Fototeca
Palazzi di direzione. Palazzo delle Colonne, via Verdi 8, 1930 - 2000
Cariplo, Propaganda e Sviluppo
Nota ai milanesi come "Palazzo delle Colonne" per via del lungo porticato in facciata, la nuova sede della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde in via Verdi 8 a Milano fu il risultato di una stretta collaborazione fra architetti - Giovanni Greppi, vincitore del concorso indetto nel 1932 dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, al quale fu presto affiancato il giovane Giovanni Muzio - e ingegneri di chiara fama, primo fra tutti Arturo Danusso, che dovette risolvere non pochi problemi statici, legati soprattutto alla complessa costruzione del famoso caveau, che si inabissava nelle viscere della città per quasi venti metri, mentre la sottostante falda acquifera emergeva dal sottosuolo di Milano.
Il palazzo si contraddistinse per il carattere innovativo e avanguardistico del suo cantiere.
Nel 1932 sei noti professionisti - Ambrogio Annoni, Mario Faravelli, Rinaldo Ferrini, Giovanni Greppi, Alessandro Minali e Piero Portaluppi - vennero invitati a presentare un proprio progetto per un nuovo edificio in grado di rispondere alle esigenze di ampliamento e innovazione della sede centrale della Cassa, l'ottocentesca "Cà de Sass". La nuova costruzione avrebbe dovuto completare l'isolato compreso tra via Verdi e via Monte di Pietà, in continuità con la stessa "Cà de Sass", un'area che la Cassa si era assicurata fin dalla fine dell'Ottocento, grazie ad una lungimirante politica di acquisizioni.
Tra le richieste della committenza, emerse l'esigenza di almeno 15.000-20.000 cassette di sicurezza, con cui la nuova sede si sarebbe attestata come la più grande struttura di deposito valori allora presente a Milano.
Il progetto venne vinto dall'architetto Giovanni Greppi, affiancato, dal gennaio 1933, da Giovanni Muzio.
Nel novembre dello stesso anno i due architetti insieme ai tecnici della Cassa, visitarono i più moderni edifici bancari d'Europa, Parigi, Londra, Aja, Amsterdam, Bruxelles, alla ricerca degli ultimi ritrovati in termini di tecniche costruttive e sistemi di sicurezza, nonché impianti di aerazione, ventilazione, riscaldamento, illuminazione. Ma la vera sfida del nuovo cantiere riguardò la costruzione dei 5 piani sottoterranei di caveau, al di sotto della falda freatica (allora attestata a 7 metri dal piano stradale), in un sottosuolo per nulla affidabile, e senza far uso delle ordinarie pompe aspiranti per non compromettere la stabilità degli edifici circostanti.
Nel marzo 1934 iniziò quello che i giornali dell'epoca definirono "uno scavo ciclopico"; vennero innalzate alte paratie verticali a puntellarne i bordi, a sostegno delle sedi stradali e delle case vicine. Si cominciò a scavare il buco che avrebbe dovuto ospitare le fondamenta e i sotterranei del palazzo, lasciano affluire l'acqua di falda: si formò così un bacino, un vero e proprio "laghetto" nel cuore della città, dove accanto alle maestranze tradizionali operarono anche squadre di palombari. Su una parte dell'area del cantiere, all'asciutto, si costruì uno speciale scafo metallico, a tenuta stagna, con sponde alte inizialmente 3 metri e del peso di circa 600 tonnellate.
La notte del 16 gennaio 1937 venne innalzato artificialmente il livello dell'acqua di falda: l'intera area di scavo venne così allagata, e lo scafo cominciò a galleggiare, così che la mattina fu possibile portarlo al di sopra del bacino, pronto per la cerimonia del "varo".
Nello scafo vi vennero quindi costruite le strutture in metallo e cemento armato del palazzo; progressivamente, al procedere della costruzione, le pareti dello scafo vennero innalzate e sotto l'effetto del peso, mentre l'acqua veniva aspirata, "il guscio" a tenuta stagna si inabissava a poco a poco fino ad appoggiarsi sul fondo.
La fama di 'sicurezza' dei cinque piani sotterranei fece sì che il palazzo divenne, già a partire dal giugno 1940, il rifugio antiaereo più sicuro di Milano e, come tale, il ricovero idoneo per alcune delle opere d'arte più preziose custodite nei musei milanesi
L'inaugurazione avvenne il 5 maggio 1941.
Fotografie relative al Palazzo delle Colonne: dagli edifici preesistenti alle fotografie più recenti dello stabile, passando per tutto il processo di costruzione; è possibile notare i cambiamenti decorativi, strutturali e d'uso realizzati negli anni nel palazzo.
