Sezione museale

Cariplo: propaganda del risparmio - collezione di salvadanai, 1900 - 1999

date
1900 - 1999
autore ente
Cariplo, Servizio Propaganda e Sviluppo
soggetto produttore ente
Cariplo, Servizio Propaganda e Sviluppo
consistenza
151 pezzi
struttura
151 schede
storia istituzionale e biografia
Dal 26 al 31 ottobre 1924 si tenne a Milano il Primo Congresso Internazionale del Risparmio organizzato in occasione del centenario della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde al quale parteciparono i rappresentanti di tutte le casse di risparmio del mondo. 
In questa occasione Filippo Ravizza tenne una lunga relazione sull'importanza della pubblicità e della propaganda del risparmio, specialmente fra le classi operaie e medie. 
Nel 1925, con la consulenza proprio di Filippo Ravizza (che nello stesso anno divenne anche direttore dell'Istituto Internazionale del Risparmio), la Cariplo istituì un Ufficio Propaganda inquadrato sotto la "Segreteria Sviluppo" e affidato al ragionier Angelo Cattaneo. Alla fine del 1926 la Segreteria Sviluppo diventa Ufficio Sviluppo, ampliando i suoi compiti alla diffusione dei nuovi servizi offerti dall'Istituto e alla propaganda del Credito fondiario. Dal 1934 l'Ufficio assunse la denominazione di Ufficio Studi e propaganda (svolgendo funzioni di studio, propaganda e sviluppo, occupandosi della biblioteca e delle pubblicazioni e assolvendo ai compiti di Ufficio stampa). Nel 1953 venne istituito il Servizio Studi e Sviluppo che nel 1956 venne inserito all'interno dell'operatività delle filiali e, infine, con la delibera del 28 novembre 1960 della Commissione Centrale di Beneficenza si attuò la scissione del Servizio Studi e Sviluppo in due Servizi separati: il Servizio di Studi e Statistica ed il Servizio Propaganda e Sviluppo. 
Quest'ultimo - con la direzione del Dott. Mirko Zagnoli e la consulenza degli architetti Ferdinando Reggiori, Luciano Consigli e dell'ing. Sandro Candiani - nel 1970 inaugurò il Museo Storico della Cà de Sass.
Il Museo aveva lo scopo di esporre e valorizzare "una selezione degli innumerevoli cimeli e documenti attentamente preservati dai guasti del tempo" (cit. Cà de Sass n. 31-32, 1970, p. 31) e allo stesso tempo "di mostrare quello che la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde realizza oggi, giorno dopo giorno, in ogni settore dello scacchiere economico nazionale" (cit. supplemento a Cà de sass n. 60, 1977, p. 173). Il presidente Giordano dell'Amore, infatti "non è uomo da fermarsi sul passato. Certo ne ammira le più valide testimonianze storiche, culturali e sociali, ma il suo temperamento dinamico, i suoi interessi di studioso, la sua stessa formazione intellettuale sono rivolti al futuro" (cit. supplemento a Cà de Sass n. 60, 1977, p. 173).

