Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde
Titolo 1: Patrimonio Stabili, 1472 - 1999
si trova in
segnatura
1 Storico/1
consistenza
18 faldoni + 1 (3 bis)
storia istituzionale e biografia
La serie contiene fascicoli della CCB e della CR che riguardano l'acquisto e la gestione del patrimonio immobiliare della Cassa di Risparmio nel centro di Milano.
Le deliberazioni di massima su acquisto e vendita degli immobili spettano alla CCB (sentito il parere del CE), mentre la successiva gestione degli stabili acquisiti è di competenza dell'Ufficio Tecnico, che relaziona al CE.
L'Ufficio Tecnico è citato nel Regolamento della CCB del 1876 ed è retto da un Ingegnere che svolge le seguenti funzioni: riferire al CE sul valore degli immobili, proporre al CE acquisti, vendite, affitti, migliorie e riparazioni da effettuare negli edifici, ispezionare gli stabili ipotecati, disporre della manutenzione e riparazione dei locali (Cfr. Regolamento 1876, cap. IV, art. 15).
Tali competenze sono ribadite in linea di massima nelle "Istruzioni per l'Ufficio Tecnico" del 1880 e poi nel Regolamento nel 1906, che affianca all'Ufficio Tecnico un Ufficio stabili, il cui personale è scelto però fra gli impiegati della Ragioneria; altre modifiche sono introdotte nel 1911 e poi nel 1916, anno in cui l'Ufficio Stabili viene definitivamente soppresso.
Con il Regolamento del 1926 viene operata la trasformazione dell'Ufficio Tecnico in Servizio Tecnico, sempre nel rispetto delle medesime funzioni. Nel 1934 viene istituito anche un Servizio Gestione Espropri e poi nel 1941 un Servizio Gestione Aziendale. Quest'ultimo nel 1953 viene assorbito nel neocostituito "Servizio Amministrazione Immobiliare" al quale vengono demandate tutte le attribuzioni inerenti la gestione patrimoniale, mentre al Servizio Tecnico restano soltanto le funzioni tecniche di manutenzione, ristrutturazione e impiantistica degli edifici.
Nella documentazione della serie si trova soprattutto l'attività del Servizio Tecnico (con le diverse denominazioni assunte) ed in particolare emerge il ruolo svolto dall'Ingegnere che redigeva le perizie tecniche, le relazioni, i rendiconti e i pareri sul valore degli immobili da sottoporre alla delibera del CE e della CCB.
Le deliberazioni di massima su acquisto e vendita degli immobili spettano alla CCB (sentito il parere del CE), mentre la successiva gestione degli stabili acquisiti è di competenza dell'Ufficio Tecnico, che relaziona al CE.
L'Ufficio Tecnico è citato nel Regolamento della CCB del 1876 ed è retto da un Ingegnere che svolge le seguenti funzioni: riferire al CE sul valore degli immobili, proporre al CE acquisti, vendite, affitti, migliorie e riparazioni da effettuare negli edifici, ispezionare gli stabili ipotecati, disporre della manutenzione e riparazione dei locali (Cfr. Regolamento 1876, cap. IV, art. 15).
Tali competenze sono ribadite in linea di massima nelle "Istruzioni per l'Ufficio Tecnico" del 1880 e poi nel Regolamento nel 1906, che affianca all'Ufficio Tecnico un Ufficio stabili, il cui personale è scelto però fra gli impiegati della Ragioneria; altre modifiche sono introdotte nel 1911 e poi nel 1916, anno in cui l'Ufficio Stabili viene definitivamente soppresso.
Con il Regolamento del 1926 viene operata la trasformazione dell'Ufficio Tecnico in Servizio Tecnico, sempre nel rispetto delle medesime funzioni. Nel 1934 viene istituito anche un Servizio Gestione Espropri e poi nel 1941 un Servizio Gestione Aziendale. Quest'ultimo nel 1953 viene assorbito nel neocostituito "Servizio Amministrazione Immobiliare" al quale vengono demandate tutte le attribuzioni inerenti la gestione patrimoniale, mentre al Servizio Tecnico restano soltanto le funzioni tecniche di manutenzione, ristrutturazione e impiantistica degli edifici.
