Banco Ambrosiano Veneto
Verbali delle Assemblee Generali, 1898 - 1975
si trova in
segnatura
2 VAG
storia istituzionale e biografia
Per statuto l'Assemblea Generale dei soci ha i compiti di:
- discutere e approvare i bilanci;
- nominare i membri del CdA ed i sindaci;
- sciogliere, prorogare o fondere la società con altre;
- ridurre od aumentare il capitale sociale;
- approvare modifiche allo statuto;
- deliberare sull'esclusione dei soci.
La storia del Banco Ambrosiano è, tra le altre questioni, caratterizzata dalle vicende relative al cosiddetto "controllo"; nell'atto costitutivo del 1896, con l'articolo n.19, il fondatore Giuseppe Tovini volle determinare un minore diritto di voto per chi possedeva un maggiore numero di azioni: nelle assemblee, infatti, ogni azionista aveva diritto ad un voto fino a cinque azioni; l'azionista che possedeva più di cinque azioni fino a cento, aveva diritto ad un voto ogni cinque azioni e per quello che ne possedeva oltre cento aveva diritto ogni 25 azioni. Questo favorì l'azionariato diffuso e connotò il Banco quale banca popolare. Il 23 febbraio 1911 l'assemblea apportò alcune modifiche allo statuto, tra cui all'art.19, stabilendo che ad ogni azione corrispondesse un voto, orientando così l'istituto verso la trasformazione in società per azioni. Il problema del "controllo" si verificava soprattutto quando si profilava un aumento di capitale: nel 1966 Canesi introdurrà la "clausola di gradimento".
Per quanto concerne l'avviso di convocazione dell'assemblea dei soci, questo - contenente l'ordine del giorno - doveva essere pubblicato, oltre che nella Gazzetta Ufficiale del Regno, anche nel giornale degli annunci giudiziari della Prefettura di Milano.
- discutere e approvare i bilanci;
- nominare i membri del CdA ed i sindaci;
- sciogliere, prorogare o fondere la società con altre;
- ridurre od aumentare il capitale sociale;
- approvare modifiche allo statuto;
- deliberare sull'esclusione dei soci.
La storia del Banco Ambrosiano è, tra le altre questioni, caratterizzata dalle vicende relative al cosiddetto "controllo"; nell'atto costitutivo del 1896, con l'articolo n.19, il fondatore Giuseppe Tovini volle determinare un minore diritto di voto per chi possedeva un maggiore numero di azioni: nelle assemblee, infatti, ogni azionista aveva diritto ad un voto fino a cinque azioni; l'azionista che possedeva più di cinque azioni fino a cento, aveva diritto ad un voto ogni cinque azioni e per quello che ne possedeva oltre cento aveva diritto ogni 25 azioni. Questo favorì l'azionariato diffuso e connotò il Banco quale banca popolare. Il 23 febbraio 1911 l'assemblea apportò alcune modifiche allo statuto, tra cui all'art.19, stabilendo che ad ogni azione corrispondesse un voto, orientando così l'istituto verso la trasformazione in società per azioni. Il problema del "controllo" si verificava soprattutto quando si profilava un aumento di capitale: nel 1966 Canesi introdurrà la "clausola di gradimento".
Per quanto concerne l'avviso di convocazione dell'assemblea dei soci, questo - contenente l'ordine del giorno - doveva essere pubblicato, oltre che nella Gazzetta Ufficiale del Regno, anche nel giornale degli annunci giudiziari della Prefettura di Milano.
contenuto
Tipologie: Registri manoscritti.
passsaggi di proprietà
Provenienza: Ex Segreteria del Consiglio BAV.
date di versamento
2002/09/05
strumenti di ricerca
Inventario sommario GEA (Paola Chiapponi, 2004).
consultabilità
Libera, come da regolamento dell'Archivio Storico.
fonti complementari
Fonti complementari interne
- Atto costitutivo.
- Statuti.
bibliografia
- TACCOLINI Mario-CAFARO Pietro, «Il Banco Ambrosiano. Una banca cattolica negli anni dell'ascesa economica lombarda», Roma-Bari, Laterza, 1996.
- BELLAVITE PELLEGRINI Carlo, «Storia del Banco Ambrosiano. Fondazione, ascesa e dissesto. 1896-1982», Roma-Bari, Laterza, 2001.
- BELLAVITE PELLEGRINI Carlo, «Storia del Banco Ambrosiano. Fondazione, ascesa e dissesto. 1896-1982», Roma-Bari, Laterza, 2001.