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Il Milite Ignoto attraverso le carte dell'Archivio Storico

04 novembre 2021

Cento anni fa, il 4 novembre 1921, le spoglie di un soldato ignoto, scelte da Maria Bergamas, madre di un disperso, tra 11 salme di soldati non identificabili rinvenute sulle linee del fronte italiano, venivano tumulate a Roma, nell’Altare della Patria presente al Vittoriano in uno straordinario evento mediatico.

Se a quel tempo, in seguito alla mobilitazione generale dovuta al conflitto, tutti vedevano in quel soldato le fatiche e la perdita di uno o più dei propri cari, oggi si cerca un nuovo significato della celebrazione di questo centenario, tra valori nazionali differenti e una società sempre più cosmopolita e globalizzata.

La Grande Guerra, ormai così distante da noi in termini generazionali, è a volte considerata quasi alla pari di un racconto epico, con eroi – per lo più sconosciuti – che l’hanno resa qualcosa di mitico più che di storico.

Eppure, oggi noi sappiamo tanto di quel periodo e lo possiamo toccare con mano grazie alle testimonianze reali fornite dalla mole di documenti, scritti, fotografie, filmati, che sono arrivati fino a noi. Essi non sono testimoni inerti della storia che raccontano, ce ne parlano e a volte possono persino dare risposta alle nostre domande più intime e complesse.

L’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo ha raccolto l’invito fatto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di fine anno 2020 a ricordare questo centenario e lo fa con una monografia che, attraverso la presentazione di fonti inedite, vuole ricordare gli impiegati delle banche confluite nel Gruppo dispersi sul fronte di guerra, molti di loro proprio nelle zone dove furono prelevate le salme degli undici soldati tra le quali fu scelto il Milite Ignoto.

Alla mobilitazione generale del 1915, il numero dei bancari richiamati al fronte è ingente. Sono coinvolti tutti gli abili dai 20 ai 39 anni fino ai “ragazzi del ‘99”, che compiono 18 anni nel 1917. I dipendenti delle banche del Gruppo dei quali l’Archivio Storico ha finora trovato notizia della partenza per il fronte sono circa 750; 125 sono i caduti in combattimento o i deceduti per malattia, 15 risultano dispersi. Questo numero è però destinato ad accrescersi man mano che verranno inventariati i preziosi archivi storici del Gruppo UBI Banca, recentemente incorporato in Intesa Sanpaolo.

In molti casi, è proprio la banca a venire a conoscenza per prima della perdita di un proprio impiegato, a farsi carico di comunicarlo alla famiglia e a provvedere, qualora ce ne fosse la necessità, con sussidi economici alle vedove o finanziando gli studi degli orfani. Nelle cartelle personali di richiamati, caduti e dispersi, si trovano quindi tracce, talvolta flebili ma spesso consistenti, della vicenda umana di questi lavoratori che, strappati alla loro mansione, si ritrovano in pochi giorni a combattere al fronte.

I documenti conservati nell’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo permettono di ricostruire le loro storie, ma anche di riscoprire il legame che da questi documenti scaturisce fra la storia della Banca e quella del nostro Paese. Un ponte fra le generazioni precedenti – che hanno prodotto, conservato e tramandato questi documenti – e quelle presenti e future, per le quali diventeranno un patrimonio di memoria e conoscenza di inestimabile valore grazie al prezioso lavoro di catalogazione e conservazione degli archivi storici.