Istituto Mobiliare Italiano
Istituto per il Credito Navale (ICN), 1928 - 1951
Alberto Beneduce ricevette dal ministro delle Comunicazioni Costanzo Ciano alla fine degli anni '20 l'incarico di provvedere alle intese e alla preparazione degli atti necessari per costituire un ente per il finanziamento delle imprese armatoriali di nazionalità italiana [cfr. ACS, Crediop, Archivi aggregati, ICN, fascicolo 19].
L'Istituto per il Credito Navale, terzo dei così detti "Enti Beneduce" fu istituito con il regio decreto legge 5 luglio 1928, n. 1817, con lo scopo di effettuare operazioni di mutuo a favore di imprese private di nazionalità italiana, aventi come scopo sociale la navigazione marittima, le somme mutuate dovevano essere impiegate per l'incremento del naviglio mercantile italiano e per l'intensificazione dei traffici marittimi [cfr. busta 1 fascicolo 1 del presente inventario].
Lo statuto dell'Istituto fu approvato e promulgato il 29 gennaio 1929 con un decreto interministeriale dei ministri delle Comunicazioni e dell'Economia Nazionale [cfr. ACS, Crediop, Archivi aggregati, ICN, fascicoli 2 - 4].
Al capitale sociale parteciparono la Cassa Depositi e Prestiti, che ebbe la quota maggiore, l'Istituto Nazionale delle Assicurazioni, il Banco di Sicilia, il Banco di Napoli, alcune casse di risparmio e le maggiori compagnie assicuratrici interessate al settore marittimo [cfr. busta 3 del presente inventario], come si può osservare la composizione dei partecipanti al capitale sociale dell'ICN è all'incirca la stessa di quella degli altri enti pubblici economici creati, sempre su impulso di Beneduce, negli anni precedenti e di poco successivi (Crediop, Icipu, IMI e IRI).
Lo statuto dell'ente ne modellava la struttura sulla base del modello già utilizzato per il Crediop e l'Icipu, infatti per tutti e tre gli istituti l'amministrazione era articolata in: assemblea dei partecipanti, consiglio di amministrazione, collegio dei sindaci e comitato permanente elettivo composto da presidente, vice presidente e da un numero variabile da tre a cinque consiglieri designati dal CdA [cfr. buste 1 - 4 del presente inventario e ACS, Crediop, Archivi aggregati, ICN, fascicoli 11 - 20]. Presidente, fino allo scioglimento, fu Alberto Beneduce, vicepresidente fino al gennaio 1931 fu Cesare Ferrero di Cambiano poi Giuseppe Bevione, fino allo scioglimento.
Crediop, Icipu e ICN avevano in comune oltre al Presidente anche la sede, gli apparati amministrativi e il personale. L'attività dell'ICN ebbe di fatto inizio nel 1930 quando furono erogati i primi mutui e emesse le prime obbligazioni. All'inizio dell'attività dell'ICN si crearono conflitti di competenze con il CSVI, che in precedenza era stato autorizzato a concedere finanziamenti a breve termine a imprese armatoriali con la formula dello sconto cambiali o della cessione di annualità statali, tuttavia né la legge istitutiva dell'ICN né le successive leggi sul credito navale risolsero il problema ma lasciarono all'ICN la facoltà di decidere se arrogare a se i mutui concessi dal CSVI, mantenendo però inalterata la formula dello sconto cambiali, oppure lasciarne la gestione al CSVI cosa che avvenne quasi sempre. Spesso i due enti si trovarono anche a collaborare in operazioni di finanziamento in quanto il CSVI concedeva anticipazioni alle imprese in attesa che venissero perfezionate le operazioni per la concessione dei mutui da parte dell'ICN, che una volta erogato il mutuo con parte dello stesso provvedeva a estinguere le anticipazioni.
La legge 21 maggio 1940, n. 657 sciolse l'ICN e stabilì che le sue attività e passività fossero trasferite all'IMI e al CSVI (sezione autonoma dell'IMI dal 1936) [cfr. busta 5 del presente inventario e ACS, Crediop, ICN, fascicolo 9], tale legge stabiliva infatti che "Per l'esercizio del credito navale, ferme rimanendo le facoltà del CSVI, sezione autonoma dell'IMI, sono trasferite all'IMI e al Consorzio stesso, a seconda della rispettiva competenza, le facoltà, i diritti e i privilegi spettanti all'ICN relativamente all'esercizio del credito navale" [cfr. ASIMI, Verbali del Comitato Esecutivo, volume 6, riunione del 16 maggio 1940 e Verbali del CdA, volume 3, assemblea del 27 maggio 1940] .