Nella documentazione della serie si trova soprattutto l'attività del Servizio Tecnico (con le diverse denominazioni assunte) ed in particolare emerge il ruolo svolto dall'Ingegnere che redigeva le perizie tecniche, le relazioni, i rendiconti e i pareri sul valore degli immobili da sottoporre alla delibera del CE e della CCB.
contenuto
Tipologie: Atti e istrumenti notarili (con pergamene in latino), testamenti, scritture private, contratti di vendita, planimetrie e piante di edifici, relazioni, pareri tecnici sugli stabili e sul loro valore, elenchi nominativi di affittuari, decreti, sentenze, preventivi, polizze assicurative, note delle spese, fatture, delibere della CCB e corrispondenze.
Oggetti: Passaggi proprietari, acquisto, ristrutturazione, utilizzo, gestione e rendite derivanti dal patrimonio immobiliare della CR nel centro di Milano: palazzi di via Andegari 11, via Verdi N. 6, 8 e n. 10, via Monte di Pietà n. 8, 10 e 12, 14 e 16, via Mercato n. 3 e 5, via S. Paolo n.12 e santuario di S. Giuseppe in via Verdi.
La serie contiene documenti sulla storia dei passaggi proprietari degli edifici prima dell'acquisto della CR e dunque conserva atti molto antichi che risalgono fino al 1472 e che costituiscono le carte più antiche di tutto l'Archivio; si tratta di istrumenti di vendita, testamenti, lasciti, donazioni, descrizioni delle case, scritture private, certificati catastali e ipotecari, dichiarazioni di diversa natura.
La serie contiene poi gli atti che riguardano le circostanze di acquisto e la gestione da parte della CR: trattative di vendita e acquisti, lavori di manutenzione e ristrutturazioni, vertenze e controversie per le questioni di confine, corrispondenze con ditte e società, assicurazioni contro i pericoli d'incendio, relazioni degli Ingegneri dell'Ufficio Tecnico sul valore economico degli edifici.
Gli atti che testimoniano i passaggi proprietari degli edifici costituiscono un'importante fonte per la storia della banca e non solo, dato che contengono informazioni preziose per la ricostruzione della storia degli edifici e dei loro proprietari, esponenti del patriziato milanese. La documentazione successiva all'acquisto della CR attesta le relazioni intercorse con i vecchi proprietari, con i nuovi affittuari e col comune, i lavori di ristrutturazione eseguiti e la destinazione d'uso dei locali, specialmente per quanto riguarda quelli destinati ad ospitare la nuova sede centrale dell'Istituto in via Monte di Pietà 8 e il Magazzino Sete.
Si segnalano numerosi dati tecnici sugli edifici: descrizioni dei locali, planimetrie, disegni delle facciate, progetti per gli impianti di illuminazione, fili telegrafici e telefonici.
Oggetti: Passaggi proprietari, acquisto, ristrutturazione, utilizzo, gestione e rendite derivanti dal patrimonio immobiliare della CR nel centro di Milano: palazzi di via Andegari 11, via Verdi N. 6, 8 e n. 10, via Monte di Pietà n. 8, 10 e 12, 14 e 16, via Mercato n. 3 e 5, via S. Paolo n.12 e santuario di S. Giuseppe in via Verdi.
La serie contiene documenti sulla storia dei passaggi proprietari degli edifici prima dell'acquisto della CR e dunque conserva atti molto antichi che risalgono fino al 1472 e che costituiscono le carte più antiche di tutto l'Archivio; si tratta di istrumenti di vendita, testamenti, lasciti, donazioni, descrizioni delle case, scritture private, certificati catastali e ipotecari, dichiarazioni di diversa natura.
La serie contiene poi gli atti che riguardano le circostanze di acquisto e la gestione da parte della CR: trattative di vendita e acquisti, lavori di manutenzione e ristrutturazioni, vertenze e controversie per le questioni di confine, corrispondenze con ditte e società, assicurazioni contro i pericoli d'incendio, relazioni degli Ingegneri dell'Ufficio Tecnico sul valore economico degli edifici.
Gli atti che testimoniano i passaggi proprietari degli edifici costituiscono un'importante fonte per la storia della banca e non solo, dato che contengono informazioni preziose per la ricostruzione della storia degli edifici e dei loro proprietari, esponenti del patriziato milanese. La documentazione successiva all'acquisto della CR attesta le relazioni intercorse con i vecchi proprietari, con i nuovi affittuari e col comune, i lavori di ristrutturazione eseguiti e la destinazione d'uso dei locali, specialmente per quanto riguarda quelli destinati ad ospitare la nuova sede centrale dell'Istituto in via Monte di Pietà 8 e il Magazzino Sete.
