Istituto Mobiliare Italiano
Serie mutui EIB - 1a gestione
Questa serie raccoglie le pratiche di mutuo finanziate attraverso il prestito di 100 milioni di dollari concesso dalla Export Import Bank (EIB) all'Italia nel 1947.
L'IMI assunse il compito di coordinare la distribuzione di questo prestito, sia identificando i possibili soggetti beneficiari tra le aziende di vari settori e dimensioni, sia collaborando alla strutturazione del sistema attraverso il quale il fondo stanziato dalla Export Import Bank sarebbe stato investito in macchinari e materie prime per la ricostruzione dell'economia italiana dopo la Seconda guerra mondiale.
Per la prima tranche del prestito EIB, pervennero 607 domande, 265 domande sono state abbandonate o respinte, 342 domande istruite e 85 successivamente revocate o rinunciate. Complessivamente furono stipulati 257 finanziamenti. [cfr. IMI, CdA, 29 maggio 1951, f. 48; cfr. Giorgio Lombardo, Istituto Mobiliare Italiano. Vol.II Centralità per la ricostruzione: 1945-1954].
Come per le altre gestioni e tipologie di mutuo (Ordinario, Credito Navale, Autarchia), la gestione del mutuo vedeva coinvolti differenti uffici che raccoglievano la documentazione di carattere tecnico, amministrativo, contabile e legale, seguendo passo dopo passo la domanda, l'istruttoria, l'utilizzo e l'importazione dei beni ordinati attraverso il complesso sistema ideato dalla Export Import Bank per sostenere la ricostruzione italiana orientandola a un sistema economico export-led, ricollocare il surplus produttivo degli Stati Uniti e allo stesso tempo evitare flussi valutari diretti verso i mutuatari, che si sarebbero rivolti a linee di credito specifiche aperte presso istituti bancari americani.
Già ad aprile, prima che venissero definite ufficialmente le modalità per l'apertura del credito, erano state contattate alcune grandi imprese e associazioni imprenditoriali (come FIAT, gruppo Caproni, Montecatini, Pirelli, Finmare, Finsider, Associazione nazionale industrie elettromeccaniche), alcune delle quali sarebbero poi diventate il primo gruppo di ditte richiedenti, denominato A.
A questo gruppo sarebbero poi succeduti altri, distinti per dimensione e settore produttivo: B (medie) e C (piccole nei settori chimico, elettromeccanico, metallurgico e della gomma) [cfr. Serie EIB Affari generali].
Successivamente venne inserito un altro gruppo di piccole imprese, interessate a operazioni entro i 500.000 $, denominato Y e nel maggio 1948 venne costituita una Compagnia Nazionale Artigiana (CNA), allo scopo di stimolare l'esportazione delle imprese artigianali italiane, che ebbe anch'essa accesso al prestito EIB nella misura di 5 milioni di dollari.
Le ditte mutuatarie si rivolgevano al canale di finanziamento per reperire materie prime e combustibili indispensabili per la produzione, ma anche macchinari utili a una modernizzazione degli impianti o, come avvenne per la compagnia aerea LAI, per l'acquisto di prodotti finiti quali aerei o pullman [cfr. Copialettere Estero, v. 13].
Su richiesta della EIB, le ditte richiedenti producevano una relazione, in triplice copia e in lingua inglese, per accompagnare la domanda, seguendo un canovaccio proposto dallo stesso istituto americano: una breve presentazione, corredata da statuti, bilanci, elenchi dei componenti dei Consigli di amministrazione; allegati relativi alle statistiche di produttività, al mercato di riferimento, allo stato degli stabilimenti alla fine della guerra con segnalati eventuali danni. Inoltre, doveva essere presentato un dettagliato programma di utilizzo del credito e di assicurare la copertura del debito, con dati previsionali relativi alle esportazioni dei mesi e anni successivi [cfr. Copialettere Estero, v. 1].
Sono assenti le consuete relazioni svolte dagli ispettori dell'IMI [da verificare], ma in alcune pratiche sono raccolte relazioni relative ad altre pratiche avviate dalla stessa ditta, di poco precedenti. Ulteriori relazioni, sullo stato delle pendenze amministrative o sui beni in garanzia venivano allegate in momenti successivi. Trattandosi di operazioni che coinvolgevano istituti di credito, società di assicurazione e fornitori esteri, un ruolo determinante venne ricoperto dall'ufficio dell'IMI a Washington e le ditte mutuatarie indicarono rappresentanti fiduciari a cui concedere potere di firma per gli adempimenti con la EIB. Tra questi, compare per le ditte del gruppo Finsider anche Giorgio Di Veroli, già funzionario della BCI, direttore generale della Sofindit e uomo di fiducia dell'IRI.
La documentazione è riunita prevalentemente seguendo due tipologie di raccolta.
La prima, pur non avendo denominazione riportata sulle buste, seguendo la denominazione dei mutui ordinari dell'IMI, può essere definita come "Segreteria", la seconda riporta solitamente il nome di "Cassaforte".
All'interno delle buste di "segreteria" sono contenuti, in più fascicoli:
la domanda di mutuo, con allegata copia della relazione in lingua inglese e altra documentazione prodotta dall'azienda e ritenuta utile per la presentazione della stessa (statuti, bilanci, relazioni sulle assemblee del Consiglio di amministrazione, servizi fotografici, planimetrie degli impianti);
in alcuni casi sono raccolte relazioni di carattere tecnico relative a pratiche precedenti; relazioni di carattere amministrativo-contabile o legale successive alla data di stipulazione del contratto; corrispondenza.
La documentazione "Cassaforte" può essere raccolta in più di una busta, che in tal caso riporterà anche la dicitura "bis", "ter", "quater". In caso di implementazione del credito con ulteriori prestiti, questi sarebbero stati segnalati come Crediti aggiuntivi e definiti dalla sottoscrizione di nuovi contratti e dichiarazioni d'obbligo finale. La dichiarazione d'obbligo finale, atto sottoscritto da IMI e ditta finanziata in un momento successivo, sanciva l'effettivo utilizzo del credito e il riconoscimento dei reciproci obblighi come sottoscritti nel contratto. All'interno della documentazione di "Cassaforte" sono inoltre conservati atti e certificati rilasciati dalle conservatorie locali relativi ai beni immobili posti a garanzia dalle ditte finanziate e i "Documenti di capacità giuridica" con la composizione dei Consigli di amministrazione e l'eventuale attestazione del potere di firma per rappresentanti all'estero delle società.
Per le pratiche mancanti (228 pratiche), qualche riferimento informativo si trova in altri fondi dell'archivio IMI:
1. Repertorio Mutui;
2. Ispettorato, Serie Ispettorato per le Imprese, Relazioni EIB
3. Ispettorato, Serie Gestioni, prepratiche EIB
4. Servizio Estero, Prima gestione EIB
5. Serie Mutui, EIB altre pratiche della stessa società.
Le pratiche dei mutui EIB risultavano originariamente 1148 buste.
Si è proceduto inzialmente alla rimozione di punti e fermagli metallici, le copie doppie per poi proseguire al ricondizionamento, accorpando le buste dove possibile.
Si è proceduto a un inventario sintetico delle singole pratiche, ad eccezione delle pratiche del Gruppo A e altre pratiche che erano state inventariate in precedenza, con maggiori dettagli.
Inoltre sono state indivuduate le pratiche mancanti confrontando il repertorio mutui e inserite con il numero pratica e nome società e la dicitura (pratica mancante).
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