Il RD 25 novembre 1940, n. 1955, dettò le norme di attuazione della legge e adeguò lo statuto dell'IMI all'allargamento di competenze, la legge prevedeva il passaggio di tutte le attività dell'ICN all'IMI a partire dal 30 giugno 1940 e che il capitale sociale dell'ICN doveva essere rimborsato dall'IMI ai singoli partecipanti a partire dal 30 settembre 1940 e le riserve, statutaria e speciale, rimanessero vincolate presso l'IMI per essere poi ripartite pro quota quando fossero stati adempiuti tutti gli obblighi del disciolto ICN, inoltre si portavano da 15 a 19 i membri del CdA dell'IMI per potervi inserire alcuni consiglieri del disciolto istituto e si stabiliva che per lo svolgimento delle attività di credito navale fosse creato uno speciale comitato tecnico composto di sei membri del CdA dell'IMI di cui dovevano far parte il direttore generale della Marina Mercantile, il presidente della Confederazione Fascista fra gli armatori, due consiglieri dell'ex ICN e infine altri due consiglieri di cui non si specifica la provenienza [cfr. ASIMI, Verbali del Comitato Esecutivo, volume 6, riunione del 6 settembre 1940].
Per l'entrata in funzione del Comitato dovette passare all'incirca un anno, la sua prima riunione si tenne infatti il 12 marzo 1941 [cfr. ASIMI, Verbali del Comitato per il Credito Navale, volume 1].
La liquidazione della gestione ICN da parte dell'IMI si concluse nel marzo 1950 con la restituzione della riserva ai partecipanti al capitale del disciolto Istituto. [cfr. ASIMI, Verbali del Comitato Esecutivo, volume 12, riunione del 20 marzo 1950].
L'archivio storico IMI conserva una parte dell'archivio ICN e in particolare le carte che vennero consegnate nel giugno 1940 al momento dello scioglimento dell'Istituto e del passaggio delle sue funzioni all'IMI. In occasione dello scioglimento dell'ICN una parte del suo archivio, e precisamente le pratiche considerate utili per la gestione degli affari correnti, venne trasferita all'IMI, una parte rimase invece presso il Crediop. Prima di procedere alla disamina delle carte conservate presso l'IMI si è preferito analizzare la documentazione riguardante l'ICN conservata nel fondo del Crediop presso l'Archivio Centrale dello Stato, in quanto in questo fondo sono presenti le carte sugli atti preparatori per la costituzione dell'Istituto, gli statuti e tutta la documentazione riguardante il passaggio delle attività e passività dell'ICN all'IMI, contenente anche un elenco dei fascicoli consegnati all'IMI, e complementare alla documentazione contenuta nella busta 5 del presente inventario. Dall'elenco dei fascicoli conservato in ACS si è potuto comprendere come la numerazione indicata sulle etichette delle buste che avevano subito operazioni di ricondizionamento fosse quella originaria.
L'archivio storico IMI conserva una parte dell'archivio ICN e in particolare le carte che vennero consegnate nel giugno 1940 al momento dello scioglimento dell'Istituto e del passaggio delle sue funzioni all'IMI. In occasione dello scioglimento dell'ICN una parte del suo archivio, e precisamente le pratiche considerate utili per la gestione degli affari correnti, venne trasferita all'IMI, una parte rimase invece presso il Crediop. La documentazione oltre a apparire a un primo esame molto disordinata era anche distribuita in modo disomogeneo sulla scaffalatura, infatti molte buste risultavano inserite tra quelle della Sezione Autonoma del Credito Navale (SACN), tra la documentazione del Servizio Ragioneria dell'IMI, infine due registri delle obbligazioni sono stati rinvenuti presso la Società Italarchivi che conserva parte dell'archivio di deposito dell'IMI. Le carte si presentavano in alcuni casi sciolte, in altri raccolte in fascicoli e in altri ancora in buste. Le buste a loro volta erano molto diverse tra loro e infatti dopo un primo esame si è compreso che una parte conservava ancora il contenitore originario invece le altre avevano subito operazioni di ricondizionamento (evidenti sia dal tipo di buste utilizzate sia dal diverso modo di etichettatura) in periodi successivi, queste operazioni erano state fatte soltanto per impedire il deterioramento della documentazione e non per lavori di riordinamento, infatti le buste ricondizionate risultavano all'interno molto disomogenee. Prima di procedere alla disamina delle carte conservate presso l'IMI si è preferito analizzare la documentazione riguardante l'ICN conservata nel fondo del Crediop presso l'Archivio Centrale dello Stato, in quanto in questo fondo sono presenti le carte sugli atti preparatori per la costituzione dell'Istituto, gli statuti e tutta la documentazione riguardante il passaggio delle attività e passività dell'ICN all'IMI, contenente anche un elenco dei fascicoli consegnati all'IMI, e complementare alla documentazione contenuta nella busta 5 del presente inventario. Dall'elenco dei fascicoli conservato in ACS si è potuto comprendere come la numerazione indicata sulle etichette delle buste che avevano subito operazioni di