Banco Ambrosiano Veneto
Credito Polesano (già Banca Cattolica del Polesine) - Rovigo [liquidato], 1931 - 1947
si trova in
segnatura
4 BCV/Aggr.
consistenza
1 registro e 1 fascicolo
storia istituzionale e biografia
La Banca Cattolica del Polesine, società anonima cooperativa, si costituì a Rovigo il 1° luglio 1902 con il capitale di 116.340 lire. Il 10% degli utili era destinato alla beneficenza. Nel 1916 la società fu trasformata in anonima semplice e il capitale aumentato a 221.600 lire, quindi a 500 mila lire nel 1917.
Nel 1919 la ragione sociale cambiò in Credito Polesano e il capitale fu portato a un milione di lire.
All'inizio degli anni Venti la banca conobbe un momento di crisi per avere assunto «il finanziamento diretto di parecchie industrie locali che assorbirono tutte le sue disponibilità» (cfr. verbali del Cda della BCV, 18 dicembre 1923).
La situazione fu risanata con il concorso delle banche cattoliche "federate" e grazie all'operato di Secondo Piovesan, allora funzionario della Banca Cattolica Vicentina, che fu inviato al Credito Polesano in qualità di direttore.
Nella seconda metà del decennio anche il Credito Polesano fu coinvolto nell'ondata di crisi che colpì le banche cattoliche aderenti alla Federazione Bancaria Italiana e al Credito Nazionale.
Inizialmente compreso nel gruppo di banche che tra il 1930 e il 1931 sarebbero confluite nella Banca Cattolica del Veneto, ne venne poi escluso insieme alla Banca della Venezia Giulia e al Credito Veneto a causa della situazione di grave dissesto.
I tre istituti dovettero quindi optare per la procedura di concordato preventivo con i propri creditori - avviata nel novembre 1930 - di cui la BCV assunse la garanzia tramite il pagamento dei creditori in contanti e in azioni BCV al portatore.
Seguì la liquidazione dei tre istituti, che per il Credito Polesano si concluse nel 1938.
Nel 1919 la ragione sociale cambiò in Credito Polesano e il capitale fu portato a un milione di lire.
All'inizio degli anni Venti la banca conobbe un momento di crisi per avere assunto «il finanziamento diretto di parecchie industrie locali che assorbirono tutte le sue disponibilità» (cfr. verbali del Cda della BCV, 18 dicembre 1923).
La situazione fu risanata con il concorso delle banche cattoliche "federate" e grazie all'operato di Secondo Piovesan, allora funzionario della Banca Cattolica Vicentina, che fu inviato al Credito Polesano in qualità di direttore.
Nella seconda metà del decennio anche il Credito Polesano fu coinvolto nell'ondata di crisi che colpì le banche cattoliche aderenti alla Federazione Bancaria Italiana e al Credito Nazionale.
Inizialmente compreso nel gruppo di banche che tra il 1930 e il 1931 sarebbero confluite nella Banca Cattolica del Veneto, ne venne poi escluso insieme alla Banca della Venezia Giulia e al Credito Veneto a causa della situazione di grave dissesto.
I tre istituti dovettero quindi optare per la procedura di concordato preventivo con i propri creditori - avviata nel novembre 1930 - di cui la BCV assunse la garanzia tramite il pagamento dei creditori in contanti e in azioni BCV al portatore.
Seguì la liquidazione dei tre istituti, che per il Credito Polesano si concluse nel 1938.
contenuto
Tipologie: Registro manoscritto (libro verbali), corrispondenza, copie di atti notarili, copie e minute di verbali dell'Assemblea generale.
passsaggi di proprietà
Provenienza: Archivio Centro Torri (Torri di Quartesolo - Vicenza), versamento della Contabilità Generale.
date di versamento
2005/06/28
strumenti di ricerca
Inventario sommario GEA (Chiara Guizzi, 2005).
consultabilità
Libera, come da regolamento dell'Archivio Storico.
stato di conservazione
Buono.
bibliografia
CHIAPPONI Paola, GUIZZI Chiara, «La Banca Cattolica del Veneto e il suo patrimonio archivistico», Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2007, p. 187.