Schulim Vogelmann

Schulim Vogelmann nasce il 28 aprile 1903 a Przemyslany, nella Galizia orientale, in una famiglia ebraica osservante con la quale si trasferisce a Vienna durante la Prima guerra mondiale. Dopo un periodo trascorso in Palestina, nel 1922 arriva a Firenze per raggiungere il fratello Mordechai che era stato chiamato ad insegnare il Talmud presso il Collegio rabbinico e che gli aveva trovato un lavoro come tipografo presso il noto editore e libraio antiquario Leo Samuel Olschki, proprietario della Tipografia Giuntina, lavoro che gli garantiva di osservare il riposo del sabato.
In pochi anni diventa il direttore della tipografia e si sposa con Anna Disegni, figlia del rabbino capo di Torino Dario, festeggiando la nascita il 3 settembre 1935 della figlia Sissel Emilia. A causa delle leggi razziali nel 1938 la moglie Anna deve lasciare l’insegnamento e Sissel viene iscritta alla piccola scuola ebraica della Comunità. Dopo l’invasione tedesca, sul finire del 1943, la famiglia cerca di trovare riparo in Svizzera ma viene arrestata a Sondrio il 20 dicembre.

Schulim, Anna e la piccola Sissel iniziano una serie di peregrinazioni, prima a Firenze, poi nel campo di internamento di Bagno a Ripoli (Villa La Selva) e infine a Milano, nel carcere di San Vittore; da qui il 30 gennaio vengono trasferiti al Binario 21 della Stazione centrale da dove partono con il convoglio RSHA in direzione Auschwitz: Anna e la figlia Sissel, che aveva appena otto anni, vengono uccise all’arrivo.
Grazie alla sua professione di tipografo Vogelmann riesce a sopravvivere alle prime selezioni e viene trasferito nel campo di Plaszow dove, per la sua conoscenza del polacco, entra in contatto con Itzhak Stern e Mietek Pemper; questi stanno preparando una lista di deportati che Oskar Schindler ha chiesto di poter avere a disposizione per la sua fabbrica di Cracovia (e poi di Brünnlitz), salvandoli in questo modo dal campo di concentramento retto dal famigerato Amon Goeth. Vogelmann viene inserito con il numero 332, unico italiano della Lista. Dopo la Liberazione, nella primavera del 1945, riesce, a piedi, a ritornare in Italia. Riprende la professione di tipografo presso la Tipografia Giuntina, di cui negli anni successivi diventa il proprietario, e si sposa in seconde nozze con Albana Mondolfi con la quale ha un figlio, Daniel. Muore nel 1974, lo stesso anno di Oskar Schindler.
Il figlio Daniel negli anni Ottanta fonda la nota Casa editrice Giuntina; il primo volume pubblicato, all’interno di una collana intitolata proprio al padre Schulim, è stato La notte di Elie Wiesel, la testimonianza del premio Nobel per la pace della sua esperienza di deportato.