Si segnalano numerosi dati tecnici sugli edifici: descrizioni dei locali, planimetrie, disegni delle facciate, progetti per gli impianti di illuminazione, fili telegrafici e telefonici.
passsaggi di proprietà
Provenienza: Servizio Tecnico
date di versamento
...
criteri di ordinamento
Contestulamente alla redazione del presente inventario è stato effettuato il riordinamento delle carte sulla base del principio archivistico del rispetto delle segnature e dei vincoli archivistici delle pratiche.
Il materiale si presenta di norma distinto in "Documenti ed atti pubblici" che contengono gli atti sulla storia degli edifici e che ne attestano i passaggi di proprietà prima dell'acquisto della CR (atti notatrili, istrumenti, certificati, scritture private, convenzioni) e in "Delibere ed atti d'ufficio" che trattano dell' acquisto e manutenzione degli stabili da parte della CR (pratiche con segnatura CR, CCB, corrispondenze).
Oltre a tale distinzione, le carte erano anche "organizzate" in sottofascicoli arbitrari ricorrenti intitolati "Corrispondenze", "Spese e preventivi", "Planimetrie" e "Pubblicazioni": tale ordinamento delle carte era quello adottato dal Merlo negli anni 70 (Cfr. inventario Guida) ed è stato ripreso dal successivo lavoro di descrizione archivistica di M. Pavesi che ha integrato le descrizioni dei documenti, mantenendo la medesima sistemazione fisica e logica delle carte.
Le pratiche sono state ricomposte, riconducendo alle rispettive delibere (identificabili dal N. di protocollo) gli allegati che erano stati da esse estrapolati. Per la titolazione dei sottofascicoli si è mantenuta il più possibile la titolazione storica, laddove presente nelle segnature. Per quanto riguarda la distinzione adottata dal Merlo tra "Documenti ed atti" e "Delibere ed atti d'ufficio" si è deciso di mantenerla perchè si tratta in questo caso di una organizzazione non arbitraria ma logicamente coerente con la formazione e il contenuto delle pratiche e perchè talvolta si ritrova proprio nelle segnature archivistiche delle pratiche.
In particolare:
- Nel faldone N. 3 il fascicoletto "corrispondenze" è stato smembrato perchè le lettere in esso contenute sono state accorpate alle corrispondenti pratiche (del fascicolo n. 1) dalle quali erano state estratte arbitrariamente. Cfr. l'inventario Merlo che riporta il vecchio ordinamento (p. 85).
- Nel faldone N. 10 il fascicolo 3 è stato completamente riordinato rispetto al vecchio ordinamento che aveva smembrato sistematicamente tutti gli allegati (lettere, rapporti, istrumenti, conti spese) dalle rispettive delibere, spezzando in questo modo il vincolo archivistico. E' stato pertanto ri-formato il fascicolo originario delle delibere delle CCB e sono stati sciolti i sottofascicoli fittizi della "corrispondenza", "donazioni" e "spese di fabbrica".
- I faldoni n. 15 e 16 sono stati interamente riordinati, perchè le pratiche erano tutte disordinate e disposte l'una dentro l'altra.
Alla Serie sono stati aggregati documenti che erano stati estrapolati ad opera dello stesso Servizio Tecnico per finalità prtaiche: le integrazioni sono segnalate opportunamente nelle relative schede faldone; alcuni hanno determinato l'aggiunta di 2 interi faldoni di Addenda, il n. 3 bis e il n. 18.
Il materiale si presenta di norma distinto in "Documenti ed atti pubblici" che contengono gli atti sulla storia degli edifici e che ne attestano i passaggi di proprietà prima dell'acquisto della CR (atti notatrili, istrumenti, certificati, scritture private, convenzioni) e in "Delibere ed atti d'ufficio" che trattano dell' acquisto e manutenzione degli stabili da parte della CR (pratiche con segnatura CR, CCB, corrispondenze).
