Banco Ambrosiano Veneto
Nuovo Banco Ambrosiano - Banco Ambrosiano Veneto
Il Nuovo Banco Ambrosiano (NBA) si costituì a Milano il 6 agosto 1982 come "rifondazione" del Banco Ambrosiano, storica banca cattolica milanese fondata nel 1896 e portata al dissesto dalla spregiudicata gestione finanziaria del suo ultimo Presidente, Roberto Calvi. Al momento del crack il Banco Ambrosiano era capofila di uno dei principali gruppi bancari privati italiani. Il Nuovo Banco procedette a una ristrutturazione del sistema di partecipazioni italiane del gruppo - quelle estere erano state cedute alla liquidazione - che si concluse, nel 1985, con la fusione tra il NBA e la controllata società finanziaria La Centrale (fondata nel 1925). La fusione avvenne tramite l'incorporazione del NBA ne La Centrale, che contestualmente assunse ragione e oggetto sociale dell'istituto di credito milanese (si noti che a partire da questo momento la data di costituzione del NBA risulta quindi essere il 1925).
Con lo scopo di raggiungere dimensioni adatte ad affrontare le nuove prospettive concorrenziali attese con l'integrazione europea, nel 1989 il NBA incorporò la Banca Cattolica del Veneto (BCV), con la quale intratteneva rapporti di partecipazione già dai primi anni Settanta. Banca cattolica di origine cooperativa e di antica tradizione, fondata a Vicenza nel 1892, al momento della fusione la BCV si presentava come un istituto di credito di medie dimensioni fortemente radicato in tutto il Triveneto grazie a un fittissimo numero di sportelli, e dunque con un'organizzazione territoriale complementare a quella del Nuovo Banco, attivo invece soprattutto nell'Italia nord occidentale. Dalla fusione delle due banche sorse un gruppo bancario che, per consistenza patrimoniale, capacità operative e dislocazione territoriale, era idoneo a competere in campo nazionale come in campo internazionale: il Banco Ambrosiano Veneto (BAV).
Durante gli anni Novanta, nel nuovo contesto legislativo caratterizzato da una maggiore liberalizzazione dell'attività bancaria, il BAV proseguì la politica di crescita dimensionale e di espansione territoriale, rivolta ora verso il Mezzogiorno e attuata sia attraverso l'apertura di nuovi sportelli, sia tramite l'acquisizione di società bancarie già radicate nei territori sui quali il BAV si affacciava per la prima volta. Da segnalare, tra le società bancarie meridionali incorporate, il Banco Ambrosiano Veneto Sud, già Citibank Italia, e prima ancora Banca Centro Sud, frutto a sua volta della fusione tra due storiche banche: la Banca di Calabria, fondata a Napoli nel 1910, e la Banca di Andria, fondata nella provincia di Bari nel 1886. Le altre banche incorporate furono: Banca Vallone di Galatina - Lecce (1991), Società di Banche Siciliane di Caltagirone - Catania (1994), Banca Massicana di Sessa Aurunca - Caserta (1995). Nel 1995 il BAV acquisì anche il controllo della Banca di Trento e Bolzano. Alla fine degli anni Novanta il BAV era quindi assurto a una posizione di primo piano nel panorama bancario italiano, con una rete di sportelli distribuita su tutto il territorio nazionale. Il suo percorso di crescita culminò con l'accordo di integrazione raggiunto nel 1997 con la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde - Cariplo, attraverso il quale il BAV si tramutava in Banca Intesa e acquisiva il controllo della Cassa (poi incorporata nel 2000). Nel 1999 entrava a far parte del gruppo la Banca Commerciale Italiana, poi incorporata nel 2001