Banco Ambrosiano Veneto

Direttori generali e amministratori delegati, 1906 - 1972

segnatura
 2 BCV/DG-AM
struttura
4 serie
storia istituzionale e biografia
La figura del Direttore fu prevista fin dal primo statuto quale «capo degli impiegati» (art. 46) cui il Consiglio affidava «la parte esecutiva delle operazioni sociali» (art. 47).
Egli partecipava alle sedute del Comitato di sconto e, con voce consultiva, alle sedute del Consiglio di amministrazione e dell'Ufficio di Presidenza.
Il primo regolamento sull'organico della Banca, emanato nel 1894, istituì il ruolo in organico con il nome di «capo ufficio»: «primo responsabile di tutto l'interno andamento della Banca» egli doveva «curare l'adempimento degli ordini del Consiglio di amministrazione, esercitare il più scrupoloso controllo sulle operazioni che si eseguiscono in Banca, vegliare sugli altri impiegati [...], ricevere le richieste del pubblico ed evaderle [...], tenere la giornaliera corrispondenza [...], tenere sempre ordinato e in conto il libro degli azionisti, quello delle informazioni sui diversi clienti, il registro delle sofferenze e contenzioso della Banca, [...] firmare le situazioni mensili e il bilancio [...]». Detentore della chiave di ciascuna cassa forte avrebbe presenziato all'apertura e chusura della cassa.
Con il Regolamento generale dell'Istituto del 1915 gli fu attribuito il potere di firma sociale (art. 16).
La figura dell'amministratore delegato entrò nello statuto nel 1919. Fu nominato Nicola Bevilacqua che, fino al 1930, conservò anche il ruolo di direttore generale.
Dal 1930 al 1946 fu presente solo il direttore generale (Secondo Piovesan), mentre dal 1947 lo stesso Piovesan divenne amministratore delegato, e fu affiancato da un direttore generale.
L'alternanza o la coesistenza dei due ruoli nella storia della Banca Cattolica del Veneto viene rievocata e analizzata da Secondo Piovesan nel suo memoriale di congedo dalla lunga carriera bancaria (cfr. Carte Stocchiero-Piovesan, memoriale "Appunti dalla sala d'attesa).
All'inizio degli anni Venti del Novecento la Banca attuò un ammodernamento della struttura organizzativa per adeguarla alle accresciute dimensioni dell'attività. Fu creato un sistema decentrato e gerarchico: al vertice la Direzione centrale, composta dai funzionari autorizzati alla firma, cui spettava «il coordinamento generale contabile-amministrativo del lavoro dell'Istituto»; alle dipendenze della Direzione furono poste la sede di Vicenza e le principali filiali (le «succursali», con proprio bilancio e Comitato di sconto), a loro volta responsabili del controllo sulle filiali minori (le «rappresentanze»).
Con la costituzione della Banca Cattolica del Veneto la pianta organica della «Direzione generale», stabilita dal Consiglio di amministrazione nella seduta del 12 gennaio 1931, venne così composta: Direttore generale, Segretario generale, Capo Contabile, Ispettore Capo, Procuratori.
Furono direttori della Banca: Oreste Tromben (1894-1896), Vittorio Rossetto (1896-1900), Sante Begalli (1900-1903), Giovanni Vacato (1904-1907), Nicola Bevilacqua (1907-1930), Secondo Piovesan (1930-1947).
contenuto
Tipologie: Registri manoscritti e copialettere.
strumenti di ricerca
Inventario sommario GEA (Chiara Guizzi, 2007).
fonti complementari
Fonti complementari interne - Statuti 1892 (art. 46, 47), 1896 (art. 50, 51, 52), 1916 (art. 43) e 1920 (art. 42). - Regolamenti 13 gennaio 1915 (art. 16, 41 e 42) e 15 aprile 1924 (art. 1, 2, 3 e 4).
bibliografia

DE ROSA Gabriele, Una banca cattolica fra cooperazione e capitalismo. La Banca Cattolica del Veneto, Bari, Laterza, 1990.

CHIAPPONI Paola, GUIZZI Chiara, La Banca Cattolica del Veneto e il suo patrimonio archivistico, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2007, pp.73-123.