L'accesso agli spazi museali avveniva attraversi il portico dello stabile situato in via Andegari 11 a Milano. Il Museo era strutturato su due piani, ciascuno dei quali caratterizzato da stili allestitivi differenti, specchio delle sue due anime: al pian terreno arredi in legno e tinte sobrie accompagnavanno suppellettili ottocentesche, libri mastri, "scriviritto", proclami, manifesti. All'interno di una vetrina posta al termine di questa parte "storica" di percorso erano collocati  22 salvadanai dei quali 19 pervenuti e catalogati (ICO/CAR/PUB/1S/001-006, ICO/CAR/PUB/1S/019-024, ICO/CAR/PUB/1S/038, ICO/CAR/PUB/1S/058, ICO/CAR/PUB/1S/060-062, ICO/CAR/PUB/1S/102, ICO/CAR/PUB/1S/131). Al piano superiore, accessibile attraverso una scala interna, stile e materiali erano completamente differenti e finalizzati ad illustrare un'idea di banca legata al cambiamento, all'evoluzione tecnologica e alla modernità attraverso pannelli, grafici, maquettes. 
Dalla consultazione dei documenti storici relativi al Museo e conservati dall'Archivio Storico Intesa Sanpaolo emerge la delibera del 20 novembre 1969 n. 60038 con la quale venne autorizzata la spesa  di 10-12 milioni di lire per "l'approntamento dei plastici degli stabili di proprietà e per l'allestimento dei pannelli mobili, gigantografie, diapositive a colori in cassonetti luminosi necessari all'illustrazione della più recente storia dell'istituto, da realizzare nella sala del primo piano di via Andegari 11". Nel giugno del 1970 vennero presi accordi con i fornitori per l'esecuzione dei costumi, dei manichini, delle bandiere, dei manifesti. 
Sempre in queste carte si trova riscontro anche degli elenchi con i documenti storici prelevati dal Servizio Propaganda e Sviluppo per l'allestimento del Museo Storico, aggiornati successivamente tramite sopralluoghi (all'interno dei quali, tuttavia, non vi è traccia dei salvadanai).
Una lettera datata 22 settembre 1969, inoltre, firmata dal direttore Centrale Mirko Zagnoli invitava le filiali della Cassa di Risparmio a dare riscontro dei materiali conservati presso i propri archivi, presso quelli municipali o presso altre fonti esterne che potessero illustrare la storia e la presenza dell'istituto ("atti, registri, mastri, partitari, verbali, manifesti, ecc"). 
contenuto

