Banca Commerciale Italiana
Società Finanziaria Industriale Italiana (Sofindit), 1905 - 1938
Nel marzo del 1930, di fronte alle prime avvisaglie della grande crisi, la BCI cercò di accelerare il processo di riconversione industriale delle proprie partecipazioni mediante la trasformazione della Cisalpina in una holding di smobilizzo, ma i risultati furono insoddisfacenti: si procedette solo a un potenziamento del suo capitale e al mutamento della ragione sociale in Società Finanziaria Industriale Italiana.
Già negli anni precedenti, come riflesso di una sfavorevole situazione economica, interna e internazionale, e nel tentativo di razionalizzare drasticamente le proprie partecipazioni industriali, era stata avvertita, all'interno della BCI, l'esigenza di potenziare il settore della sorveglianza industriale, riorganizzando la rete dei fiduciari e ristrutturando gli uffici tecnici già esistenti. Furono assunti giovani tecnici e, nell'ottobre del 1929, venne istituita, come organo coordinatore, la Segreteria Industriale, guidata da Giorgio Di Veroli (v. l'introduzione allegata e le schede serie).
Aggravatasi, nel corso del 1931, la situazione di illiquidità della BCI, si pervenne alla Convenzione di Roma del 31 ottobre 1931, stipulata tra il governo italiano, la Banca d'Italia e la BCI. Tale convenzione sancì la cessione alla Sofindit dell'intero portafoglio industriale della BCI, relativo ad oltre trecento società.
La Sofindit si trasformò, quindi, in una holding di smobilizzo, autonoma rispetto alla BCI e sorvegliata direttamente dal governo. Di Veroli venne nominato direttore generale, mentre furono presidenti Guido Jung (dicembre 1931 - luglio 1932) e poi Camillo Ara. Il nuovo staff di Di Veroli, che ereditava la professionalità e le informazioni delle segreterie tecniche della BCI (v. la scheda serie dell'Archivio Sofindit), affrontò un intenso lavoro di ristrutturazione e di riorganizzazione delle imprese passate sotto il suo controllo, che durò tre soli anni, dal gennaio del 1932 all'aprile del 1935.
La Sofindit fu liquidata, infatti, nel marzo del 1934, con la cessione di tutte le sue attività all'IRI, che già dal marzo del 1933 ne deteneva l'intero pacchetto: il lavoro del gruppo di Di Veroli proseguì ancora per un anno, mutando la sua denominazione istituzionale in IRI-Ispettorato Tecnico.
Il fondo raccoglie, quindi, per stratificazione temporale dal 1905 al 1931, le carte degli uffici di alcuni dei principali esperti della BCI, addetti al controllo contabile e alla sorveglianza tecnico-industriale (cart. 1-237). A questo materiale si sono aggiunte, per il periodo 1932-1938 e spesso come prosecuzione delle pratiche precedenti, le carte della Sofindit e di Giorgio Di Veroli (cart. 238-420).
Vi domina quindi un complesso d informazioni di prima mano, raccolte mediante sopralluoghi e analisi contabili, sulle imprese controllate dalla BCI. Si tratta di uno dei più importanti archivi per la storia dell'industria italiana.
Per ulteriori dettagli cfr. l'introduzione allegata e le schede serie.
Da un preliminare confronto con gli elenchi di versamento dell'epoca, è emersa una sostanziale differenza tra le pratiche societarie che si erano stratificate nel tempo presso le varie segreterie tecniche della BCI e della Sofindit (21casse) e quelle del direttore generale della Sofindit (8 casse).
Si è quindi proceduto al riordinamento delle carte, rispettando la distinzione tra le serie originarie: di conseguenza, le pratiche intestate a ogni singola impresa non sono state raggruppate in un'unica posizione, ma sono rimaste ciascuna nella propria sezione d'appartenenza.
Per ulteriori dettagli cfr. le schede serie.
E' impossibile fornire qui, in breve, una bibliografia esauriente. Sugli studi che hanno citato la Sofindit prima dell'apertura di questo fondo al pubblico (1991), cfr. la bibliografia citata in Guido MONTANARI, introduzione all'inventario Società Finanziaria Industriale Italiana (Sofindit), Milano, Banca Commerciale Italiana, 1991, nel cui ambito restano pur sempre fondamentali l'opuscolo istituzionale Sofindit. Via Durini, 9 - Milano. 1932-1957, S.l., s.d., e il saggio di Gianni TONIOLO, Crisi economica e smobilizzo pubblico delle banche miste (1930-1934), in: Gianni TONIOLO (a cura di), Industria e banca nella grande crisi 1929-1934, Milano, 1978, pp. 284-352.
Gli studi, prevalentemente di storia industriale, che si basano sulla consultazione delle Carte Sofindit, sono più di cento, tra cui oltre quaranta tesi di laurea (v. elenco aggiornato in allegato); cfr. anche Alberto GOTTARELLI - Guido MONTANARI - Francesca PINO, Studies in the use of the BCI historical archive: an historical research and reference service in an age of fast change, in "Business Archives Principles and Practice", London, n. 75, May 1998, pp. 57-69.
Dal 2017 numerose carte riguardante la Rinascente provenienti dal fondo Sofindit sono pubblicate on line nell'Archivio Storico della Rinascente https://archives.rinascente.it/it/funds/archivio_intesa_sanpaolo.
Oltre alla fondamentale opera di Antonio CONFALONIERI, Banche miste e grande industria in Italia 1914-1933. Vol. II: I rapporti banca-industria, Milano, BCI, 1997, si vedano i seguenti studi sulla struttura del fondo Sofindit:
- Giovanni BRUNO, Banca e industria: l'archivio Sofindit, in "Studi Storici", 1991, n. 2, pp. 465-70;
- Ferruccio RICCIARDI, Gestione e riorganizzazione industriale durante la crisi: da Comit a Sofindit (1930-1934), in "Archivi e Imprese",
anno IX, luglio-dicembre 1998, 18, pp. 291-343;
- Simona GIGLIETTA, La collana inventari dell'Archivio Storico della Banca Commerciale Italiana, in "Rivista di storia finanziaria", luglio-
dicembre 2001, n. 7, pp. 67-80.
Da consultare infine Nicola DE IANNI, Il ministro soldato. Vita di Guido Jung, Soveria Mannelli (Cz), Rubbettino Editore, 2009.