Banco Ambrosiano Veneto

La Centrale - Livorno, Milano

segnatura
 8 NBA-BAV/Centrale
struttura
4 serie.
storia istituzionale e biografia
La Centrale - Società per il finanziamento di imprese elettriche - si costituì a Livorno il 10 ottobre 1925 come holding del principale gruppo elettrico-telefonico dell'Italia centrale, nato per iniziativa della Società ligure toscana di elettricità (Selt, fondata a Livorno nel 1905) e della Società elettrica Valdarno (fondata a Firenze nel 1905 e dal 1923 interamente controllata dalla Selt) e di cui faceva parte la Società Telefonica Tirrena (Teti, 1924), concessionaria della "quarta zona" telefonica che comprendeva Ligura, Toscana, Lazio e Sardegna. Il gruppo - dietro il quale agivano gli interessi delle famiglie Orlando e Pirelli, con il forte sostegno del Credito Italiano - conobbe un'ulteriore forte espansione nel corso della seconda metà degli anni Venti.
Nel corso degli anni Trenta e fino al secondo dopoguerra, sotto la guida di Alberto Pirelli e Luigi Bruno - divenuti rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato della società alla morte del primo Presidente Alberto Lodolo nel 1932 - La Centrale consolidò le posizioni raggiunte, attuando pochi investimenti in società esterne al gruppo ma oculatamente scelti (soprattutto da Alberto Pirelli) tra i "salotti buoni" del capitalismo italiano. Emblematica da questo punto di vista la partecipazione al sindacato di blocco della Bastogi insieme a Fiat, Pirelli, Edison, Riunione Adriatica di Sicurtà e Generali.
Con lo scadere delle concessioni telefoniche (e la conseguente cessione all'IRI della Teti nel 1957) e il passaggio allo Stato dell'industria elettrica (1962), anche La Centrale - dal 1957 «Finanziaria generale» - seguì la tendenza, comune ai grandi gruppi elettrici privati, alla diversificazione degli investimenti (entrando nel comparto alimentare, in quello degli elettrodomestici, nelle costruzioni, nei lavori pubblici, ecc.) molto spesso attuati con eccessiva spregiudicatezza. Ciò portò al progressivo sganciamento, sul finire degli anni Sessanta, dei gruppi industriali che avevano controllato direttamente la finanzaria fin dagli anni Trenta, i Pirelli e gli Orlando, per far spazio a nuovi azionisti (la RAS, la Banca d'America e d'Italia, la famiglia Bonomi Bolchini). Nel 1971, il controllo della finanziaria fu assunto per breve tempo dall'inglese Hambros Bank per conto di Michele Sindona. Nel novembre dello stesso anno La Centrale entrava nel gruppo Banco Ambrosiano, trasformandosi da holding industriale in holding bancaria ed assicurativa ed acquistando importanti partecipazioni nel Credito Varesino (1972), nella Toro Assicurazioni (1973) - entrambe cedute dal Nuovo Banco Ambrosiano sorto nel 1982 - e nella Banca Cattolica del Veneto (1972). Nel 1985 si procedette alla fusione tra Nuovo Banco Ambrosiano e La Centrale (che incorporò il controllante istituto di credito milanese assumendone la denominazione e adottandone l'oggetto sociale) attraverso la quale il Nuovo Banco Ambrosiano assumeva il diretto controllo della Banca Cattolica del Veneto.
passsaggi di proprietà
Provenienza: Ex Segreteria del Consiglio del Banco Ambrosiano Veneto.
date di versamento
2002/09/05
strumenti di ricerca
Inventario sommario in GEA (Chiara Guizzi, 2004).
consultabilità
Libera, come da regolamento dell'Archivio Storico.
stato di conservazione
Buono.
fonti complementari
Fonti complementari interne I bilanci La Centrale si trovano conservati nel patrimonio documentario della Banca Commerciale Italiana, partizione «Direzione Centrale», fondo «Ufficio Studi», Serie «Bilanci di società per azioni». Fonti complementari esterne Archivio Storico Bastogi. Archivio Storico Banca d'Italia, fondo Beneduce. Archivio Storico Compartimento Enel di Firenze. Archivio Storico Credito Italiano. Archivio Storico Pirelli.
bibliografia
BATTILOSSI Stefano, «Accumulazione e finanza. Per una storia degli investitori istituzionali in Italia (1945-1990)», in «Annali di storia dell'impresa», n. 8, 1992, pp. 183-259.

CONTI Fulvio, «Le vicende del gruppo La Centrale», in «Storia dell'industria elettrica in Italia», vol. 3 («Espansione e oligopolio, 1926-1945»), tomo 2, Roma - Bari, Laterza, 1993, pp. 643-684.

MORI Giorgio, «Materiali, temi ed ipotesi per una storia dell'industria nella regione Toscana durante il fascismo (1923-1939)», in id. «Il capitalismo industriale in Italia», Roma, Editori Riuniti, 1977, pp. 313-504.

SCALFARI Eugenio, «Storia segreta dell'industria elettrica», Bari, Laterza, 1963.

SCALFARI Eugenio, «Razza padrona. Storia della borghesia di Stato», Milano, Feltrinelli, 1974.

SEGRETO Luciano, voce «Luigi Bruno», in «Dizionario biografico degli italiani», vol. XXXIV, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1988, pp. 538-541.

SEGRETO Luciano, «Gli assetti proprietari», in «Storia dell'industria elettrica in Italia», vol. 3 («Espansione e oligopolio, 1926-1945»), tomo 1, Roma - Bari, Laterza, 1993, pp. 89-173.