La serie riguarda sia salvadanai italiani che stranieri e presenta un'ampia selezione di pezzi la cui produzione è nella quasi totalità dei casi legata ad un istituto finanziario, assicurativo, o al servizio postale. Sono rappresentate in larga parte le casse di risparmio italiane, le savings banks inglesi e le sparkassen tedesche, austriache e svizzere. I salvadanai senza una committenza identificata sono 23 (circa il 15% di tutta la collezione).
Le Nazioni di provenienza dei salvadanai sono le seguenti:  Australia (8 pezzi), Austria (9 pezzi), Belgio (1 pezzo), Bulgaria (1 pezzo), Cina (1 pezzo), Corea del Sud (5 pezzi), Danimarca (3 pezzi), Francia (2 pezzi), Germania (27 pezzi), Ghana (1 pezzo), Giappone (4 pezzi), Grecia (1 pezzo), Israele (3 pezzi), Italia (20 pezzi), Malaysia (1 pezzo), Messico (1 pezzo), Norvegia (3 pezzi), Nuova Zelanda (1 pezzo), Paesi Bassi (2 pezzi), Perù (2 pezzi), Polonia (2 pezzi), Regno Unito (8 pezzi), Slovenia (2 pezzo), Spagna (7 pezzi), Stati Uniti (5 pezzi), Sudafrica (1 pezzo), Sudamerica (1 pezzo), Sudan (1 pezzo), Svezia (14 pezzi), Svizzera (3 pezzi), Turchia (1 pezzo), Uruguay (1 pezzo). Non è stato possibile collocare geograficamente 9 pezzi per mancanza di elementi identificativi.
I salvadanai presentano un'ampia varietà di forme e tipologie, molto spesso legata ad un'iconografia fortemente rappresentativa della cultura del risparmio. I salvadanai a forma di orcio, o di forma classica, sono quelli maggiormente legati alla tradizione millenaria di conservare e risparmiare denaro. Si rifanno all'uso greco e romano dell'orcio in terracotta, alla cui sommità molto spesso è presente il terminale a punta che richiama il pileo, copricapo indossato nell'antichità dagli schiavi liberatisi dalla loro condizione sociale a fronte del pagamento al padrone di una somma di denaro. 
Anche i salvadanai di forma lenticolare eseguiti in terracotta sono legati ad una forma arcaica di salvadanaio. 
Si segnala che all'interno della serie sono presenti 5 pezzi in terracotta (ICO/CAR/PUB/1S/020-024: due di forma lenticolare, due a forma di alveare e uno a forma di tempietto) che si ipotizza siano stati eseguiti su commissione di Cariplo come copie di manufatti fittili di età romana con con finalità didattiche e illustrative all'interno del percorso espositivo del Museo della Cà de Sass. 
L'iconografia della casa è estremamente esplicita e legata al risparmiare per la casa di proprietà.
La forma di elefante è legata maggiormente ad un'iconografia di tipo asiatico, dove l'animale rappresenta forza e grandezza d'animo e spesso è simbolo dell'autorità regale. 
La forma di globo o mappamondo si lega all'immagine della conquista del mondo, quindi al raggiungimento di obbiettivi personali e alla soddisfazione dei propri desideri. 
I salvadanai con forme fantastiche, di fantasia o legate a personaggi di cartoon si sono diffusi maggiormente per attirare la clientela più giovane e in concomitanza con l'utilizzo sempre più massiccio delle materie plastiche, notevolemente modellabili e stampabili. 
La simbologia dell'arnia con le api attorno è molto diffusa sia sui salvadanai che su altro materiale legato alla propaganda del risparmio. Le api sono simbolo di operosità, collaborazione, lavoro previdente (e quindi risparmio). 
Altri modelli di salvadanai sono interessanti per il loro funzionamento e per le caratteristiche tecniche. 
Le cassettine di risparmio dotate di maniglia per il trasporto sono state una tipologia di salvadanaio molto diffusa, dedicata soprattutto a bambini e ragazzi che portavano in banca la piccola ricchezza accumulata da versare sul libretto di risparmio. Per ottenere la cassettina doveva essere versato un deposito cauzionale. Le chiavi venivano conservate dal cassiere. Generalmente un'unica chiave apriva cassetine del medesimo colore. 
Il sistema di sicurezza dei salvadanai a cassettina, muniti di feritoia laterale, è molto semplice: la moneta inserita nel salvadanaio si appoggia su di un piano basculante che si inclina con il peso della moneta stessa, facendola cadere all'interno; non è più possibile estrarre la moneta dalla fenditura. 
I salvadanai che hanno la feritoia sul lato superiore sono muniti di un sistema dotato di denti, o di piccoli rulli, che permettono unicamente l'inserimento della moneta e non l'estrazione della stessa. Nelle cassettine e nei libri è presente, oltre alla fenditura per le monete, anche un foro per l'inserimento delle banconote arrotolate. 
I salvadanai a forma di libro si diffusero inizialmente nei paesi anglosassoni. Avevano piccole dimensioni, pari a quelle di un messale, in proporzione alla ridotta misura delle monete da conservare. L'aumentare delle dimensioni delle monete fece aumentare anche le dimensioni dei salvadanai a libro. 
Dalla collezione emergono anche numerosi nomi di ditte, o artigiani che si sono dedicati alla produzione di salvadanai e alcuni ritornano con frequenza. Si citano i seguenti: Italora (6 istanze), Oy MK Tuote Ab (4 istanze), Parma Antonio & Figli (2 istanze), SIBI (1 istanza), Pearson Page Jewsbury Co. Ltd. (1 istanza), Automatic Recording Safe (1 istanza), M. A. Gerett Inc. (1 istanza), Banthrico Inc. (1 istanza), Tresor Verlag (1 istanza).
I pezzi riportano talvolta inciso, oppure scritto a pennarello (in alcuni casi su apposite targhette) il nome, il cognome o entrambi gli attributi del proprietario del salvadanaio (es. "Franca").
Nel corso delle ricerche sono stati rinvenuti brevetti originali riportati sui salvadanai (inseriti come riferimento in bibliografia). 

