990). Con decorrenza 21 marzo 1991, la ragione sociale fu modificata in Banca Commerciale Italiana (France) S.A. A fine marzo, inoltre, fu decisa la chiusura dell'Ufficio di Rappresentanza di Parigi, le cui funzioni furono demandate a Comitfrance. Jean François Mallé fu nominato presidente, seguito nel 1995 da Giorgio Winteler.

In applicazione della legge Amato e alla normativa relativa alla disciplina del ‘gruppo creditizio' (legge 30 luglio 1990, n. 218 e decreto legislativo 20 novembre 1990 n. 356), le azioni detenute dalla BCI in Comitfrance dovettero essere trasferite alla sua subholding di partecipazioni bancarie e finanziarie estere, la Comit Holding International. Il trasferimento delle azioni fu perfezionato il 25 giugno 1992.

contenuto

Si veda il campo 'Contenuto' di ciascuna sottoserie.

tipologia
Si veda il campo 'Tipologia' di ciascuna sottoserie.
criteri di ordinamento

Data la mancanza di un ordine pre-esistente delle carte, si è proceduto alla costruzione di un ordinamento in sottoserie di carattere istituzionale. 
Per le sottoserie si è quindi seguito un ordine cronologico (sottoserie 1-2 e 6) e un ordine per materia (sottoserie 3-5).

materiale perduto
Si veda il campo 'Materiale perduto' di ciascuna sottoserie.
valutazione e scarto
Si veda il campo 'Valutazione e scarto' di ciascuna sottoserie.
strumenti di ricerca
Inventario semi-analitico a cura di Ilaria Pasotti (2019).
consultabilità
Libera come da regolamento dell'Archivio storico, secondo la legge archivistica (40 anni della produzione delle carte).
copyright
Intesa Sanpaolo.
lingua della documentazione
Francese (in prevalenza), italiano e inglese.
stato di conservazione
Si è ripulito dalla polvere.
fonti complementari
Fonti interne Riferimenti a Comitfrance si trovano soprattutto nei seguenti fondi: Segreteria del Consiglio; Carte di Raffaele Mattioli; Carte di Carlo Bombieri; Carte di Alberto d'Agostino; Carte di Francesco Cingano; Carte del Personale; Servizio Estero; Sudameris-Parigi; Contabilità; Ufficio Finanziario; Partecipazioni estere; Comitfrance-Parigi. Tracce sono presenti anche in: Carte del presidente Camillo Giussani; Carte di Antonio Rossi; Carte di Enrico Righi; Ufficio Immobili; Servizio Legale; Rappresentanza di Roma; Servizio Filiali Italiane; Carte personali e famigliari di Otto Joel; carte personali di Eugenio Mazzaroli; Pensioni per il personale della BCI; Carte personali di Franco Bonelli; Carte personali di Bruno Dolcetta; Carte personali di Massimiliano Majnoni d'Intignano. Fonti esterne /
bibliografia

Banca Commerciale Italiana-Archivio Storico, Servizio Estero e rete estera, Collana inventari, Milano, 1997.

Berbenni Enrico, Banche di frontiera. Credito e moneta sul confine italo-svizzero, Franco Angeli, Milano, 2015.

Bonin Hubert, Transnational companies, 19th-20th centuries, Plage, Parigi, 2002.

Brambilla Carlo, La sfida internazionale della Comit, Il Mulino, Bologna, 2013.

Brocca Carlo, Pagine perdute e ritrovate, pubblicato a cura dell'Autore, 2008 (Brocca è stato procuratore di Comitfrance tra il 1950 e il 1952)

Conti Ettore, Dal taccuino di un borghese, Il Mulino, Bologna, 1986 (Conte è stato consigliere di amministrazione; Comitfrance è citata a p. 354)

Di Quirico Roberto, "Il sistema Comit. Le partecipazioni estere della Banca Commerciale Italiana tra il 1918 e il 1931", Rivista di Storia economica, vol. 12, 1995, n. 2, pp. 175-218.

Di Quirico Roberto, Le banche italiane all'estero, 1900-1950: espansione bancaria all'estero e integrazione finanziaria internazionale nell'Italia degli anni tra le due guerre, EPAP, Firenze, 2000.