Banco Ambrosiano Veneto
Funzioni amministrative centrali - Ufficio del Personale, 1919 - 1974
si trova in
segnatura
3 BCV/Fac/UP
consistenza
150 registri.
storia istituzionale e biografia
Il 19 settembre 1894 il Consiglio di amministrazione affidò a una Commissione l'incarico di stilare una pianta organica degli impiegati.
Il successivo 14 novembre veniva presentata la struttura:
un Capo Ufficio, «primo responsabile di tutto l'intero andamento della Banca» alle dipendenze del Consigliere Delegato, un cassiere, un ragioniere, due contabili, rispettivamente di 1° e 2° classe, e un fattorino.
Nel 1912 la pianta organica appariva già ben sviluppata e delineata: Direzione generale, Segreteria generale, Controllo, Ragioneria, Cassa, Ufficio depositi, Ufficio prestiti e sconti, Ufficio conti corrispondenti-azioni-contabilità Varie, Fattorini; nel 1915 venne aggiunto l'Ufficio succursali, rappresentanze ed agenzie.
Fin dall'inizio l'Ufficio personale dipendeva dalla Direzione generale.
Prima di essere assunto in pianta organica, il personale doveva espletare un periodo di prova, solitamente di tre mesi; era usanza utilizzare degli «applicati volontari» per un periodo di un anno a titolo gratuito, che poi potevano - a discrezione della Direzione - essere assunti in organico.
Il periodo di prova senza compenso e il salario spesso non soddisfacente per affrontare il 'caroviveri' determinavano un certo turnover degli impiegati, che - quando potevano - sceglievano sistemazioni economicamente più vantaggiose.
Da parte sua la Banca poteva licenziare liberamente il proprio personale, adducendo come causa la scarsa operosità dell'impiegato o le restrizioni dovute al difficile periodo in cui versava l'Istituto.
In particolare nel 1934 furono attuati diversi tagli del personale e le prime ad essere licenziate furono le 'Signorine', peraltro presenti in scarsissimo numero.
Dal 1930 l'Ufficio del Personale cominciò a dipendere dalla Segreteria generale, il cui primo fondamentale compito fu la revisione dei contratti d'impiego in vigore nelle singole banche assorbite, per arrivare ad un contratto unico, che rispondesse alle esigenze del nuovo istituto.
Col trascorrere degli anni il personale in organico aumentò di numero: presso la sede di Vicenza si passò dai 14 impiegati (più 6 rappresentanti) del 1902 ai 27 impiegati del 1915, ai 62 dipendenti (di cui 11 donne) del 1929.
Il successivo 14 novembre veniva presentata la struttura:
un Capo Ufficio, «primo responsabile di tutto l'intero andamento della Banca» alle dipendenze del Consigliere Delegato, un cassiere, un ragioniere, due contabili, rispettivamente di 1° e 2° classe, e un fattorino.
Nel 1912 la pianta organica appariva già ben sviluppata e delineata: Direzione generale, Segreteria generale, Controllo, Ragioneria, Cassa, Ufficio depositi, Ufficio prestiti e sconti, Ufficio conti corrispondenti-azioni-contabilità Varie, Fattorini; nel 1915 venne aggiunto l'Ufficio succursali, rappresentanze ed agenzie.
Fin dall'inizio l'Ufficio personale dipendeva dalla Direzione generale.
Prima di essere assunto in pianta organica, il personale doveva espletare un periodo di prova, solitamente di tre mesi; era usanza utilizzare degli «applicati volontari» per un periodo di un anno a titolo gratuito, che poi potevano - a discrezione della Direzione - essere assunti in organico.
Il periodo di prova senza compenso e il salario spesso non soddisfacente per affrontare il 'caroviveri' determinavano un certo turnover degli impiegati, che - quando potevano - sceglievano sistemazioni economicamente più vantaggiose.
Da parte sua la Banca poteva licenziare liberamente il proprio personale, adducendo come causa la scarsa operosità dell'impiegato o le restrizioni dovute al difficile periodo in cui versava l'Istituto.
In particolare nel 1934 furono attuati diversi tagli del personale e le prime ad essere licenziate furono le 'Signorine', peraltro presenti in scarsissimo numero.
Dal 1930 l'Ufficio del Personale cominciò a dipendere dalla Segreteria generale, il cui primo fondamentale compito fu la revisione dei contratti d'impiego in vigore nelle singole banche assorbite, per arrivare ad un contratto unico, che rispondesse alle esigenze del nuovo istituto.
Col trascorrere degli anni il personale in organico aumentò di numero: presso la sede di Vicenza si passò dai 14 impiegati (più 6 rappresentanti) del 1902 ai 27 impiegati del 1915, ai 62 dipendenti (di cui 11 donne) del 1929.
contenuto
Tipologie: Registri manoscritti e dattiloscritti.
Oggetti: Presso le dipendenze, sempre nel 1929, si contavano 11 impiegati nella filiale di Arzignano, 14 a Bassano del Grappa, 12 a Lonigo (tra cui una donna), 9 a Schio (tra cui una donna) e 11 a Thiene.
Fu soprattutto in seguito al processo di fusione degli anni Trenta che gli impiegati aumentarono notevolmente: nel 1940 erano ben 523 e nel 1963 superarono i 1300.
Oggetti: Presso le dipendenze, sempre nel 1929, si contavano 11 impiegati nella filiale di Arzignano, 14 a Bassano del Grappa, 12 a Lonigo (tra cui una donna), 9 a Schio (tra cui una donna) e 11 a Thiene.
Fu soprattutto in seguito al processo di fusione degli anni Trenta che gli impiegati aumentarono notevolmente: nel 1940 erano ben 523 e nel 1963 superarono i 1300.
passsaggi di proprietà
Provenienza: Archivio Centro Torri (Torri di Quartesolo, Vicenza), versamento dell'Ufficio Personale.
date di versamento
2006/06/07
strumenti di ricerca
Inventario sommario GEA (Paola Chiapponi, 2007).
consultabilità
Libera, come da regolamento dell'Archivio Storico.
bibliografia
CHIAPPONI Paola, GUIZZI Chiara, La Banca Cattolica del Veneto e il suo patrimonio archivistico, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2007, pp. 139-145.