Sono inoltre presenti fotografie dei lavori di ristrutturazione e di impianti vari.
Gli album documentano alcune fasi del lavoro di costruzione del Palazzo delle Colonne.
Sono presenti fotografie relative agli stabili esistenti nell'area interessata prima della costruzione, e alla loro demolizione; foto di un modellino non coincidente con il progetto finale e foto della costruzione, dagli scavi per il cantiere alla realizzazione della cupola del Funi al quarto piano, e delle prove dei materiali realizzata su pilastri campione presso il Laboratorio Prove Resistenza di materiali del Politecnico di Milano.
In particolare si segnalano le fotografie all'interno del palazzo in fase di ultimazione, con pilastri e pareti ancora grezze, e fotografie di una risottata svolta con le maestranze e, tra gli altri, il presidente De Capitani d'Arzago, l'Ingegnere capo Alberto Angiolini e gli architetti Muzio e Greppi, all'interno del salone, in occasione dell'arrivo del lavori al tetto
Sono significative, sia per l'interesse ingegneristico sia per il numero di fotografie, le foto relative allo scafo metallico (costruzione, spostamento sopra il bacino, varo e costruzione dei piani sotterranei a cantiere prosciugato), sistema necessario per la realizzazione di sotterranei in una zona con falda acquifera.
Le fotografie sono incollate al centro di carte recanti in alto a sinistra l'intestazione "Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde"; al di sotto di ciascuna fotografia è presente una didascalia riportante solitamente la data e una descrizione dettagliata del soggetto raffigurato. Per alcune fotografie sono presenti ulteriori indicazioni ai lati, che forniscono dettagli informativi utili ad una comprensione maggiore.
Sono presenti anche carte bianche, senza foto e didascalie, e carte predisposte per recare fotografie, ma rimaste bianche con solo alcuni appunti in matita relativi alla didascalia da iscriversi.
Si è a conoscenza inoltre di alcune carte prelevate dagli album: nella serie delle foto sciolte del Palazzo delle Colonne sono infatti presenti alcune foto con la carta dell'album a filo dell'immagine ed è stata anche rinvenuta una carta con didascalia dalla quale è stata ritagliata l'immagine.
Tra i fotografi si segnalano: Riccardo Paganini, Arnaldo Chierichetti, Eugenio Coppini, Bruno Stefani, Vincenzo Aragozzini, Stabilimento Crimella, Farabola, Publifoto, Mario La Porta.
I fotografi degli album sono stati individuati con certezza dal timbro sul verso visibile nelle foto parzialmente scollate o attribuibili per la maggior parte grazie al confronto con gli altri album presenti o con la serie delle foto sciolte.
Provenienza: Cariplo, Servizio Tecnico e Propaganda e Sviluppo. Ornella Selvafolta; Fondo Patrimonio Stabili - Pratiche, serie Milano, Palazzi di direzione p.m., fald. 7.
Per le lastre di vetro il committente non si conosce con certezza, ma poichè alcuni pezzi sono stati pubblicati sul Bollettino d'Informazioni e la rispettiva stampa possiede il timbro dell'Archivio Fotografico, è probabile che sia il Servizio Propaganda e Sviluppo. Non si possiedono informazioni neppure sui fotografi che hanno eseguito il compito.
La serie era inizialmente costituita da un nucleo minore di immagini, sia del Tecnico sia della Propaganda, al quale si sono aggiunti grazie al censimento del 2008, un nucleo cospicuo dello Stecn, alcune immagini rinvenute nel fondo delle Attività Editoriali, e una donazione di 5 album da parte degli eredi dell'ingegnere capo degli anni della costruzione del Palazzo, Alberto Angiolini
Il materiale è pervenuto in stato di disordine. I nuclei omogenei (servizio) sono stati ricomposti, mentre le fotografie prive di legami archivistici sono state riordinate per soggetto, secondo un criterio architettonico di "visita" (dagli esterni verso gli interni), criterio rinvenuto già per alcuni fascicoli del palazzo, e all'interno del fascicolo con ordinamento cronologico.
I fascicoli relativi allo stesso soggetto sono stati poi distinti in due sottofascicoli per rispettare la provenienza delle fotografie: sono stati infatti individuati due soggetti produttori, il Servizio Tecnico, per auto-documentare le recenti realizzazioni e i lavori in atto, e il Servizio Propaganda e Sviluppo, per la comunicazione esterna. Si è notato che era in uso il passaggio di fotografie da un Servizio all'altro, per evitare commissioni ex-novo qualora fossero già presenti le immagini necessarie. Se presenti entrambe le provenienze, il primo sottofascicolo è relativo al Servizio Tecnico, il secondo al Servizio Propaganda e Sviluppo. Le indicazioni di provenienza, oltre che nel campo apposito, si trovano tra parentesi già nel titolo: Stecn ed ex Propaganda.
