Gino Emanuele Neppi

Nato a Ferrara il 17 luglio 1890, dopo la laurea in Veterinaria partecipa alla Prima guerra mondiale nei reggimenti di cavalleria; finita la guerra si laurea in Medicina, specialità Ostetricia, e si trasferisce a Milano come medico condotto nella zona di Baggio. Consigliere della Comunità ebraica, nel 1938 a causa delle leggi razziali deve abbandonare l’ambulatorio medico di Baggio.
Consapevole delle gravissime condizioni dei profughi ebrei stranieri che arrivavano in Italia per sfuggire alle persecuzioni, ottiene dall’Ufficio sanitario del Comune di Milano la possibilità di allestire presso la condotta di via Panfilo Castaldi un ambulatorio medico riservato agli ebrei, equiparato a quelli nei quali già si prestava assistenza gratuita ai poveri del comune. La condotta medica, attiva per gli ebrei solo nel pomeriggio, viene inaugurata nell’aprile 1940 alla presenza del rabbino Gustavo Castelbolognesi e del professor Carlo Alberto Ragazzi; i medici possono prescrivere medicine da ritirare gratuitamente presso le farmacie, inviare i pazienti al Policlinico per eseguire esami e gli ammalati gravi agli ospedali, con le eventuali spese di degenza coperte dalla ripartizione di beneficenza del Comune. Presso l’ambulatorio, animato da Neppi e da un giovane collega, il pediatra Marcello Cantoni, visitano medici e specialisti di alto livello, tra i tanti espulsi dagli ospedali e dalle università, precorrendo il funzionamento di un moderno poliambulatorio; nei tre anni di attività vennero curati più di duemila pazienti italiani e centinaia di pazienti stranieri.
Il 12 febbraio 1943 un bombardamento distrugge la sede di via Panfilo Castaldi, ma l’ambulatorio prosegue la sua attività all’interno di uno dei due caselli di Porta Venezia. Dopo l’8 settembre la struttura viene chiusa ma Neppi, nonostante il pericolo, continua a esercitare la professione presso la sua abitazione privata in via Boscovich 30, dove viene arrestato dalle SS nel novembre 1943 proprio mentre visita una paziente. Condotto nel carcere di San Vittore, viene deportato nel campo di sterminio di Auschwitz con il convoglio partito dal Binario 21 il 6 dicembre 1943; muore in luogo e data sconosciuti dopo il settembre del 1944. L’ambulatorio riaprì nei primi giorni di maggio del 1945 per i reduci dei campi di sterminio.
Nel 2013 il Comune di Milano e l’Ordine dei medici della Lombardia hanno consegnato un riconoscimento alla memoria di Neppi e nel gennaio 2019 è stata apposta in suo ricordo una pietra d’inciampo davanti alla sua abitazione.