Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
Padova, 1817 - 1983
Di particolare rilevanza risulta la documentazione relativa alla costruzione della nuova Sede di Padova, Palazzo Donghi (1913-1920), costituita da una notevole quantità di progetti e dal carteggio firmato dall'ingegnere Daniele Donghi; l'antica sede della Banca situata a Palazzo Dondi dall'Orologio in via Pozzo Dipinto (ora Cesare Battisti) doveva essere spostata in un luogo di maggiore visibilità. Il sito ideale risultava la direttrice che doveva collegare il Bò, ossia la sede universitaria, il rinomato Caffè Pedrocchi con la stazione ferroviaria e la nuova sede delle Poste, asse viario che doveva realizzarsi entro il 30 maggio 1909, e che era ispirato all'organizzazione urbanistica delle grandi capitali europee. Il Donghi progettò una struttura architettonica innovativa che rispondeva alle esigenze del Consiglio di amministrazione e ne diresse anche i lavori. La costruzione del palazzo iniziò nel 1913 e finì nel 1920. La facciata principale in corso del Popolo, in stile liberty, fu volutamente ricca di ornamenti mitologico-allegorici per esprimere i concetti di lavoro, previdenza, risparmio ed agiatezza, mentre l'immagine dell'alveare sta a significare la parsimonia ed il risparmio; invece la facciata posteriore davanti alla Chiesa degli Eremitani e poco lontano dalla Cappella degli Scrovegni, risulta volutamente molto più sobria, come in segno di sottomissione e rispetto a questi edifici di inossidabile rilevanza non solo artistica, ma anche storico-religiosa. Il Donghi, inoltre, dotò il Palazzo di impianti altamente moderni per l'epoca, come l'acqua corrente che arrivava anche ai piani, un sistema di elevatori-ascensori e un impianto di riscaldamento e areazione di notevole efficacia. Nel 1959 fu dato l'incarico per l'ampiamento a Giovanni Ponti, per questo motivo fu demolita la palazzina ottocentesca con portico a colonne di proprietà del Credito Agrario e al suo posto fu edificata una costruzione moderna, attenta ai particolari ed alla critica vicinanza all'Arena, agli Eremitani e alla Cappella degli Scrovegni: infatti il nuovo edificio che si appoggia al preesistente, ne segue l'andamento orizzontale ed è connotato da un'estesa facciata a vetri, come fosse un'enorme veranda che si affaccia sull'antico.