Gli album sono costituiti da un insieme di fotografie relative ad alcuni anni del periodo di costruzione: sono state prodotte dal Servizio Tecnico, al fine di documentare varie fasi della costruzione.
- I primi 10 album (conservati dall'Istituto) non sono stati realizzati per descrivere un arco temporale distinto: si notano infatti sovrapposizioni cronologiche e contenutistiche, per la presenza in più album non solo di foto degli stessi anni di lavoro ma anche di foto identiche con didascalie coincidenti o quasi.
Si segnala inoltre che all'interno dello stesso album l'ordine cronologico non è sempre rispettato (in ben 8 album su 10), e che anche nello stesso album si trovano immagini identiche.
Le unità sembrano quindi essere state rimaneggiate e smembrate: sembra che sia stato scompaginato l'ordine cronologico interno all'album o, nell'ipotesi più drastica, che siano state mischiate le pagine tra album diversi.
Tale ipotesi è suffragata dalla presenza in 5 album di una segnatura (le sigle A, B, E, G) e di una numerazione originarie delle carte, oggi discontinue.
L'attuale riordinamento ha mantenuto la sequenza degli album individuata in un precedente riordinamento e basata sull'ordine dell'estremo cronologico minore.
- Gli altri cinque album sono un omaggio reso all'Ingegnere Capo Alberto Angiolini, in uscita dalla Cariplo, per volontà del suo successore Cesare Chiodi.
Gli album sono stati probabilmente costituiti a partire dagli altri dieci rimasti alla Cariplo: il confronto mette infatti in luce come le lacune e il disordine cronologico di questi ultimi siano forse dipesi proprio dalla realizzazione degli album da donare ad Angiolini. Questi album sono numerati sulla costa con numeri romani da 1 a 5.
Le lastre sono state rinvenute in scatole originali, disposte in ordine sparso e senza alcuna informazione rilevante.
Stecn, patrimonio stabili, parte moderna, faldoni 1-11;
Verbali della Commissione Centrale di Beneficenza 1933-1941;
"Bollettino d'Informazione", 1937 (anno IX), n. 1, pp. 4-5; 1938 (anno X), n. 1, pp. 5-8; 1941 (anno XIII), n. 2, pp. 4-7;
Eugenio e Mario Quarti. Dall'ebanista liberty all'arredamento moderno, Milano, Civica Raccolta delle Stampe A. Bertarelli, 1980;
"Il giornali dei pensionati della Cà de Sass", giugno 1986 (anno XV), n. 40, p.13.
G. Minoia, Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, Milano, 1973-1941, in "L'architettura di Giovanni Muzio", Electa, Milano, 1994 (catalogo della mostra), pp. 210-213;
O. Selvafolta, Grandi architetture, grandi trasformazioni, in G. Rumi, V. Vercelloni, A. Cova (a cura di), "Milano durante il fascismo, 1922-1945", Milano, Cariplo-Arti Grafiche Amilcare Pizzi, 1994, pp. 308-313;
O. Selvafolta, La Cariplo di via Verdi: "un forziere sotterrraneo", in "Cà de Sass", 1995, n. 130, pp. 24-39;
Scheda informatica sul palazzo redatta dal "Centro per l'architettura della Città di Milano, 1996, (consultabile in Archivio);
S. Berno, B. Costa, Uno scavo ciclopico. Il nuovo palazzo della Cariplo nel cuore di Milano, Milano, Hoepli, 2012.
Alcune fotografie sono state pubblicate in:
Esposizione Internazionale di Torino 1911. Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, Milano, Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, aprile 1911.
A. Cova - A. M. Galli, Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde dalla fondazione al 1940, Milano, Cariplo-Laterza, 1991, vol. IV;
N. Gutierrez, La Cassa di Risparmio in AA.VV., "Storia di Milano", Milano, Fondazione Treccani degli Alfieri, 1962, vol. XV.
e utilizzate per il cartellone espositivo e la cartolina postale in occasione del Congresso Internazionale di Parigi, 1935.
Alcune fotografie sono state utilizzate per la mostra "Uno scavo ciclopico nel cuore di Milano", Palazzo delle Colonne, via Verdi 8 - Milano, 2 ottobre 2010 -14 gennaio 2011, abbreviata in "Mostra ASI 2010" nel campo "Fonti e bibliografia".