Banco Ambrosiano Veneto

Assemblea generale dei soci - verbali, 1892 - 1989

segnatura
 2 VAG
consistenza
9 registri
storia istituzionale e biografia
Allo scopo di garantire che i soci della Banca fossero esclusivamente cattolici, il primo statuto stabilì che le azioni fossero nominative e non cedibili senza l'approvazione del Consiglio.
Potevano associarsi anche le «Società ed Istituzioni cattoliche ed i Corpi morali» tramite un rappresentante. Il requisito della 'cattolicità' venne esplicitato nello statuto del 1896 il cui art. 7 imponeva che per entrare a far parte della società si dovesse «essere di sentimenti e principi cattolici e godere fama incensurata».
Le domande di ammissione, controfirmate da due soci, sarebbero state esaminate dal Consiglio di amministrazione, al quale era concesso anche il potere di espulsione del socio i cui titoli di ammissibilità fossero venuti meno. Per assicurare il massimo frazionamento del capitale tra un vasto numero di soci fu stabilito che nessuno potesse sottoscrivere più di 250 azioni. Per raccogliere l'adesione di persone gradite si fece ricorso anche alle parrocchie: nella prima seduta del Consiglio di amministrazione fu deciso di «far stampare 400 circolari da spedirsi a tutti i Parroci della diocesi e provincia e ad altri influenti cattolici, eccitandoli a farsi raccoglitori di azioni da persone di sani e sicuri principi nei loro rispettivi paesi».
Quando nel 1916 la Banca passò dalla forma cooperativa a quella di anonima semplice furono introdotte anche le azioni al portatore, ma fu stabilito che queste non potessero superare una certa quota del capitale e che il tramutamento di azioni da nominative al portatore e viceversa potesse essere accordato esclusivamente e inderogabilmente dal Consiglio di amministrazione.
In seguito, per effetto del mutare della legislazione, nel 1920 si tornò alle azioni nominative, ripristinando per gli intestatari il requisito dei «principi e sentimenti schiettamente cattolici», nel 1928 furono nuovamente ammesse le azioni al portatore, per poi tornare nel 1942 alla nominatività.
L'Assemblea dei soci della Banca Cattolica Vicentina era convocata, oltre che con avviso pubblico, mediante inserzione sul giornale cattolico «Il Berico», organo ufficiale della Banca dal dicembre 1892 fino alla sua soppressione nel 1915.
In seguito le inserzioni e i resoconti vennero pubblicati sul quotidiano cattolico «Il Corriere Vicentino» (poi Corriere Veneto, cessato nel 1926), su «La Vedetta Fascista», organo di stampa dei fascisti vicentini (1926-1943), sulle edizioni del Veneto de «L'Avvenire d'Italia» e de «Il Gazzettino», sul quotidiano locale «Il Giornale di Vicenza», sul quotidiano di Verona «Il Corriere del Mattino».
Abitualmente l'Assemblea si teneva di domenica e, come prescritto sin dal «Regolamento interno» del 1896, era aperta e chiusa «con la recita delle preci d'uso» (art. 8).
contenuto
Tipologie: Registri manoscritti di 200 ff. ciascuno.

Oggetti: La serie è completa e si compone di 20 registri manoscritti di 200 fogli ciascuno. I verbali riportano nomi e cognomi degli amministratori e dei soci presenti, con la quantità di capitale rappresentato, l'ordine del giorno, la discussione svoltasi, gli esiti delle votazioni.
I primi verbali danno ampio spazio alla relazione tenuta dagli amministratori sull'esercizio trascorso e alla discussione da questa scaturita. A partire dal 1905 i verbali cessano invece di riportare per esteso le relazioni degli amministratori sul bilancio e risultano sempre meno dettagliati.
passsaggi di proprietà
Provenienza: Archivio Centro Torri (Torri di Quartesolo - Vicenza), versamento della Segreteria generale e del Consiglio.
date di versamento
2003/12/31
strumenti di ricerca
Inventario GEA (Chiara Guizzi, 2004).
consultabilità
Libera fino al 1968, tranne per pratiche riservate.
stato di conservazione
Buono.
bibliografia
CHIAPPONI Paola, GUIZZI Chiara, «La Banca Cattolica del Veneto e il suo patrimonio archivistico», Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2007, pp. 40-47.