ricondizionamento fosse quella originaria. Il disordine nella distribuzione delle carte sulla scaffalatura ha comportato almeno due lavori di integrazione del presente inventario, si è prima proceduto all'inventariazione di un nucleo composto da trenta buste, vari fascicoli sciolti e carte sciolte che però, a parte la copia autentica dell'atto costitutivo, non conteneva documentazione riguardante gli organi statutari ma soltanto pratiche di mutuo, polizze assicurative e contabilità. L'integrazione della documentazione degli organi statutari è stata possibile grazie al ritrovamento di altre 26 buste e carte sciolte tra la documentazione del Servizio Ragioneria dell'IMI, oltre a questa documentazione erano presenti altre carte riguardanti i mutui e le assicurazioni. L'ultimo ritrovamento di due registri ha consentito di integrare la documentazione riguardante le obbligazioni ICN ritirate e sostituite con obbligazioni IMI dopo lo scioglimento dell'ICN stesso. Come detto la documentazione interna alle singole buste risultava abbastanza disordinata e non sempre omogenea, inoltre il lavoro di riordinamento è stato complicato anche dalla presenza di numerosi fascicoli e carte sciolte. Si è deciso quindi di iniziare prima con una schedatura della documentazione senza tenere in particolare conto la numerazione presente sulle buste ma seguendo un criterio di similarità nel contenuto delle buste e dei vari documenti. Dopo questo primo lavoro e dopo avere effettuato un controllo e un ulteriore riordino delle schede in base alla numerazione originaria si è passati alla identificazione delle varie serie presenti nel fondo; nel fare questo si è deciso di seguire, in linea di massima e laddove la documentazione lo consentiva, la falsariga dell'inventario del fondo dell'Istituto per il Credito Navale presente presso l'Archivio Centrale dello Stato, si sono quindi identificate quattro serie omogenee e più precisamente:
- Serie 1 "Costituzione, attività degli organi statutari e scioglimento dell'ICN", formata da 5 buste;
- Serie 2 "Attività dell'Istituto", formata da 37 buste;
- Serie 3 "Contabilità e bilanci", formata da 14 buste;
- Serie 4 "Addenda", formata da 2 buste.
Dopo il lavoro di inventariazione in senso proprio si è proceduto a un generale ricondizionamento della documentazione con la rimozione di materiale dannoso, l'inserimento dei fascicoli in nuove camicie, conservando però la copertina originaria e infine si sono sostituite le buste, anche se quelle originali sono state comunque conservate all'interno delle nuove.
Essendo l'archivio dell'ICN non suscettibile di incrementi si è deciso di dare alle buste una numerazione continua da 1 a 58, mentre invece la numerazione dei fascicoli riprende da 1 all'interno di ogni singola busta.
Rispetto alla documentazione indicata nella Guida 1998 si è riscontrata la presenza di ulteriore materiale documentario, di seguito sono indicate le buste presenti secondo la Guida e le nuove buste reperite in archivio documentazione presente secondo la guida:
- Atto costitutivo in copia autentica 1928
- Verbali delle assemblee dei rappresentanti degli enti partecipanti, copie bollate 1928 - 1939 (1 b.)
- Verbali del comitato permanente, copie bollate 1929 - 1940 (1 b.)
- Libri soci 1929 - 1941 (1 registro)
- Bilanci a stampa 1930, 1938 - 1940
- Contratti 1930 - 1933 (2 bb.)
- Pratiche di mutuo 1928 - 1940 (13 bb.) REX
- Assicurazioni 1930 - 1939 (14 bb.)
- Contabilità e servizio obbligazioni 1930 - 1940 (9 bb.)
documentazione ritrovata in archivio:
- Adunanze del consiglio di amministrazione (1 b.)
- Cessazione dell'ICN e passaggio all'IMI (1 b.)
- ICN contratto tipo e pratiche inerenti (1 b.)
- Assicurazioni (7 bb.)
- Contabilità (2 bb.)
- Addenda (2 bb.)
Crediop, L'archivio storico e gli archivi aggregati, Roma, Crediop, 1989.
Alberto Mazio, Legislazione sul credito industriale con riferimento all'attività dell'IMI, vol. 1, Roma, IMI, 1976.
Istituto Mobiliare Italiano, Guida all'Archivio Storico dell'Istituto Mobiliare Italiano, Roma, IMI, 1998.
Banca d'Italia, Guida all'Archivio Storico, Roma, Banca d'Italia 1993.
Guido Mellinato, Crescità senza sviluppo. L'economia della Venezia Giulia tra impero asburgico e autarchia (1914-1936). Edizione di Consorzio Culturale del Monfalconese, 2001.
Francesca Nemore, I finanziamenti all'industria armatoriale, in Archivio Storico Intesa Newsletter, n.14, Luglio 2012.
Francesca Nemore, L'Istituto per il Credito Navale e il suo archivio, in Il Mondo degli Archivi, aprile 2014.
Roberto Giulianelli, Il fratello minore. L'Istituto per il credito navale nel modello Beneduce, Imprese e Storia, 41-42 gennaio 2011 pp. 59-81, 2011.
Roberto Giulianelli, Ship financing in Italy in the first half of the twentieth century, The International Journal of Maritime History, 2014, Vol. 28 (2), pp. 335-355.
Roberto Giulianelli, Armatori, banche e Stato : il credito navale in Italia dall'Unità alla prima crisi petrolifera, Bologna, Il Mulino, 2017, Percorsi/Storia, pp. 126-152.