Banco Ambrosiano Veneto
Banco Ambrosiano
Il Banco Ambrosiano fu costituito nel 1896 su iniziativa dell'avvocato bresciano Giuseppe Tovini, già fondatore nel 1888 del Banco San Paolo di Brescia, perché agisse da istituto regionale di coordinamento delle banche confessionali, impegnato nel sostegno - diretto e indiretto - delle numerose iniziative e «opere» cattoliche disseminate sul territorio lombardo. Alla morte di Tovini nel 1897, l'Istituto assunse una fisionomia operativa assai prossima a quella della società di credito ordinario, conservando tuttavia una forte impronta cattolica, i cui tratti più vistosi furono la destinazione in beneficenza di una quota degli utili e lo sviluppo di un solido legame con le gerarchie ecclesiastiche. Costituito con il capitale di un milione di lire, l'Istituto ebbe una crescita relativamente graduale fino alla prima guerra mondiale e nel decennio successivo, tanto in termini patrimoniali, quanto in termini di rete territoriale: alla fine degli anni Trenta contava 60 milioni di capitale e venti filiali, di cui otto situate fuori della Lombardia. La parte più consistente dello sviluppo del Banco Ambrosiano avvenne nel secondo cinquantennio di vita, quando la banca giunse a qualificarsi come uno dei primi istituti di credito privati in un panorama nazionale dominato dalla proprietà pubblica. Questo risultato fu raggiunto grazie all'abilità di cui i suoi amministratori diedero prova nel cogliere le occasioni di crescita offerte dal rapido sviluppo di una delle regioni più dinamiche e internazionalizzate del paese, guida del processo di industrializzazione italiano. La crescita comportò un'espansione contenuta della rete territoriale e consistette soprattutto in un aumento della capacità operativa realizzato grazie allo sviluppo del lavoro con l'estero e all'acquisizione di partecipazioni bancarie, finanziarie e assicurative all'interno e, a partire dagli anni Sessanta, anche all'esterno dei confini nazionali. Un riflesso della crescita fu la capacità di differenziare la clientela dei debitori tanto in termini dimensionali che settoriali, raggiungendo più che nel passato imprese medie e grandi (sia pubbliche che private) e settori caratterizzati da produzioni o processi innovativi.
Il 6 agosto 1982, a seguito del crack dell'Ambrosiano dovuto alla spregiudicata gestione finanziaria del suo ultimo presidente Roberto Calvi, venne costituito a Milano il Nuovo Banco Ambrosiano, che ereditò l'attività del vecchio Banco, operando una ristrutturazione del sistema di partecipazioni italiane del gruppo - mentre quelle estere erano già state cedute alla liquidazione - che si concluse nel 1985 con la fusione per incorporazione del Nuovo Banco Ambrosiano nella controllata società finanziaria La Centrale (fondata a Livorno nel 1925)