Banca Commerciale Italiana
Corrispondenza di Raffaele Mattioli, 1925 - 1972
Raffaele Mattioli iniziò il 1° novembre 1925 a produrre la propria corrispondenza quale "capo di gabinetto" dell'Amministratore Delegato Giuseppe Toeplitz. E' da segnalare una presenza sporadica di incarichi svolti per conto della famiglia Toeplitz. Promosso "direttore addetto alla Direzione Centrale" il 27 ottobre 1928, Mattioli fu nominato direttore centrale il 28 marzo 1931 e divenne amministratore delegato - congiuntamente a Michelangelo Facconi - il 25 marzo 1933.
Nel periodo compreso tra l'8 settembre 1943 e il maggio 1945 Mattioli trasferì la sua sede di lavoro a Roma (cfr. VCE, vol. 24°, f. 80, 28 settembre 1943), per preparare, nel quadro dell'Italia liberata, la Ricostruzione del Paese. Sull'attività di Mattioli al vertice della Banca si rimanda alle introduzioni presenti nei due inventari a stampa.
1. Pieriodo 1925-1945.
Mattioli si occupò, esercitando una crescente influenza, di tutti gli affari trattati dall'Amministratore Delegato Toeplitz, concernenti:
- i rapporti con le autorità presenti a Roma e con il mondo della stampa;
- i commenti alle relazioni annuali di bilancio della Comit;
- i carteggi con la rete italiana ed estera e la situazione dei cambi e Quota 90 (battaglia della Lira);
- gli interventi a sostegno delle quotazioni di titoli in Borsa e i carteggi con agenti di cambio;
- i rapporti con gli industriali più vicini al gruppo BCI;
- i rapporti con banchieri esteri.
Negli anni Trenta si aggiunsero:
- le nuove regole del sistema bancario dopo la legge del 1936;
- il controllo dei cambi e l'applicazione degli accordi commerciali con i diversi paesi esteri (clearing);
- la problematiche dell'autarchia, dello Sato corporativo e delle sanzioni contro l'Italia;
- le notizie politiche e di stampa dall'estero;
- le discriminazioni razziali dopo le leggi del 1938;
- la protezione della Banca dai rischi di guerra, e le azioni di solidarietà a favore di perseguitati e familiari di dispersi; si segnala, inoltre, il fascicolo dei Fondi versati alla Resistenza (cart. 249, 2° fasc. Enrico Righi).
I rapporti amicali e culturali con poeti, artisti e scrittori sono presenti in questi carteggi.
2. Periodo 1946-1972
Nelle carte relative a questo periodo, si può studiare il pensiero e all'opera di Mattioli dagli anni della Ricostruzione a quelli del miracolo economico italiano, sino alle prime avvisaglie della stagnazione. Grazie alla puntuale segnalazione delle sue riflessioni e dei suoi memoriali alle autorità economiche, italiane e internazionali, emergono le sue innovative concezioni di banchiere per lo sviluppo economico e civile italiano, dall'imprescindibilità del credito all'economia reale, alla funzione storica dell'intervento dello Stato attraverso l'Iri, alla corretta applicazione delle regole del gioco nel mercato e nelle istituzioni.
La lettura delle carte mostra le sue analisi sia strutturali che congiunturali da cui scaturivano proposte di politica economica definite eretiche in quanto aliene da ogni dogmatismo. Tra le sue lezioni, utili per l'oggi, la necessità di allevare i giovani talenti e di promuovere in ogni campo la coesione delle forze in gioco. Pur essendo carte di banca, sono frequenti i riferimenti alle iniziative di Mattioli in ambito culturale, settore in cui si manifestò la sua creatività con l'ideazione di prestigiose istituzioni per la ricerca e la formazione dei giovani studiosi.
