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Banca Cattolica del Veneto, filiali italiane, anni 1910 - 1989
I primi uffici si aprirono nel marzo e nell'agosto 1893 a Breganze e Arzignano, seguiti da quelli di Schio nel 1894 e di Lonigo e Cologna Veneta nel 1895.
All'inizio degli anni Venti la Banca attuò un ammodernamento della sua struttura organizzativa per adeguarla alle accresciute dimensioni dell'attività. Fu creato un sistema decentrato e gerarchico: al vertice la Direzione centrale, cui spettava «il coordinamento generale contabile-amministrativo del lavoro dell'Istituto»; alle dipendenze della Direzione furono poste la sede di Vicenza e le principali filiali (le «succursali», con proprio bilancio e Comitato di sconto), a loro volta responsabili del controllo sulle filiali minori (le «agenzie» e i «recapiti»). Nel 1920-1921 le filiali quasi raddoppiarono passando da 12 a 23. (continua nel campo Oggetti)
L'espansione proseguì con l'apertura di altre 8 dipendenze tra il 1922 e il 1926.
In seguito al passaggio, nel 1930-31, alle dimensioni di banca regionale, l'organizzazione fu perfezionata. Nelle città capoluogo furono stabilite le «Sedi», alle dirette dipendenze della Direzione generale, cui facevano capo tutte le filiali della zona, suddivise in: succursali, situate nei maggiori centri della provincia; agenzie, nei centri di media importanza; rappresentanze e recapiti nei piccoli centri, con la differenza che le prime erano aperte tutti i giorni, i secondi solo saltuariamente.
Al 31 dicembre 1931 l'organizzazione dell'Istituto era costituita da 5 sedi (Belluno, Este, Treviso, Udine e Vicenza, cui si aggiunse l'anno seguente Rovigo), 25 succursali, 74 agenzie, 8 rappresentanze, 34 recapiti.
Dopo una contrazione del numero di filiali negli anni di guerra - si passò da 140 nel 1938 a 127 nel 1945 - la rete territoriale riprese a espandersi, tornando rapidamente al livello dell'anteguerra e continuando a crescere fino a raggiungere il culmine nel 1967, con 165 filiali.
La presenza della BCV sul territorio fu rafforzata anche grazie alle nuove incorporazioni attuate tra il 1936 e il 1969, che coinvolsero otto istituti di credito locali operanti in Veneto e Friuli - Venezia Giulia.
Fino al 1931 era compito del Consiglio di amministrazione occuparsi degli immobili di proprietà.
Successivamente la loro gestione fu affidata alla Segreteria generale e l'Ufficio immobili fu introdotto nell'organigramma della Banca Cattolica del Veneto in seguito alle fusioni del 1930.
Una conseguenza rilevante di tali incorporazioni fu infatti l'accrescimento del patrimonio immobiliare della BCV, che acquisì di fatto tutte le proprietà delle banche inglobate (si veda, ad esempio, il rogito di fusione del 27 aprile 1931 con la Banca Cattolica S. Liberale, la Banca Provinciale di Belluno e la Banca Feltrina).
L'attività dell'Ufficio immobili era quella di gestire sia le proprietà immobiliari adibite a sedi di filiali sia quelle affittate a terzi, di seguire i progetti di nuove edificazioni e ristrutturazioni e di tenere i contatti con la Pubblica Amministrazione (permessi, pagamenti di imposte, ecc.).
Nella seduta del 1° settembre 1952, il Consiglio di amministrazione - per avere un quadro preciso dell'entità del patrimonio immobiliare della Banca - decise di istituire una commissione ad hoc, costituita da quattro consiglieri ingegneri, con il compito di fornire una relazione sommaria su ciascuno degli immobili posseduti, sui lavori di costruzione e ristrutturazione attuati dal 1945 in poi ed anche con quello di rivedere le assicurazioni incendio in corso.
L'attività ispettiva della Commissione mise in rilievo la grandiosa consistenza di questa parte delle attività dell'Istituto; attività costituita da un imponente complesso di immobili scelti o costruiti con oculato e prudente criterio, e situati per lo più nella parte più pregiata e centrale dei luoghi nei quali l'Istituto svolge l'opera sua.
In generale i fabbricati rappresentano sedi decorose, e talora decorosissime, per l'Istituto. E questo complesso è un notevole patrimonio che garantisce, attraverso la solidità materiale degli edifici, la solidità economica di un bilancio.
Il decennio 1948-1958 vide una fase di costruzione e ristrutturazione delle sedi delle filiali.
La Banca Cattolica del Veneto aveva inoltre partecipazioni in due società immobiliari: la SAFI (Società Anonima Finanziaria Immobiliare), costituita nel 1926 e la Società Immobiliare, costituita nel 1920; per ulteriori notizie in merito si rimanda alla sezione Archivi Aggregati.
Dalle testimonianze del personale dell'epoca e da un raffronto con le fotografie presenti nella rivista aziendale «Vita Nostra» appare chiaro che i servizi fotografici venivano realizzati non solo come autodocumentazione interna all'ufficio dell'attività, ma anche per corredare gli articoli dell'house organ.
Fotografie relative agli edifici ospitanti la rete territoriale della Banca, quindi filiali e agenzie.
Sono per lo più fotografie di architettura di esterni ed interni delle filiali, qualche inaugurazione alla presenza della autorità cittadine e rari stabili in cui avevano sede le banche assorbite dalla Banca Cattolica del Veneto e riconoscibili per l'insegna.
L'Istituto si serviva di studi fotografici esterni: lo Studio Ferrini, Cinecolorfoto Tapparo & Trentin di Vicenza, che ispirava particolare fiducia e simpatia, in quanto il proprietario era parente di un impiegato della Banca, e, per i servizi da realizzare al di fuori dalla provincia di Vicenza, studi fotografici locali.
Sono presenti inoltre due cartoncini degli anni Settanta recanti un provino a contatto per ciascuna filiale aperta all'epoca.
Provenienza: Ufficio Beni culturali (Fatima Terzo).
In un locale mansardato di Palazzo Leoni Montanari, è stato recuperato nel 2003 un grosso faldone - con la dicitura "Foto storiche, filiali BCV, anni 1950-1960 - , contenente un primo nucleo fotografico molto interessante relativo agli edifici, più o meno prestigiosi, in cui erano ospitate le filiali e le agenzie della Banca Cattolica del Veneto. Ulteriori versamenti sono avvenuti nel 2010 e nel 2012 dall'ufficio Immboli di Intesa Sanpaolo.
Riordinamento per fascicolo per filiale, disposti in ordine alfabetico per località e, all'interno del fascicolo, in ordine cronologico.
Inventario semi anallitico (Bellinato, 2016). Revisione Berno-Ossola 2016-2017
Chiapponi Paola, Guizzi Chiara, La Banca Cattolica del Veneto e il suo patrimonio archivistico, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2007