Banca Commerciale Italiana

Carte personali di Massimiliano Majnoni d'Intignano, 1898 - 1957

segnatura
 9 P-MAJ
consistenza
115 cartelle
struttura
5 serie
storia istituzionale e biografia
Massimiliano Majnoni d'Intignano ('Max') nasce nella villa avita di Incino d'Erba (Como) nel 1894 e abita fino al 1925 a Milano, a Palazzo Reale, nell'appartamento a disposizione del padre Achille, architetto della Real Casa e intimo amico di Umberto I. Riceve una rigida educazione tradizionale (frequenta il liceo ginnasio "Cesare Beccaria" e si laurea in Giurisprudenza a Pavia nel 1920), a contatto con l'ambiente elitario dell'aristocrazia lombarda e toscana (la madre, Maria di Poggio Baldovinetti è infatti di antica nobiltà fiorentina, come lo sarà la moglie, Marcella Guicciardini, sposata nel 1922) e con il pensiero liberale delle frequentazioni paterne (tra tutti, Luigi Albertini, amico di Achille). L'incontro con il domenicano padre Clérissac, che diventerà la sua guida spirituale, e l'esperienza dura e intensa della guerra di trincea, combattuta sui ghiacciai dell'Adamello, completano gli anni della formazione del giovane Majnoni, trasformando un "adolescente letterario" in un "capitano degli alpini".
Dopo avere partecipato alla conferenza di pace di Versailles e ad una missione in Transcaucasia a fianco di Ettore Conti, allora consigliere della BCI, Majnoni entra alla Comit nell'aprile 1920, percorrendone velocemente il cursus honorum: dopo avere affiancato Ludovico Toeplitz alla Segreteria Estero, diventa prima vice direttore e poi direttore della filiale di Como.
Richiamato nel 1934 in Dircomit, presso la Segreteria Italia, dove collabora con Malagodi, alla morte improvvisa di Ugo Baracchi viene inviato alla Rappresentanza BCI a Roma, di cui assume la dirigenza nel giugno 1935. Prende alloggio a Palazzo Colonna, sede della stessa Rappresentanza, che diventa, negli anni della guerra e durante l'occupazione nazifascista di Roma, un "autentico crocevia dell'antifascismo militante". Le conoscenze di Majnoni negli ambienti della corte, dell'aristocrazia romana e del Vaticano, gli consentono di avere accesso a luoghi, personaggi e informazioni riservate: è lui, ad esempio, il testimone dei noti contatti tra Mattioli e Maria Josè, propiziati dall'amica e "aristocratica ribelle" Giuliana Benzoni. Nel 1947 Majnoni, stanco e già malato, ottiene il pensionamento dalla Comit, continuando comunque ad esercitare alcuni incarichi come consigliere di amministrazione presso le società Rifaer e Caboto.
Tra il 1947 e il 1957, si ritira nella sua fattoria toscana di Marti (Pisa), dove si dedica alla cura delle sue proprietà agricole, occupazione a lungo rimpianta e rimandata. Inoltre, affianca alla gestione del patrimonio i propri interessi culturali: riordina l'archivio di famiglia e la biblioteca, inizia una monografia sul tramonto della nobiltà lombarda, scrive approfondimenti su argomenti di politica ed economia, prosegue nella stesura quotidiana del suo diario e nell'intrattenimento di una fitta corrispondenza con parenti, amici, colleghi e conoscenti.
Muore nel 1957, dopo una lunga malattia.
passaggi di proprietà
Provenienza: Marchese Stefano Majnoni, figlio di Massimiliano Majnoni e proprietario dell'archivio Majnoni-Baldovinetti di Marti (Pisa)
date di versamento
In copia digitale, in diverse tranches, dal gennaio 2004 all'ottobre 2005
criteri di ordinamento
Durante gli anni '40, Massimiliano Majnoni decide di trasferire il proprio archivio di famiglia all'ultimo piano della villa toscana di Marti (Pisa). Dopo un breve intervento da parte dell'archivista Antonio Gigli, interrottosi a causa della guerra, il riordino dell'archivio viene condotto dallo stesso Majnoni, coadiuvato dall'archivista Gino Corti. Dalla corrispondenza con il Corti, si evince la metodologia seguita dal marchese, che procede al riconoscimento dei vari corrispondenti, al riordinamento dei fascicoli nominativi e alla suddivisione delle carte in 3 nuclei: i famigliari e i parenti, gli amici, i colleghi e i conoscenti, in ordine alfabetico per cognome, e le miscellanee, per argomento. Alla morte di Majnoni, il lavoro non è concluso e l'archivio viene a lungo dimenticato, fino all'intervento archivistico del 1997, condotto da Rita Romanelli e finalizzato a completare il riordinamento sulla base dei criteri già impostati dal soggetto produttore e a redigerel'elenco completo dei corrispondenti di Massimiliano Majnoni. Durante il biennio 2004-2005, infine, si è concluso il riordinamento delle carte miscellanee e si è proceduto alla "cartulazione" delle lettere e alla redazione del presente inventario analitico.
strumenti di ricerca
"Inventario dell'Archivio di Massimiliano Majnoni", a cura di Rita Romanelli e Valeria Ronchini, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2006.
consultabilità
Libera, come da regolamento dell'Archivio Storico, con le cautele di legge sui dati personali riservati per i faldoni 1-7, 13-78, 101-105 108 e 114-115. Le carte collocate nei faldoni 8-12 e 79-89, 93-100 sono a Marti presso l'Archivio Majnoni a cui si deve fare richiesta. La trascrizione dei diari (cart. 93-100) sono consultabili solo dopo aver chiesto il permesso agli eredi Majnoni e solo fino al 1945.
copyright
Famiglia Majnoni
lingua della documentazione
Inglese, francese e russo
stato di conservazione
Generalmente buono
copie
La consultazione è solo in copia digitale, tranne i diari che sono riprodotti in fotocopia e sono stati trascritti
fonti complementari
Fonti complementari interne Majnoni è responsabile della carte create all'interno del fondo della Rappresentanza di Roma per il periodo 1935-1946, archiviate con particolare cura. E' presente anche in molti fascicoli delle Carte Mattioli. Altre tracce del suo lavoro sono individuabili nelle carte dell'Ufficio Studi e tra le pratiche di Antonio Rossi e di Emilio Brusa. Fonti complementari esterne Archivio Majnoni-Baldovinetti di Marti (Pisa), Archivio Majnoni di Erba (Como), fondo Guicciardini-Corsi-Salviati conservato presso l'Archivio di Stato di Firenze. Lettere di Majonin si possono trovare anche negli archivi privati di colleghi e amici.
bibliografia