Oltre a tale distinzione, le carte erano anche "organizzate" in sottofascicoli arbitrari ricorrenti intitolati "Corrispondenze", "Spese e preventivi", "Planimetrie" e "Pubblicazioni": tale ordinamento delle carte era quello adottato dal Merlo negli anni 70 (Cfr. inventario Guida) ed è stato ripreso dal successivo lavoro di descrizione archivistica di M. Pavesi che ha integrato le descrizioni dei documenti, mantenendo la medesima sistemazione fisica e logica delle carte.
Le pratiche sono state ricomposte, riconducendo alle rispettive delibere (identificabili dal N. di protocollo) gli allegati che erano stati da esse estrapolati. Per la titolazione dei sottofascicoli si è mantenuta il più possibile la titolazione storica, laddove presente nelle segnature. Per quanto riguarda la distinzione adottata dal Merlo tra "Documenti ed atti" e "Delibere ed atti d'ufficio" si è deciso di mantenerla perchè si tratta in questo caso di una organizzazione non arbitraria ma logicamente coerente con la formazione e il contenuto delle pratiche e perchè talvolta si ritrova proprio nelle segnature archivistiche delle pratiche.
In particolare:
- Nel faldone N. 3 il fascicoletto "corrispondenze" è stato smembrato perchè le lettere in esso contenute sono state accorpate alle corrispondenti pratiche (del fascicolo n. 1) dalle quali erano state estratte arbitrariamente. Cfr. l'inventario Merlo che riporta il vecchio ordinamento (p. 85).
- Nel faldone N. 10 il fascicolo 3 è stato completamente riordinato rispetto al vecchio ordinamento che aveva smembrato sistematicamente tutti gli allegati (lettere, rapporti, istrumenti, conti spese) dalle rispettive delibere, spezzando in questo modo il vincolo archivistico. E' stato pertanto ri-formato il fascicolo originario delle delibere delle CCB e sono stati sciolti i sottofascicoli fittizi della "corrispondenza", "donazioni" e "spese di fabbrica".
- I faldoni n. 15 e 16 sono stati interamente riordinati, perchè le pratiche erano tutte disordinate e disposte l'una dentro l'altra.
Alla Serie sono stati aggregati documenti che erano stati estrapolati ad opera dello stesso Servizio Tecnico per finalità prtaiche: le integrazioni sono segnalate opportunamente nelle relative schede faldone; alcuni hanno determinato l'aggiunta di 2 interi faldoni di Addenda, il n. 3 bis e il n. 18.
materiale perduto
-
valutazione e scarto
Non sono stati effettuati interventi di scarto.
strumenti di ricerca
Inventario Guida (Merlo), rivisto e integrato da M. Pavesi (datt., 1996-1997) e attuale inventario Gea (Costa-Rimoldi, 2009).
consultabilità
Libera, come da Regolamento
lingua della documentazione
No
stato di conservazione
Necessita di interventi di pulitura e restauro, soprattutto per le planimetrie ripiegate, che rischiano la lacerazione. Si segnalano in particolare il faldone n. 3 e le planimetrie dei faldoni n. 5 e 17.
fonti complementari
Fonti complementari interne
Fondo CCB, serie Statuti e Regolamenti.
Sezione fotografica, Palazzi di direzione.
bibliografia
Il nuovo edificio per la Cassa di Risparmio in via Monte di Pietà, in "L'emporio pittoresco", a. VI, 1869, n. 275, pp. 351-352.
A. Cantalupi, Il palazzo della Cassa di Risparmio in Milano, in "Il Politecnico", a. XXXVIII, 1890, nn. 9-10, pp. 531-540.
O. Selvafolta, La Ca' de Sass di via Monte di Pietà: il luogo e l'edificio, in "Ca' de Sass", n. 129, marzo 1995, pp. 44-53.
M. Canella-E. Puccinelli, Beneficenza e Risparmio. I documenti preunitari della Cassa di risparmio delle Provicnie Lombarde, Milano, Banca intesa, pp. 38-57.
A. Cantalupi, Il palazzo della Cassa di Risparmio in Milano, in "Il Politecnico", a. XXXVIII, 1890, nn. 9-10, pp. 531-540.
O. Selvafolta, La Ca' de Sass di via Monte di Pietà: il luogo e l'edificio, in "Ca' de Sass", n. 129, marzo 1995, pp. 44-53.
M. Canella-E. Puccinelli, Beneficenza e Risparmio. I documenti preunitari della Cassa di risparmio delle Provicnie Lombarde, Milano, Banca intesa, pp. 38-57.