Banca Commerciale Italiana

Copialettere del presidente Ettore Conti, 1927 - 1944

segnatura
 3 CpEC
consistenza
11 registri di copialettere
storia istituzionale e biografia
Ettore Conti (1871-1972) fu consigliere della BCI dal 9 luglio 1918, vicepresidente dal 30 marzo 1920 (affiancato nella carica da Cesare Saldini fino al 19 aprile 1922, da Pietro Fenoglio dal marzo 1920 all'agosto 1927, e da Carlo Parea dall'ottobre 1927) e presidente dal 1° novembre 1930 al 28 giugno 1945.
Ingegnere civile e industriale elettrico, fondò nel 1901, e diresse fino al 1926, la Soc. per Imprese Elettriche Conti & C. Negli anni 1918-1919 fu sottosegr. per la Liquidazione delle Armi e Munizioni presso il Ministero del Tesoro. Senatore dal 1919, negli anni Venti presiedette la Confindustria, l'Assoc. fra le Società Italiane per Azioni, l'Agip e la Châtillon.
Nel 1926 Conti lasciò, in modo un po' traumatico, la conduzione della Soc. per Imprese Elettriche Conti, e divenne, in aprile, presidente dell'appena costituita Agip, carica che lasciò dopo un solo biennio, adducendo a motivo i numerosi incarichi societari assunti nell'interesse della BCI, specialmente dopo la morte dell'altro vicepresidente Pietro Fenoglio. In effetti, Conti era stato inserito non solo nei Consigli di Amministrazione, ma anche nei Comitati della Soc. It. per le Strade Ferrate Meridionali, della Soc. It. per le Strade Ferrate del Mediterraneo, della Sip e della Terni. Aveva assunto, inoltre, la presidenza dell'importante azienda per la fabbricazione della seta artificiale La Soie de Châtillon.
Dalla sua corrispondenza si apprende quali furono il suo ruolo e il suo livello di coinvolgimento non soltanto ai vertici delle realtà aziendali già menzionate, ma anche negli organismi societari di altre importanti imprese industriali e finanziarie italiane operanti nel periodo di maggiore incidenza - anche sul tessuto produttivo nazionale - del regime fascista.
Iscrittosi al Partito Nazionale Fascista nel 1932, Conti sostanzialmente aderì alle finalità politiche e corporative del regime, ma si trattò indubbiamente di un'adesione non poco critica rispetto ad alcune importanti scelte di politica economica.
Se nei copialettere ciò si desume soprattutto da alcune lettere confidenziali ad amici e colleghi, in quegli stessi volumi trovano ampio spazio anche i rapporti intrattenuti con le autorità locali e di governo.
Dai documenti emerge, inoltre, l'impegno con il quale Conti riuscì ad introdurre e a far affermare a Milano nuove scuole tecniche, capaci di far progredire culturalmente e socialmente i numerosi operai che le frequentavano.
Dagli stessi emergono, infine, l'impulso da lui dato all'attività della
Sezione Italiana della Chambre de Commerce Internationale di Parigi e l'impegno da lui per due volte profuso - e non soltanto sotto il profilo finanziario - per restaurare la basilica milanese di S. Maria delle Grazie.
contenuto
I copialettere personali formano una serie completa e ben distinta dai copialettere ufficiali della Presidenza, nonostante la sovrapposizione cronologica per tutto il periodo novembre 1930 - agosto 1944. L'interruzione dell'ultimo degli undici copialettere in data 3 agosto 1944 è invece da attribuire, con tutta probabilità, alle vicende belliche.
La data di inizio, 16 dicembre 1927, corrisponde all'entrata in funzione dei nuovi uffici della Direzione Centrale, ritrasferiti dal palazzo antistante di Piazza della Scala, oggi sede della Ragioneria del Comune di Milano.
I copialettere raccolgono una parte senz'altro notevole sotto il profilo quantitativo, ed importante sotto quello qualitativo, della corrispondenza piuttosto fitta inviata, per i più diversi motivi, dal senatore Conti ad una vasta cerchia di pubbliche autorità locali e centrali, di colleghi a vario titolo, di conoscenti ed amici, nonché ad un'ampia gamma di società industriali, commerciali e finanziarie, come pure di enti operanti in Italia, in Europa e in altri Continenti.
Ettore Conti ebbe, infatti, corrispondenti anche al di là dell'ambito europeo, e ciò anche in seguito all'incarico da lui portato felicemente a termine in Estremo Oriente nella primavera del 1938 quale ambasciatore straordinario a capo di una missione italiana costituita al fine di stipulare nuovi trattati di commercio con il Giappone e con il Manciukuò, la compagine statale proprio allora costituita nel nord della Cina dagli occupanti giapponesi. Si veda un breve ma interessante resoconto della missione in Estremo Oriente nel vol. 10, ff. 219-222. Conti aveva già diretto nel 1920 una missione italiana in Transcaucasia con il fine di verificare le possibilità di espansione economica in Georgia, Azerbaigian e Armenia.
passaggi di proprietà
Provenienza: Segreteria del Consiglio (Emilio Brusa).
date di versamento
1968-1973 ca.
strumenti di ricerca
Indici dei corrispondenti. Fino all'anno 1933, sono editi nell' Inventario a stampa: Presidenza e Consiglio di Amministrazione (1894-1934), Milano, Banca Commerciale Italiana, 1990, pp. 161-63.
consultabilità
Libera, come da regolamento dell'Archivio Storico.
copyright
Intesa Sanpaolo
stato di conservazione
Buono
copie
Consultazione in copia digitale da microfilm
fonti complementari
Fonti complementari interne Copialettere ufficiali della Presidenza, che, oltre alla sovrapposizione cronologica per il periodo novembre 1930 - agosto 1944, contengono alcune analogie sotto il profilo contenutistico.
bibliografia

Ettore CONTI, Dal taccuino di un borghese, Bologna, 1986.
Enrico DECLEVA, Conti Ettore, in: Dizionario Biografico degli Italiani, vol. XXVIII, Roma, 1983, pp. 389-99.
Vittore ARMANNI, Ettore Conti e il Taccuino di un borghese: la costruzione di una autobiografia, in: "Archivi e imprese", a. 3, n. 6, luglio-dicembre 1992, pp. 3-20.
Vittore ARMANNI, Ettore Conti tra industria elettrica e banca mista (1895-1933), in: Duccio BIGAZZI (a cura di), Storie di imprenditori, Milano-Bologna, 1996, pp. 329-56.

Il profilo di Ettore Conti come imprenditore elettrico si trova già ben delineato in Giorgio MORI, Il capitalismo industriale in Italia, Roma, 1977, passim.
Si vedano anche:
Luigi DE MATTEO, Alla ricerca di materie prime e nuovi mercati nella crisi postbellica. L'Italia e la Transcaucasia. 1919-1921, Napoli, 1990.
Luciano SEGRETO, Giacinto Motta. Un ingegnere alla testa del capitalismo industriale italiano, Roma, Laterza, 2004.