tipologia
Salvadanai italiani ed esteri
passaggi di proprieta e custodia

Segreteria Generale

date di versamento
2001
criteri di ordinamento

Nella campagna di catalogazione si è deciso di utilizzare il seguente criterio di ordinamento, in accordo con quanto già fatto per la collezione di salvadanai Quarti: i pezzi sono stati ordinati alfabeticamente secondo l'istituto committente e quindi in ordine cronologico crescente. In questa serie si è stabilito di anteporre i pezzi per i quali non è stato possibile identificare una collocazione geografica nè una committenza, successivamente quelli di origine italiana e poi quelli di tutti gli altri paesi ordinati alfabeticamente. 
Il paese e il committente (quest'ultimo solo se presente) sono stati specificati già nel titolo; ad essi segue una definizione generale legata alla morfologia degli stessi: di forma geometrica, di forma architettonica, zoomorfi, antrofomorfi, fitomorfi.
Nel campo luogo, uniformemente a quanto era già stato fatto per esempio per i cataloghi dei titoli azionari e obbligazioni, è stato inserito come primo dato il codice ISO 3166-1 della Nazione di appartenenza del pezzo; successivamente, per quanto riguarda gli oggetti di ambito italiano, sono state riportate la regione e la città (quest'ultima qualora fosse chiaramente riportata sul salvadanaio; diversamente è stata inserita la città ospitante la sede principale dell'istituzione). Per gli oggetti esteri, invece, è stato utilizzato nuovamente per esteso il nome della Nazione e successivamente la città relativa all'ente produttore.
Oltre al committente nei campi responsabilità sono stati indicati i costruttori, se indicati sull'oggetto.
Nel campo descrizione la morfologia dell'oggetto è stata specificata nel dettaglio: di forma classica o a forma di orcio (chiuso sulla sommità, in genere con punta a bottone), a forma di cassettina, a forma di libro, a forma di casetta, a forma di cubo, a forma di cilindro o barattolo...
Nel campo bibliografia sono stati segnalati pubblicazioni e siti utili a datare il pezzo o approfondirne aspetti storici, estetici e di committenza. Si segnala che qualora la foto del salvadanaio sia stata pubblicata si è usata la dicitura "Edizioni in", in accordo con quanto già fatto nella sezione fotografica. Se la pubblicazione o il documento è servito da confronto si è utilizzata la dicitura "cfr.".
Nel campo note, oltre a curiosità e motivazioni cronologiche, è stato riportato con la dicitura "Ex numero di inventario" il numero dattiloscritto o manoscritto presente su etichette adesive apposte sul fondo dei pezzi. Questo numero fa probabilmente riferimento ad un censimento degli oggetti di ambito storico e artistico acquisiti e/o esposti dal Museo della Cà de Sass. Qualora sia presente l'etichetta, ma il numero non sia più leggibile è stato segnalato. Qualora ci siano delle difformità tra il numero riscontrato sul pezzo e quello presente sull'inventario excel prodotto nel 2001 (o dei dubbi), il numero è stato posto fra parentesi.
Le dimensioni riportate sono nell'ordine altezza, larghezza, profondità; qualora il salvadanaio abbia una forma sferica (come ad esempio quelli a forma di orcio, o di forma classica), o cilindrica, si riportano due istanze con l'indicazione nell'ordine di diametro (Ø) e altezza (h).

strumenti di ricerca
Catalogazione (Ossola, 2018)
consultabilità
Libera, come da regolamento dell'Archivio Storico
copyright
Intesa Sanpaolo
stato di conservazione
stato di conservazione buono
fonti complementari
"Ca' de Sass" (si segnalano in particolare CdS n. 18 del 1967, CdS nn. 31-32 del 1970, CdS n. 36 del 1971, supplemento al n. 60 di CdS del 1977, CdS n. 111 del 1990);
Sezione fotografica, Ufficio Propaganda e Sviluppo (buste contenenti: fotografie dei salvadanai del Museo di Cà de Sass; fotografie dei salvadanai provenienti da tutto il mondo utilizzati per illustrare nel 1967 la serie di quaderni Cariplo; fotografie di altre esposizioni di salvadanai; fotografie scattate ad altre fotografie edite in un volume dedicato ai salvadanai);
Sezione fotografica: CAR/E/R/1966/6/1-2, CAR/E/C/1964/3/1-2, CAR/P-MOTT/1974/1/1-76, CAR/P-MOTT/1977/1/1-15
bibliografia

La Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde nel cinquantennio 1923-1972, Milano, Giuffrè, 1973, voll. II-III;
Barbara Costa, Filippo Ravizza e l'Internazionale del risparmio, Milano, Archivio Storico Intesa Sanpaolo, (Monografie, n. 6) 2014;
Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, Servizio Propaganda e Sviluppo, Il Museo Storico della Ca' de sass, Milano, Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, Servizio Propaganda e Sviluppo/Alfieri & Lacroix;
Lorenzi A., Al museo con papà. Guida facile ai musei e ai monumenti milanesi, Milano, Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, Servizio Propaganda e Sviluppo/Alfieri & Lacroix,  1973;
Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, Servizio Propaganda e Sviluppo, Ca' de Sass, Milano, n. 31-32, pp. 3-12;
A. Moore - S. Moore, The penny bank book. Collecting Still Banks, Atglen, Schiffer Publishing Ltd., 1997;
A. Quarti, Risparmio & Salvadanai. Tradizione culturale, funzione pedagogica, fattore di sviluppo economico e di progresso della società, 2012;
A. P. Thurn, La storia del risparmio dall'antichità ai giorni nostri, Milano, Vallardi Industrie Grafiche, 1984;
L'Épargne du Monde, Milano, Institut International de l'Épargne, 1929-1971;
C. Bruck - J. Mura - P. Godsen - P. Hertner - T. M. Martinez, History of European Savings Banks, Stoccarda, Deutscher Sparkassenverlag Gmbh, 1996;

Siti utili alla identificazione e catalogazione dei salvadanai
Sito americano di collezionisti di giocattoli: https://www.antiquetoyworld.com/ (ultima consultazione 20/10/2017, Ossola M.);
Sito americano di collezionisti di salvadanai: http://www.stillbankclub.com/Image%20Gallery/default.html (ultima consultazione 20/10/2017, Ossola M.);
Sito del Magazine on-line "Collezionare": http://www.collezionare.com/articoli/archivio/224-luglio-agosto-2013/116041-la-collezione-di-salvadanai-di-andrea-quarti (ultima consultazione 20/10/2017, Ossola M.);
Sito di una collezione privata di salvadanai: http://www.picospigs.com/Site/Result.asp?Mode=D&ID=1&Lang=I (ultima consultazione 20/10/2017, Ossola M.);

Siti di archivi e istituzioni culturali
Sito Barclays Group Archives: https://archive.barclays.com (ultima consultazione 13/07/2018, Ossola M.);
Sito Lloyds Banking Group Archives: https://www.lloydsbankinggroup.com/our-group/our-heritage/our-archives/ (ultima consultazione 13/07/2018, Ossola M.);
Sito RBS Archives: https://www.rbs.com/heritage/use-our-archives.html (ultima consultazione 13/07/2018, Ossola M.);
Sito Minneapolis Institute of Art: https://collections.artsmia.org/search/creditline:"Gift%20of%20Katherine%20Kierland%20Herberger"?size=500 (ultima consultazione 13/07/2018, Ossola M.);

Siti di progettisti/costruttori
Sito Mk-Tresmer Oy: http://www.palaset.com/tuotehaku.asp?sua=3&lang=3&ak=79 (ultima consultazione 13/07/2018, Ossola M.);
Sito Tresor Verlag: https://www.tresor-verlag.de/ (ultima consultazione 13/07/2018, Ossola M.);
Sito Fuchs Foundation: http://fuchsfoundation.co.za/history.htm (ultima consultazione 13/07/2018, Ossola M.)

descrizione fisica
151 pezzi