Scritti di Majnoni e dei suoi  famigliari:
Stefano MAJNONI, Una educazione, Firenze, Lugli, 2003.
Collegio Araldico, Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, decima edizione (1940-1949), Roma, Istituto Araldico Romano, 1948, sub voce "Majnoni d'Intignano".
Massimiliano MAJNONI, «Sopravvivere alle rovine». Diario privato di un banchiere (Roma 1943-1945), a cura di Marino Viganò,  Torino, Aragno, 2013.
Giuseppe DE LUCA - Massimiliano MAJNONI , Carteggio 1936-1957, a cura di Sebastiano NEROZZI e con introduzione di Stefano MAJNONI, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2007.

Pubblicazioni in cui è citato Majnoni:
Giuliana BENZONI, La vita ribelle. Memorie di una aristocratica italiana fra belle époque e repubblica, Bologna, Il Mulino, 1985.
Alfredo PIZZONI, Alla guida del CLNAI. Memorie per i miei figli, Torino, Einaudi, 1993.
Renata BROGGINI, Terra d'asilo. I rifugiati italiani in Svizzera 1943-1945, Lugano-Bologna, Fondazione BSI - Il Mulino, 1993.
Marcello MUSTE' (a cura di), Carteggio Croce-Antoni, Napoli, Il Mulino, 1996.
Eduard A. SAFARIK, Palazzo Colonna, Roma, Edizioni De Luca, 1999.
Francesca PINO, Introduzione a Segreteria degli Amministratori Delegati Facconi e Mattioli (1926-1972), Milano, BCI, 2000.
Guido MONTANARI, Francesca PINO, Mattioli e La Malfa: nuovi documenti, in La cerchia milanese di Ugo La Malfa, Soveria Mannelli (Catanzaro), Rubettino, 2004.
Benedetto CROCE, Taccuini di guerra, a cura di Cinzia Cassani, Milano, Adelphi, 2004.

Studi nati dalla consultazione delle Carte Majnoni:
Valeria RONCHINI, L'ambasciatore della Banca a Roma: il marchese Majnoni, in: "Idee e persone", n. 6, dicembre 2006, pp. 42-43;
Idem, From dictatorship to Republic: fascism and anti-fascism in marquis Majnoni private papers and diaries, in "Bulletin. Newsletter from the EABH", n. 1/2007", pp. 7-9.
Felicita AUDISIO, I Drutskoj in Italia. Dal 1860 al 1940, Firenze, Le Lettere, 2009.
Guido MONTANARI, Francesca GAIDO, Francesca PINO, Due banchieri nella Resistenza romana: Raffaele Mattioli e Stefano Siglienti, Milano, Intesa Sanpaolo, 2013.