Vi sono inoltre qui testimonianze inedite sulle istituzioni e sulle professionalità economiche, sul clima politico e civile italiano, su personalità celebri come il segretario del PCI Palmiro Togliatti (a cui scrisse una famosa lettera nel 1947); su banchieri, imprenditori pubblici e civil servants come Donato Menichella, Guido Carli, Pasquale Saraceno, Enrico Mattei, Giuseppe Petrilli, Stefano Siglienti e Bruno Visentini. Ci si imbatte negli americani Rockefeller; negli industriali (fra i quali Giuseppe Lauro - direttore generale della Innocenti-, Adriano Olivetti e Vittorio Valletta); nelle case editrici (anche nel perido precedente) Einaudi, Electa, Mondadori, Rizzoli, Ricciardi e Sansoni. Innumerevoli sono gli intellettuali, studiosi, scrittori e poeti, oltre al maestro Benedetto Croce. Tra gli artisti si ricordano Renato Guttuso, Giacomo Manzù e Giorgio Morandi e gli architetti Gigiotti Zanini e Giuseppe de Finetti. Infine, tra gli economisti, in primis Luigi Einaudi e Piero Sraffa. Molti elementi nuovi emergono sulla ricerca economica e sul ruolo degli uffici studi aziendali.
Importanti furono l'impulso e la partecipazione di Mattioli a prestigiose istituzioni culturali come l'Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli, la Fondazione di Studi di Storia dell'Arte Roberto Longhi, da lui create, l'Associazione Italo-Americana, la Casa della Cultura di Milano e l'Accademia della Crusca. Le carte ritraggono al lavoro personalità della Comit come Antonello Gerbi, Giovanni Malagodi, Giorgio Di Veroli, Enrico Cuccia, Sergio Solmi. Massimiliano Majnoni, Leo Valiani, Ettore Bottoni, Corrado Franzi, Filippo Migliorisi, Innocenzo Monti e Carlo Bombieri.
La parte dedicata ai documenti chiave e alle immagini, molte delle quali inedite, mostrano Mattioli al centro della sua rete di collaboratori, nei rapporti con le autorità istituzionali e bancarie italiane e internazionali, ma anche in privato. Si restituisce così un'immagine più completa, consentendo a specialisti (e non) di seguire la parabola professionale ed esistenziale di un uomo tra i più corteggiati dalla politica italiana, ma anche fra i più ritrosi ad apparire in pubblico.
Dopo aver effettuato una completa analisi, sono stati operati due interventi:
1) la riunione in un unico ordine alfabetico degli "svecchiamenti" periodici dei carteggi dalla cassettiera della Segreteria dell'Amministratore Delegato (avendo constatato che tali "svecchiamenti" erano avvenuti senza criteri particolari, cronologici o tematici);
2) inserimento delle carte miscellanee affluite in date diverse all'Archivio Storico, provenienti dal segretario del Consiglio Emilio Brusa, uomo di fiducia di Mattioli e attento custode, anche dopo la sua morte, degli archivi di vertice della Comit, e dallo storico Giorgio Rodano, incaricato da Mattioli di una ricerca storica comprendente un'antologia dei documenti strategici più importanti.
Data la dimensione della serie e la decisione di procedere con una inventariazione analitica, l'inventariazione è avvenuta in due fasi: nella prima fase sono state descritte le carte dal 1925 al 1945 con la spezzatura dei fascicoli che proseguivano negli anni successivi (indicando questa operazione dopo la data estrema con dei puntini, es. 1930-1945...); nella seconda fase sono state inventariate le carte dal 1946 al 1972. A livello informatico la prima parte era stata inventariata a livello faldone; con la riunione dei due spezzoni si è deciso di espandere le schede a livello fascicolo, riunendo però i fascicoli precedentemente divisi in un'unica scheda, ma non fondendo le due descrizioni.
Per maggiori particolari si rimanda all'Introduzione presente nel primo volume dell'inventario a stampa (pp. xxi-xxx).
Per i criteri di descrizione inventariale, si segnala la scelta di inserire la contestualizzazione dei corrispondenti, indicando accanto al cognome e nome l'indicazione del loro legame con Mattioli al tempo in cui si verificava lo scambio epistolare: si parte, dunque, dai rapporti iniziati prima del 1925 (con familiari, compagni di studi e compagni d'arme, amici e collaboratori presso l'Università Bocconi e la Camera di Commercio), per proseguire con i collaboratori della Banca Commerciale in Italia e all'estero, e passare poi al mondo imprenditoriale, alle diverse tipologie di clienti della Comit, alle autorità finanziarie, agli ambienti politici e della Pubblica Amministrazione, per finire, poi, con intellettuali di varia estrazione e provenienza (studiosi accademici, ricercatori, giornalisti, economisti ecc.).