Banco Ambrosiano Veneto
Funzioni amministrative centrali - Ufficio Immobili, 1844 - 2000
si trova in
segnatura
4 BCV/Fac/UI
struttura
1 serie
storia istituzionale e biografia
Fino al 1931 era compito del Consiglio di amministrazione occuparsi degli immobili di proprietà.
Successivamente la loro gestione fu affidata alla Segreteria generale e l'Ufficio immobili fu introdotto nell'organigramma della Banca Cattolica del Veneto in seguito alle fusioni del 1930.
Una conseguenza rilevante di tali incorporazioni fu infatti l'accrescimento del patrimonio immobiliare della BCV, che acquisì di fatto tutte le proprietà delle banche inglobate (si veda, ad esempio, il rogito di fusione del 27 aprile 1931 con la Banca Cattolica S. Liberale, la Banca Provinciale di Belluno e la Banca Feltrina).
L'attività dell'Ufficio immobili era quella di gestire sia le proprietà immobiliari adibite a sedi di filiali sia quelle affittate a terzi, di seguire i progetti di nuove edificazioni e ristrutturazioni e di tenere i contatti con la Pubblica Amministrazione (permessi, pagamenti di imposte, ecc.).
Nella seduta del 1° settembre 1952, il Consiglio di amministrazione - per avere un quadro preciso dell'entità del patrimonio immobiliare della Banca - decise di istituire una commissione ad hoc, costituita da quattro consiglieri ingegneri, con il compito di fornire una relazione sommaria su ciascuno degli immobili posseduti, sui lavori di costruzione e ristrutturazione attuati dal 1945 in poi ed anche con quello di rivedere le assicurazioni incendio in corso.
La lettura di queste relazioni redatte fino ai primi anni Settanta (cfr. Carte Piovesan, faldone 12) fornisce interessanti notizie di carattere ispettivo, finanziario, lavorativo e tecnico, supplendo così alla scarsa documentazione ritrovata nel fondo Immobili.
L'attività ispettiva della Commissione nel 1952 mise in rilievo
la grandiosa consistenza di questa parte delle attività dell'Istituto; attività costituita da un imponente complesso di immobili scelti o costruiti con oculato e prudente criterio, e situati per lo più nella parte più pregiata e centrale dei luoghi nei quali l'Istituto svolge l'opera sua.
In generale i fabbricati rappresentano sedi decorose, e talora decorosissime, per l'Istituto. E questo complesso è un notevole patrimonio che garantisce, attraverso la solidità materiale degli edifici, la solidità economica di un bilancio.
A partire dal secondo dopoguerra, il Consiglio di amministrazione preferì
accantonare lire, investire gli utili di gestione in beni che sono gli strumenti necessari per facilitare lo sviluppo della Banca e per controbattere la concorrenza, che si fa sempre più serrata e pericolosa.
Il decennio 1948-1958 vide una fase di costruzione e ristrutturazione delle sedi delle filiali.
La Banca Cattolica del Veneto aveva inoltre partecipazioni in due società immobiliari: la SAFI (Società Anonima Finanziaria Immobiliare), costituita nel 1926 e la Società Immobiliare, costituita nel 1920; per ulteriori notizie in merito si rimanda alla sezione Archivi Aggregati.
Successivamente la loro gestione fu affidata alla Segreteria generale e l'Ufficio immobili fu introdotto nell'organigramma della Banca Cattolica del Veneto in seguito alle fusioni del 1930.
Una conseguenza rilevante di tali incorporazioni fu infatti l'accrescimento del patrimonio immobiliare della BCV, che acquisì di fatto tutte le proprietà delle banche inglobate (si veda, ad esempio, il rogito di fusione del 27 aprile 1931 con la Banca Cattolica S. Liberale, la Banca Provinciale di Belluno e la Banca Feltrina).
L'attività dell'Ufficio immobili era quella di gestire sia le proprietà immobiliari adibite a sedi di filiali sia quelle affittate a terzi, di seguire i progetti di nuove edificazioni e ristrutturazioni e di tenere i contatti con la Pubblica Amministrazione (permessi, pagamenti di imposte, ecc.).
Nella seduta del 1° settembre 1952, il Consiglio di amministrazione - per avere un quadro preciso dell'entità del patrimonio immobiliare della Banca - decise di istituire una commissione ad hoc, costituita da quattro consiglieri ingegneri, con il compito di fornire una relazione sommaria su ciascuno degli immobili posseduti, sui lavori di costruzione e ristrutturazione attuati dal 1945 in poi ed anche con quello di rivedere le assicurazioni incendio in corso.
La lettura di queste relazioni redatte fino ai primi anni Settanta (cfr. Carte Piovesan, faldone 12) fornisce interessanti notizie di carattere ispettivo, finanziario, lavorativo e tecnico, supplendo così alla scarsa documentazione ritrovata nel fondo Immobili.
L'attività ispettiva della Commissione nel 1952 mise in rilievo
la grandiosa consistenza di questa parte delle attività dell'Istituto; attività costituita da un imponente complesso di immobili scelti o costruiti con oculato e prudente criterio, e situati per lo più nella parte più pregiata e centrale dei luoghi nei quali l'Istituto svolge l'opera sua.
In generale i fabbricati rappresentano sedi decorose, e talora decorosissime, per l'Istituto. E questo complesso è un notevole patrimonio che garantisce, attraverso la solidità materiale degli edifici, la solidità economica di un bilancio.
A partire dal secondo dopoguerra, il Consiglio di amministrazione preferì
accantonare lire, investire gli utili di gestione in beni che sono gli strumenti necessari per facilitare lo sviluppo della Banca e per controbattere la concorrenza, che si fa sempre più serrata e pericolosa.
Il decennio 1948-1958 vide una fase di costruzione e ristrutturazione delle sedi delle filiali.
La Banca Cattolica del Veneto aveva inoltre partecipazioni in due società immobiliari: la SAFI (Società Anonima Finanziaria Immobiliare), costituita nel 1926 e la Società Immobiliare, costituita nel 1920; per ulteriori notizie in merito si rimanda alla sezione Archivi Aggregati.
contenuto
Tipologie: Relazioni, stime, disegni e planimetrie, contratti, atti di proprietà, fotografie, corrispondenza.
passsaggi di proprietà
Provenienza: Archivio Centro Torri (Torri di Quartesolo - Vicenza)
date di versamento
2005/06/15; 2007/04/04
consultabilità
Libera, come da regolamento dell'Archivio Storico.
bibliografia
CHIAPPONI Paola, GUIZZI Chiara, La Banca Cattolica del Veneto e il suo patrimonio archivistico, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2007, pp. 147-153.